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Vaccini

Burioni: Lo Stato non resti a metà tra scienza e stregoneria

di Giacomo Sebastiano Canova

Così come non si può gridare al fuoco in un teatro affollato, non ci si può alzare la mattina e dire che i vaccini provochino l’autismo. Così Roberto Burioni, medico esperto di virologia tra i più discussi del momento per le sue battaglie in difesa della scienza, soprattutto sul tema vaccini. Il problema – afferma il virologo – è che viviamo in un tempo in cui chi afferma che due più due fa cinque non è considerato pazzo, ma un coraggioso combattente che si oppone alla lobby delle calcolatrici.

Burioni sui vaccini: Affidatevi solo a chi ha studiato veramente

La scienza non è democratica: questa è la frase più volte pronunciata da Roberto Burioni, Professore Ordinario di Microbiologia e Virologia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Vita-Salute di San Raffaele a Milano, in occasione della presentazione del suo ultimo libro a Valdagno (VI).

Roberto Burioni è uno dei medici più famosi e discussi del momento: la sua pagina Facebook è seguita da più di 311.000 persone e le sue attività divulgative spaziano dai convegni delle più importanti società scientifiche alle interviste all’interno dei più popolari canali televisivi.

La sua attività scientifica, di rilevante importanza, si è dunque affiancata negli ultimi tempi a quella divulgativa: il suo obiettivo è quello di arrivare a tutti i “non addetti ai lavori”, in modo tale da informarli circa i benefici delle vaccinazioni e sulla necessità di fidarsi della scienza.

Questo in quanto la rete è ricca di pagine non scientifiche e dal contenuto non veritiero e, talvolta, pericoloso; nel corso degli anni, difatti, le persone che si sono affidate a questi contenuti hanno iniziato a mettere in dubbio l’utilità e la sicurezza di questi importantissimi mezzi di prevenzione di malattie che, purtroppo, stanno tornando in essere grazie appunto alla ridotta aderenza vaccinale della popolazione.

In occasione della presentazione del suo ultimo libro "La congiura dei somari", svoltasi all’interno di Palazzo Festari a Valdagno (VI), Burioni ha affrontato tutti questi temi con la sua naturale capacità di relazionarsi ai laici della scienza con un tono netto, asciutto e deciso:

Viviamo in un tempo in cui chi afferma che due più due fa cinque non è considerato pazzo, ma un coraggioso combattente che si oppone alla lobby delle calcolatrici

Ha iniziato così il suo intervento Burioni, che ha proseguito dando la definizione del moderno somaro, ovvero una persona tanto stupida da ritenersi così intelligente da potere sapere le cose senza averle studiate. Ruolo fondamentale però è costituito da internet, in cui i gruppi di somari possano crescere e unirsi tra loro: Ogni somaro ha bisogno di un altro somaro accanto che lo rassicuri riguardo alla sua intelligenza.

Burioni affronta dunque il campo della psiche di questi particolari somari moderni, i quali non sanno di essere somari: Gli studi dimostrano – afferma Burioni – come chi ha studiato qualunque cosa sa che essa è estremamente complicata e solamente studiandola comprende come resti sempre molto da imparare. Chi sa davvero sa di non sapere.

Inizia qui una rassegna sulle principali bufale che girano sul web: C’è chi sostiene che la terra sia piatta, chi crede che la luna non esista e che Obama sia stato teletrasportato su Marte per subire il lavaggio del cervello; in quest’ultimo caso, la notizia è riportata da due sedicenti testimoni diretti che erano su Marte quando ciò avveniva.

In ambito sanitario, però, le bufale possono avere conseguenze disastrose: In Sudafrica il presidente Thabo Mbeki si convinse di una delle più terribili teorie antiscientifiche: quella che racconta che l’AIDS non sia causato dal virus HIV, arrivando addirittura a rifiutare i farmaci antivirali che vennero donati al suo paese per uso gratuito, sostenendo che causassero gravi effetti collaterali. Quelle affermazioni – prosegue Burioni – causarono la morte di più di 300.000 persone nel solo quinquennio che va dal 2000 al 2005.

