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Fnopi: infermiere lavoro usurante, non solo gravoso

di Redazione Roma

Così la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche, che in audizione alla Commissione Lavoro del Senato ha spiegato e dettagliato i motivi di tale valutazione. Partendo da un aspetto: Non si può utilizzare il mero parametro nel numero di turni di notte effettuati durante l’anno come prevede ora la legge. Gli operatori sono responsabili di vite umane e ciò non è un compito soltanto gravoso. Queste le parole di Carmelo Gagliano, componente del Comitato centrale Fnopi e presidente dell’Ordine di Genova.

Fnopi non ha dubbi: quello degli infermieri è un lavoro usurante

Quello degli infermieri rappresenta un lavoro usurante e non solo gravoso come è stato finora etichettato, togliendo così alla categoria una serie di facilitazioni organizzative e previdenziali. Lo scorso settembre il Nursing Up, rivolgendosi al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, chiedeva che l’attività infermieristica venisse riconosciuta nell’elenco delle mansioni usuranti (allo stesso esponente del Pd, per la medesima ragione ma con destinatari gli OSS, si erano già rivolti la Federazione Migep e SHC). Ieri come oggi la Fnopi continua a non avere dubbi in merito, e in audizione alla Commissione Lavoro del Senato (in riferimento ai Ddl n. 934 e n. 2347: “Modifiche al decreto legislativo n. 67 del 21 aprile 2011, ai fini dell’introduzione del personale infermieristico e degli operatori socio-sanitari tra le categorie usuranti”) ha spiegato – per voce di Carmelo Gagliano, componente del Comitato centrale della Federazione e presidente dell’Ordine di Genova – le motivazioni alla base di questa affermazione (non ancora, purtroppo, condivisa).

Oggi nelle disposizioni sui lavori usuranti gli infermieri rientrano solo in via residuale tra la generalità dei lavoratori notturni e quelli che ne beneficiano in concreto sono pochi: l’attività usurante viene riconosciuta solo nei casi in cui i dipendenti prestino servizio per almeno 6 ore del periodo notturno e per un minimo di 78 notti ogni anno. Sono poi considerati come usuranti anche quei lavori in cui l’impiego nella fascia 24:00-05:00 è di sole 3 ore, ma per un periodo di lavoro pari all’intero anno lavorativo, le parole di Gagliano. Dunque, al di là delle indiscutibili evidenze emerse nel corso della pandemia, che dovrebbero aver allontanato qualsivoglia perplessità sia in merito al lavoro su turni (si parla, a non a caso, dell’impatto dei turni notturni), spesso inesistenti a causa del prolungarsi dell’attività a fianco degli assisiti, sia all’impegno fisico e psicologico profuso (basti pensare a criticità come il burnout, riconosciuta quale sindrome degli operatori sanitari), ormai da anni gli infermieri sono chiamati a svolgere un’attività sempre superiore a quella dettata dai normali turni di lavoro, come dimostrano anche le somme erogate dalle singole Regioni per straordinari a partire dal 2009, legata alla carenza di organici che non può essere risolta a breve termine.

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