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Appello CNAI alle istituzioni: stop all'Assistente infermiere

di Redazione

L'esperienza internazionale e gli studi scientifici dimostrano inequivocabilmente che la qualità dell'assistenza e la riduzione della mortalità è strettamente correlata alla presenza di infermieri (laureati) e con una solida formazione e non con la creazione di figure a bassa preparazione e a basso costo che li sostituiscano. Così l'Italian Nurses Association in una lettera indirizzata alle istituzioni in cui, esprimendo profonda preoccupazione, invita a riconsiderare la proposta in esame e a sospendere il percorso di approvazione degli Accordi relativi alla revisione del profilo dell'Operatore Sociosanitario e all'istituzione del profilo professionale di Assistente Infermiere. Siamo convinti che la strada da percorrere per garantire ai cittadini un'assistenza di alta qualità sia quella di un sistema sanitario basato su professionalità solide e competenze ben definite, sottolinea Walter De Caro, presidente nazionale della Consociazione Nazionale Associazioni Infermieri (CNAI) illustrando dettagliatamente le ragioni per le quali l'associazione esprime contrarietà alla creazione della figura dell'Assistente infermiere.

Assistente infermiere, CNAI: ibrido rischioso per qualità assistenziale

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CNAI lancia un appello alle istituzioni esprimento contrarietà alla creazione della figura dell'Assistente Infermiere.

Pur comprendendo l'urgenza di affrontare la carenza di personale sanitario e consapevoli della difficoltà che il sistema sanitario sta affrontando nel garantire tempi e modalità di assistenza e cura adeguati con carichi di lavoro altresì insostenibili, riteniamo che questa proposta, nella sua forma attuale, rischi di rivelarsi un rimedio peggiore del male, con gravi conseguenze per la qualità dell'assistenza e la sicurezza dei pazienti, spiega il presidente nella nota inviata lo scorso 10 settembre ai Ministeri della Salute e dell'economia e delle finanze, alla Direzione generale delle professioni sanitarie e delle risorse umane del Ssn, ai Dipartimenti per gli Affari Regionali e le Autonomie e della Ragioneria Generale dello Stato, al Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, agli Assessori alla Sanità (Veneto, Lombardia, Piemonte ed Emilia-Romagna) nonché alla Federazione Nazionale degli Ordini delle professioni sanitarie, alle organizzazioni Sindacali e alle Associazioni e Società Scientifiche infermieristiche.

Si è convinti che la creazione di una figura professionale ibrida con una formazione accelerata e con capacità apprese necessariamente limitate non possa rappresentare una soluzione efficace. Introdurre l'assistente infermiere, senza determinarne progettualmente i livelli e lo skill-mix tra il personale, palesa sin d'ora potenziali contenziosi legali nella gestione delle attività cliniche, senza altresì risolvere il problema del demansionamento, continua facendo notare che anche la maggioranza delle organizzazioni sindacali (Cgil, Confintesa, Andprosan-Cosmed, Fials, Fsi-Usae, Migep e Shc Oss, Uil, Nursing Up), unitamente alle maggiori associazioni/società scientifiche e alla comunità di infermieri ed operatori sanitari, hanno espresso un parere non favorevole alla proposta evidenziando altresì numerose criticità.

Senza mutare granché rispetto al precedente OSS.FC, questa nuova figura assume una denominazione che genera confusività, presenta una formazione potenzialmente ambigua e non sufficiente, con continui rimandi alla responsabilità, alla collaborazione e alla supervisione, precisa De Caro.

È fin d'ora evidente il rischio di aumento del contenzioso sanitario che potrebbe compromettere la fiducia dei cittadini nel sistema sanitario – continua -. Appare inoltre possibile con questo testo anche una procedura di infrazione dell'Unione Europea rispetto alla violazione dei requisiti minimi per la professione infermieristica (Direttiva 2013/55/UE), avverte.

Si vuole inserire questa nuova figura in aree dove le evidenze sottolineano una relazione tra livelli più elevati di personale infermieristico ed una significativa riduzione nelle Rsa dell'invio in pronto soccorso o delle riospedalizzazioni, nonché una riduzione ospedaliera delle infezioni, delle lesioni da pressione, del dolore, della disidratazione, dei meccanismi di contenzione con un miglioramento dell'autonomia nelle attività quotidiane del paziente, spiega sottolineando altresì come l'istituzione dell'Assistente infermiere comporti il rischio di erosione e diluizione della funzione infermieristica.

Piuttosto di creare una nuova figura professionale, che di fatto è una scorciatoia che non elimina tra l'altro disparità regionali e le problematiche connesse al demansionamento, De Caro propone di analizzare i reali bisogni dei cittadini e delle strutture sanitarie e di investire in modo deciso e lungimirante sul potenziamento del personale di supporto e di strutturare meglio il percorso del personale Oss rendendolo professionalizzante verso l'area assistenziale.

È fondamentale dare una visione complessiva della professione infermieristica che al momento manca – ammonisce -. Serve un rinnovato riconoscimento contrattuale, migliori condizioni lavorative e fornire un supporto ancora più qualificato agli infermieri migliorando così la qualità dell'assistenza.

È necessario mutare i limiti dell'esercizio professionale degli infermieri nonché investire e finanziare le loro competenze specialistiche e quelle avanzate, come ad esempio la prescrizione, da conseguire attraverso un nuovo percorso di formazione post base. Occorre inoltre incentivare, al fine di attrarre e trattenere, l'iscrizione ai corsi di laurea con idonei benefit per gli studenti, come avviene in altri Stati, oltre che garantire a tutti gli infermieri condizioni di lavoro incentivanti e retributive adeguate al livello di professionalità ed in linea con i parametri europei, rimarca.

Siamo pronti a collaborare con le istituzioni per garantire una forza lavoro infermieristica sostenibile e robusta per il futuro ed individuare soluzioni efficaci e sostenibili per la carenza di personale infermieristico e di supporto, valorizzando le professionalità esistenti ed investendo nella formazione e nel futuro del sistema sanitario, conclude De Caro nella nota, auspicando un confronto costruttivo con tutte la parti coinvolte con l'obiettivo di sviluppare un programma completo che affronti in maniera davvero efficace il problema della carenza di organico, oltre che dei limiti inferiori e superiori dell'agire professionale infermieristico.

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