Non solo esempi del passato, anche se non molto lontano dai giorni nostri, hanno fatto riflettere la numerosa platea riunita in due sale: Ad oggi l’Italia è prima in Europa come numero di casi di morbillo. Questo è un problema rilevante, soprattutto se si osservano i dati di incidenza di malattia per età: i bambini che hanno meno di un anno sono quelli col tasso più alto di incidenza anche se, allo stesso tempo, sono troppo piccoli per essere vaccinati. Per questo chi li ha infettati sono genitori o figli di genitori irresponsabili.

Ma, dunque, qual è il motivo per cui si trovano una marea di bufale online e la gente, nonostante i dati dimostrano il contrario, ci crede? La risposta, secondo Burioni, è nel ricercarsi nella mente umana che trova vantaggioso semplificare e trovare la causa in due eventi contingenti.

Uno degli esempi è il legame che si è voluto erroneamente attribuire tra epilessia e vaccini: Il fatto che se qualche giorno dopo il vaccino il bambino manifesti l’epilessia non è da legarsi alla vaccinazione se non per una mera questione di sequenza casuale di eventi. Pensare che siccome l’epilessia è avvenuta dopo la vaccinazione allora la causa sia quest’ultima non è un ragionamento corretto: quel modo di decidere rapido, veloce e grossolano andava bene nella savana quando bisognava fuggire dai leoni ma non ora, dove deve prevalere la mente che sfugge l’istinto e che basa i suoi ragionamenti su numeri e valori.

Burioni ha concluso poi il suo coinvolgente intervento cercando di delineare quali siano i diversi profili di responsabilità in tutte le parti in causa contro le bufale sanitarie.

In primo luogo, è fondamentale un forte ruolo da parte dello Stato, il quale non può mettersi a metà tra scienza e stregoneria come nei tristi casi Di Bella e Stamina; quest’ultimo, in particolare, ha consentito a un delinquente di truffare decine di genitori e ha comportato una spesa di tre milioni di euro di soldi pubblici per sperimentare dei farmaci che nel mio laboratorio non riceverebbero nemmeno l’autorizzazione per essere somministrati ai topi.

In questo senso, l’obbligo vaccinale rappresenta però un fallimento, in quanto Burioni sostiene come in altri Paesi i genitori vaccinano senza obbligo. Sono contro la censura – prosegue Burioni – perché non mi piace e si presta a gravissimi abusi, ma nel contesto delle vaccinazioni lo Stato deve far capire da che parte stare.

Un altro ruolo importante è quello del personale sanitario.

Così come non si può tollerare un poliziotto che afferma che guidare ubriachi è meglio o un vigile del fuoco che consiglia di spegnere il fuoco con il cherosene, chi afferma che le vaccinazioni siano pericolose e/o che causino le patologie più disparate, dall’autismo all’epilessia, infanga la professione e mette in pericolo i propri pazienti. In questo caso, è giusto che l’Ordine intervenga nella radiazione di questi stregoni

In merito, è da sottolineare come la verità assoluta, nella scienza, non esista; per questo motivo Burioni sostiene come ognuno deve essere libero di fare ricerca: se si vuole dimostrare che i vaccini causino l’autismo allora si formulino delle ipotesi, si raccolgano i dati e li si condividano. Così come non si può gridare al fuoco in un teatro affollato, non ci si può alzare la mattina e dire che i vaccini provochino l’autismo.

Il confronto, inoltre, deve avvenire nei luoghi adeguati: Chi ha ragione – afferma Burioni – non si può decidere davanti a una platea di genitori informati. Il dibattito deve avviene nei convegni e nelle riviste, non su Youtube o Facebook.

Infine, anche la stampa riveste una componente importante, in quanto il suo ruolo richiede una grande responsabilità. Per questi motivi Burioni sostiene che per la scienza siano necessarie le stesse regole che valgono per lo sport, dove i telecronisti sono esperti che spiegano ciò che sta accadendo, alla luce della loro esperienza, alla gente comune.

Il virologo ha chiuso dunque il suo intervento cercando di trovare la risoluzione al problema della disinformazione:

La soluzione è capire di non sapere e affidarsi a chi ha studiato. In questo, la scuola deve insegnare ai futuri adulti a capire e non a fare: per capire questo mondo che cambia è più importante lo studio della filosofia rispetto a quello dell’informatica. Il sonno della ragione genera dei mostri, e quei mostri non vorrei che fossero, ad esempio, la poliomielite, un mostro che non voglio più vedere

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