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Novantenne cadde dalla barella in Ps, infermiera condannata

di Redazione

La Corte dei Conti dell'Umbria ha condannato un'infermiera a risarcire l'ospedale di Terni con una somma di circa 12mila euro, in quanto ritenuta responsabile della caduta dalla barella di una paziente novantenne mentre, dopo esservi giunta in ambulanza, si trovava sotto la sua custodia al Pronto soccorso “Santa Maria”.

Infermiera condannata da Corte dei Conti, dovrà risarcire l'Azienda

Condannata infermiera a risarcire l'ospedale di Terni in quanto ritenuta responsabile della caduta dalla barella di una paziente 90enne.

Sussistono palesi violazioni degli obblighi di custodia e vigilanza della paziente da parte dell'infermiera tenuto conto che, secondo la sua stessa testimonianza nel giudizio civile, l'anziana le aveva detto di voler scendere dalla barella dopo che da oltre quattro ore era impossibilitata a muoversi. Tuttavia, pur avendo sentito la chiamata e vedendo la manovra pericolosa di sfilamento dal fondo che la signora stava iniziando con i piedi, lei non è riuscita ad intervenire in tempo per bloccarla prima che si fratturasse l'omero del braccio sinistro. Questa la motivazione della sentenza con cui si chiede il conto alla professionista.

La vicenda risale ad undici anni fa. Le indagini condotte dalla Procura, relative ai fatti avvenuti l'8 febbraio 2013, accertarono che la novantenne, giunta in ospedale con il 118 in seguito ad un malore, era caduta accidentalmente dalla barella(LINK: SE IL PAZIENTE CADE, LA COLPA È DELL'INFERMIERE O DELL'OSS?) con le spondine di contenimento alzate, fratturandosi l'omero sinistro.

Qualche giorno dopo la paziente avanzò richiesta di risarcimento nei confronti dell'ospedale. Il giudizio civile di fronte al tribunale di Terni, iniziato qualche mese più tardi, si concluse nel 2016 con sentenza, passata in giudicato, di condanna dell'ospedale. Il risarcimento era stato liquidato dall'assicurazione, rimborsata poi dall'azienda sanitaria, agli eredi della paziente che nel frattempo era deceduta.

La Procura contabile aveva individuato tre responsabili - due infermieri e un medico dirigente - e li aveva citati in giudizio con atto depositato il 18 agosto 2023 chiedendo il conto di 12mila euro ciascuno.

Tuttavia, la Corte dei Conti ha condannato solo l'infermiera, respingendo le richieste di condanna verso l'altro infermiere ed il medico e ritenendo di non procedere oltre, seppur coinvolti nell'incidente.

La cifra stabilita dalla magistratura contabile che l'infermiera dovrà ora versare corrisponde ad una parte del risarcimento danni, di circa 36mila euro, che l'azienda ospedaliera ternana aveva dovuto versare in favore dei familiari della paziente per le lesioni riportate in seguito all'incidente.

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