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Lombardia: mozione in Regione per rilancio infermieristica

di Redazione Roma

Viene chiesto alla Giunta di intervenire presso la Conferenza Stato-Regioni per tratteggiare un concreto piano di assunzioni nonché adeguare gli stipendi del personale infermieristico e delle professioni sanitarie a quelli europei. Il presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali, Monti: Occorre un intervento straordinario del Governo. Valutiamo integrazioni allo stipendio. Gli Opi Lombardia: Questi gli esiti se politica e professione lavorano insieme.

Servono piano assunzioni e adeguamento stipendi infermieri

C’è il placet all’unanimità alla mozione bipartisan in Consiglio regionale della Lombardia con la quale si chiede alla giunta di intervenire, presso la Conferenza Stato-Regioni, per tratteggiare un concreto piano di assunzioni e adeguare gli stipendi del personale infermieristico e delle professioni sanitarie a quelli europei. Al contempo, il documento chiede l’attivazione della Giunta regionale presso il Governo affinché sia valutato il superamento del vincolo di esclusività per la professione infermieristica, nell’ambito di un iter di valorizzazione complessiva della figura infermieristica con particolare riferimento alla medicina territoriale e alla didattica universitaria. L’obiettivo finale: sviluppare opportunità di crescita professionale e di carriera, in funzione di un accresciuto ruolo dell’infermiere specializzato.

Solo pochi giorni fa a Milano, proprio sotto il palazzo del Pirellone, gli infermieri aderenti al NurSind hanno incrociato le braccia, al grido ci tolgono il sangue, nell’ambito dello sciopero nazionale del comparto. In merito alla mozione urgente approvata alla Regione queste le parole del presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali, Emanuele Monti: In Lombardia mancano 9.500 figure professionali di cui 3.500 nelle Rsa, 4.500 nelle strutture sanitarie e 1.500 infermieri di famiglia e questo deficit è oramai cronico sia per il numero insufficiente annuale di posti disponibili nei corsi universitari, sia perché questa professione è poco attrattiva per i giovani. Il Governo ora non può ignorare la nostra richiesta.

In Italia un infermiere guadagna mediamente 27.382 euro l’anno, contro i 32.092 della Francia, i 34.212 della Spagna, gli oltre 45mila della Germania, i 48.167 dell’Irlanda e i 91.290 mila del Lussemburgo

E ancora, in rimando a un’analisi della Fondazione Gimbe, almeno il 50% dei tagli è stato scaricato sul personale dipendente e, in particolar modo, si è compiuta una riduzione radicale dei medici e infermieri (-42.800 dipendenti a tempo indeterminato). La situazione emergenziale ha ulteriormente acuito le difficoltà di un sistema già in crisi. Con la quarta ondata Covid, ancora una volta, gli operatori sanitari sono stati travolti: infermieri in corsia da ormai due anni incessantemente, con scarsi presidi, ferie sospese, spostamenti improvvisi di reparti, sovraccarico di lavoro. Aspetto tutt’altro che secondario, quello degli stipendi dei sanitari (in 10 anni persi quasi 3mila euro). A questo proposito, il presidente della Commissione Sanità e Politiche Sociali rammenta che in Italia un infermiere guadagna mediamente 27.382 euro l’anno, contro i 32.092 della Francia, i 34.212 della Spagna, gli oltre 45mila della Germania, i 48.167 dell’Irlanda e i 91.290 mila del Lussemburgo. Gli ultimi dati Ocse (relativi al 2019) evidenziano una forte disomogeneità tra gli stipendi di infermieri in Europa (ma anche oltreoceano) e vedono l’Italia agli ultimi posti della classifica. Dopo di noi ci sono solo Grecia (19.067 euro) ed Estonia (16.653 euro) .

Nel nostro paese ci sono pochi infermieri e malpagati, e la richiesta formulata da Monti è chiara: Chiediamo che vi sia un’attivazione istituzionale risolutiva per stabilizzare il personale precario, aumentare gli stipendi degli operatori e per valorizzare la figura dell’infermiere. In un messaggio indirizzato al Consiglio regionale lombardo, il Coordinamento regionale degli ordini delle professioni infermieristiche della Lombardia esprime tutta la propria soddisfazione: Ringraziamo il mondo della politica che si è messo a disposizione attraverso i loro rappresentanti della categoria degli infermieri: il presidente Emanuele Monti, la vicepresidente Simona Tironi, e i componenti della Commissione Carmela Rozza e Gregorio Mammì. Quando la politica e la professione lavorano insieme, i risultati hanno ricaduta positiva sulla salute dei cittadini e sui professionisti che la tutelano.

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