Si tratta di una mossa che serve solo a tamponare la crisi di personale con soluzioni al ribasso, riducendo gli standard qualitativi dell'assistenza e creando una categoria di lavoratori sottopagati e senza garanzie
. Così Angelo Minghetti, segretario di Human Caring e coordinatore nazionale di Migep, la federazione nazionale delle professioni sanitarie e sociosanitarie, commentando l'iniziativa di Lombardia e Valle d'Aosta di fare da apripista nell'introduzione dell'assistente infermiere, ignorando le critiche e le perplessità delle sigle sindacali.
I sindacati: Verso standard ridotti e lavoratori sottopagati
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Contrariamente alle critiche dei sindacati, la Fnopi esprime invece un parere favorevole verso l'assistente infermiere.
Le due regioni si sono infatti già attivate per anticipare l'iter nazionale con l'obiettivo di inserire prima possibile sul territorio questa nuova figura.
Ciò si renderebbe necessario per rafforzare l'organico delle strutture sanitarie in crisi per la carenza di personale e per fronteggiare una crescente domanda di assistenza dovuta all'invecchiamento demografico e all'aumento delle malattie croniche.
Sebbene tale figura sia stata istituita lo scorso ottobre dalla Conferenza Stato-Regioni, i sindacati fanno notare che non è stato ancora emanato il Dpcm necessario per eccepire e rendere esecutivo l'accordo.
Sconcerta pertanto la mossa dell'assessore lombardo al Welfare, Guido Bertolaso, seguito dall'assessore alla sanità della Valle D'Aosta, Carlo Marzi, di anticipare i tempi istituzionali puntando tanto sulla formazione e l'impiego degli assistenti infermieri. L'intenzione è quella di rafforzare i rispettivi sistemi sanitari regionali.
Molte sigle sindacali ritengono invece che l'assistente infermiere sia in realtà una figura ibrida, tra l'Oss e l'infermiere, poco formata e non giuridicamente tutelata. Minghetti di Migep spiega che di fatto esso va a sostituire l'Oss o il super Oss, ossia l'operatore sociosanitario specializzato o complementare che era già stato istituito nel 2003 da un accordo Stato-Regioni ma che non aveva avuto molta diffusione.
Oltre a svolgere le attività proprie dell'Oss, l'assistente si occuperà anche di mansioni sinora ricoperte dall'infermiere, senza tuttavia essere riconosciuto come professionista sanitario
, precisa Minghetti specificando che sarà infatti inquadrato come operatore tecnico e pertanto non beneficerà delle coperture assicurative previste dalla legge Gelli.
Le Rsa e le strutture ospedaliere non avranno più necessità di assumere Oss ed infermieri, prenderanno soltanto l'assistente tuttofare che coprirà le mansioni di entrambi e che alla fine scoppierà sotto un carico di lavoro insostenibile. L'azienda risparmia mentre l'operatore va al macello
, prevede il segretario di Migep secondo cui la scelta di attivare questa figura non promuove affatto il lavoro degli Oss che dovrebbero piuttosto essere valorizzati con percorsi di crescita professionale.
L'assistente infermiere non avrà alcuna tutela
, avverte Minghetti sottolineando che sono ancora da definire gli aspetti normativi ed economici a causa del mancato rinnovo del Ccnl del comparto Sanità, saltato lo scorso gennaio anche per le diverse posizioni sindacali su questa figura.
Ciò rischierebbe di mettere a repentaglio non solo il lavoratore ma anche l'utenza e il sistema assistenziale. Si fa notare inoltre che per diventare assistente infermiere, l'Oss in possesso del diploma di scuola superiore e della qualifica da almeno 24 mesi dovrà frequentare corsi regionali di 500 ore soltanto, di cui 200 di teoria, 280 di tirocinio e 20 di esercitazioni.
Che la formazione non sia adeguata ne è convinto anche Antonio De Palma, presidente di Nursing Up, molto critico nei confronti del provvedimento che, a suo dire, rischia di abbassare lo standard delle cure.
Invece di investire sugli infermieri qualificati, mettiamo in mano la salute dei cittadini a figure dalle competenze approssimative che, con poche ore di formazione, si troveranno a svolgere delle attività sanitarie che prima erano in mano ad un professionista laureato
, commenta.
De Palma esprime perplessità anche sulla fattibilità della supervisione che gli infermieri dovrebbero garantire verso l'operato di questa nuova figura. Chi dovrebbe assistere l'assistente infermiere visto che infermieri non ce ne sono più?
, si chiede ricordando che in Italia ne mancano 175mila mentre continuano a calare le iscrizioni ai corsi di laurea e i pochi che completano il percorso universitario se ne vanno all'estero, dove guadagnano mediamente 700 euro mensili in più.
De Palma critica fortemente anche la questione retributiva, segnalando che l'aumento di stipendio base di un assistente e di un infermiere, come sarebbe stato previsto nella proposta di rinnovo contrattuale che non è stata firmata, risulta praticamente uguale. Chi si iscriverà all'università e studierà per anni per avere di fatto la stessa paga di chi ha frequentato un corso di 500 ore?
, si chiede esortando a sfruttare l'alto potenziale e la formazione universitaria degli infermieri ottimizzando le loro attività rispetto alle esigenze del Ssn piuttosto che inserire una nuova figura.
Contrariamente alle critiche dei sindacati, la Fnopi esprime invece un parere favorevole verso l'assistente infermiere, plaudendo alle istituzioni per aver messo in campo una risposta concreta volta ad affrontare l'invecchiamento della popolazione e i bisogni crescenti di assistenza.
La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche ritiene che l'istituzione dell'assistente infermiere non comprometta la qualità dei servizi sanitari, come temono i sindacati, ma sia piuttosto una risorsa utile sia a migliorare l'efficienza del sistema sanitario sia ad affrontare la carenza di personale infermieristico.
L'assistente infermiere non nasce per sostituire gli infermieri ma per supportarli nelle attività
, ribadisce il vicepresidente Fnopi, Maurizio Zega, sottolineando come l'assistente infermiere, già presente da tempo in molti sistemi sanitari anglosassoni, possa aiutare a garantire un servizio assistenziale adeguato nelle strutture che soffrono di una grave carenza di infermieri.
Quello che occorre necessariamente evitare, secondo la Fnopi, è che, per mancanza di risorse adeguate, le attività assistenziali vengano svolte da personale non adeguatamente formato.
La formazione dell'assistente infermiere – assicura – avrà dei requisiti specifici, di natura sanitaria, diversa da quella degli Oss. Questo permetterà agli infermieri di concentrarsi su compiti più complessi e di ridurre il rischio di demansionamento – spiega -. Non ha senso assegnare compiti di base ad un infermiere laureato che costa di più. Sarebbe come chiedere ad un primario di consegnare la posta prima di andare ad operare in ospedale
, precisa assicurando che in ogni caso sarà sempre rispettata e riconosciuta la professionalità dell'infermiere. Ciò sarà possibile sia differenziando chiaramente i percorsi formativi sia attraverso un adeguato riconoscimento economico
, conclude.
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