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Assistente infermiere

Una strana figura ibrida che sostituirà gli infermieri

di Redazione

Finalmente, dopo una lunga attesa, è stata presentata in conferenza Stato-Regioni la proposta di accordo per la revisione del profilo dell'OSS e per l'introduzione del profilo di Assistente Infermiere. L’articolato riguardante la revisione del profilo dell’OSS ricalca il documento predisposto più di un anno fa e non presenta sostanziali modifiche. È previsto un aumento delle ore di formazione necessarie per ottenere la qualifica, con tempi, modalità e metodologie formative dettagliatamente definiti. Si stabilisce che il percorso formativo e i relativi contenuti siano omogenei su tutto il territorio nazionale, sotto la competenza formativa delle Regioni o di enti da queste specificamente autorizzati. Viene formalmente abrogato l'accordo del 2001 che aveva definito il profilo e le mansioni dell’OSS, rendendo operativa tale figura.

Fials: revisione OSS e Assistente Infermiere occasioni mancate per il SSN

L’articolato elenca dettagliatamente i contesti in cui l’OSS può essere inserito e, nell’articolo 5, sottolinea che l’OSS opera in collaborazione o sotto la supervisione dei professionisti preposti all’assistenza sanitaria, socio-sanitaria e sociale. Viene ribadito che l’OSS deve attenersi alla pianificazione, ai piani di lavoro e alle attribuzioni di attività dirette alla persona definiti dai professionisti sanitari e dagli assistenti sociali. L’articolo si conclude affermando che l’OSS è “responsabile della corretta esecuzione delle attività attribuite.” Il documento è corredato da due allegati.

L’allegato n.1, nel punto B denominato "Competenze, abilità minime e conoscenze essenziali", evidenzia la stretta relazione con i professionisti sanitari o del sociale, che rimangono figure di riferimento costante per la definizione dell’attività assistenziale. Sempre nel punto B dell’Allegato 1 vengono definite puntualmente tutte le aree di esercizio professionale e viene chiaramente richiamata la responsabilità diretta dell’OSS per le attività inerenti al suo profilo o per quelle direttamente assegnate dal professionista sanitario o sociale di riferimento. A tal proposito, è utile riportare la frase nella sua interezza: “L’attribuzione delle attività avviene mediante strumenti di integrazione professionale quali pianificazioni assistenziali e/o socio-assistenziali, prescrizioni, o altre modalità che garantiscano completezza e continuità informativa.”

Si consiglia agli OSS di richiedere un utilizzo diffuso dello strumento delle prescrizioni, a garanzia della chiarezza di quanto attribuito e per una corretta e certa assunzione reciproca di responsabilità. Nella parte dell’allegato riguardante le competenze dell’OSS, determinate dall’insieme delle abilità minime e delle conoscenze essenziali, è importante richiamare l’attenzione sulla tabella relativa alla “Competenza 3”, dove, con l’obiettivo di “Svolgere attività assistenziali a carattere sanitario e socio-assistenziale”, si prevede la possibilità di “sostenere, compensare o sostituire, in situazioni di bassa complessità assistenziale e stabilità clinica, assistiti e familiari nello svolgimento di attività di autocura, intervenendo direttamente anche nella preparazione e somministrazione della terapia farmacologica con la supervisione e indicazioni operative dell’infermiere o del medico.”

E invece…

Ma a chi giova tutto questo?

  • Ai pazienti? Evidentemente no.
  • Agli infermieri? Assolutamente no.
  • A chi gestisce le case di riposo, le RSA e strutture similari? Assolutamente sì.

La Commissione Europea e l’OMS Europa hanno firmato il 2 settembre un accordo, finanziato con 1,3 milioni di euro, per aiutare gli Stati membri a trattenere gli infermieri nei loro sistemi sanitari e a rendere la professione più attraente. In Italia, invece, abbiamo siglato un accordo tra Ministero e Regioni per attivare la strana figura dell’Assistente Infermiere.

Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la Sicurezza Alimentare dell’UE, ha affermato: “Gli infermieri sono la spina dorsale dei nostri sistemi sanitari e sono essenziali per garantire che i pazienti ricevano cure professionali di alta qualità quando ne hanno bisogno.”

Noi, invece, in Italia, sosteniamo praticamente che una figura strana e ibrida, come l’Assistente Infermiere, possa sostituirli.

Che altro dire? Le parole non bastano.

Annalisa Silvestro

Responsabile nazionale Coordinamento delle Professioni sanitarie e sociosanitarie Fials

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