Il cartello con le disposizioni anti Covid è appeso da due anni sul cancello d'ingresso al parco di Vicenza, accanto all'ospedale civile. Quando il turno è finito e si scende dal ponte sul fiume Astichello, per dirigersi ai parcheggi dei dipendenti o per tornare a casa a piedi, come me passando per il giardino pubblico, non si ha voglia di imbattersi nella stupidità. Vandali ignoti, nei giorni di festa pasquali, hanno imbrattato con la vernice rossa il cartellone e il senso civico. “Proteggiamoci”, è un monito pieno di rispetto e attenzione per gli altri, quella cura che ciascuno vorrebbe per sé stesso in una società civile. I simboli e le frasi oltraggiose che coprono le parole originali offendono la verità scientifica, i sanitari e i cittadini rispettosi delle regole ed oltraggiano i 14.341 morti in Veneto, dei quali 2587 vicentini.
Gestione della sicurezza con protocollo anti contagio Covid19
Cosa c'è di sbagliato in questa frase a tal punto da infastidire ancora qualcuno? Sotto ci sono dodici riquadri con disegni e parole che ricordano quelle norme che ormai sappiamo a memoria e che esortano ad osservare semplici gesti e a mantenere un comportamento responsabile a tutela della salute pubblica.
Sull'immagine degli assembramenti, della mascherina sul viso, del lavaggio delle mani, della misurazione della temperatura corporea e delle strette di mano è stato disegnato un cerchio rosso con una W. Una legenda riporta il simbolo e viene spiegato che significa farsa. “VIVI LIBERO”, come una firma in calce. Il “Vax uccide” sembra un inciso.
Fisso il cartello. Non provo più nemmeno rabbia, soltanto abbattimento. La disinformazione è ancora dilagante. Certe convinzioni, una volta radicate, diventano irremovibili. Volgo lo sguardo oltre il cancello, il parco è pieno di gente che non osserva niente di quello che è appeso sul cartello. Vivono liberi, come esortano coloro che lo hanno imbrattato.
Non colgo differenze tra chi si nasconde anonimo con la vernice tra l'inchiostro della legge e chi palesemente dimostra che lo considera una farsa, sull'erba tra gli alberi. Il cartello non è rovinato dalle intemperie di due anni, è ancora in buono stato e il regolamento è tuttora in vigore visto che siamo ancora in pandemia. Passeggiando nel parco incontro persone assembrate e senza mascherina. Si abbracciano, mangiano e studiano sull'erba, prendono il sole. Tutti vicini, vicini. Senza alcuna protezione, se non quella, probabilmente, del vaccino. Che dopo 4 mesi incomincia a scadere, se lo hanno capito. Le vie aeree non sono protette.
Oggi in Italia ci sono quasi 100 mila contagi, diecimila solo in Veneto, e 205 morti. A Vicenza ci sono in queste ultime ore altri 1631 nuovi contagiati. È una delle province sempre più contagiate. Ci siamo abituati ai numeri o i numeri non interessano più.
Mi chiedo se questa gente sa che l'Oms ha finalmente ammesso che Sars-CoV2 si trasmette per via aerea. È airbone, “trasportato dall'aria”. Non è pertanto un virus che si trasmette soltanto con le goccioline (droplet) respiratorie che viaggiano solo per brevi distanze, quelle di un metro o due. Lo hanno dimostrato i rapporti epidemiologici e recenti studi scientifici che hanno confermato le prime indagini condotte all'inizio della pandemia.
Nell'articolo “Why the Who took two years to say Covid is airborne” pubblicato sul numero 604 della rivista Nature lo scorso 8 aprile, gli scienziati ritengono che la trasmissione aerea è dominante. Secondo alcuni ricercatori dell'Office of Science and Technology Policy degli Stati Uniti il modo più comune in cui il Covid19 viene trasmesso da una persona all'altra è attraverso minuscole particelle del virus sospese nell'aria di ambienti interni per minuti e ore dopo che una persona infetta è stata li
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Classificare Sars-Cov2 come un virus trasmesso per via aerea è tardiva, tuttavia l'Organizzazione Mondiale della Sanità – agenzia internazionale di salute che interviene con linee guida anche in caso di crisi sanitarie globali – dichiara ciò che è normalmente basato su un consenso di pareri e opinioni di esperti
. È un organismo che formula raccomandazioni e consigli in materia sanitaria. Certifica il consenso attuale degli esperti ma non fornisce nuove conoscenze provvisorie senza prove definitive, scientifiche e solide. Non si allontana nelle sue dichiazioni dal consenso, adottando un approccio precauzionale, talvolta con un eccesso di cautela per un saldo principio di precauzione.
Trasmissione tramite aerosol è sinonimo di trasmissione aerea, da sempre. Era ovvio anche nei primi mesi del 2020, visto la diffusione così significativa. Sars-CoV2 è un'infezione aerea, come il morbillo, la varicella e la tubercolosi. Omettere questa informazione dalle linee guida ufficiali è stato disastroso.
È deludente che i consigli per la salute pubblica su Covid19 si siano concentrati, sin dall'inizio della pandemia, sulla sanificazione delle superfici più che sulla protezione dalla trasmissione per via aerea. Soltanto il 23 dicembre 2021 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha precisato sul suo sito web, alla pagina intitolata “Malattia da Coronavirus Covid-19” che una persona può essere infettata quando particelle infettive che passano attraverso l'aria vengono inalate a breve distanza
. Il processo è noto come aerosol a breve distanza o trasmissione a breve distanza per via aerea
. L'Oms precisa inoltre che la trasmissione può avvenire attraverso “la trasmissione per via aerea” a lungo raggio in ambienti interni poco ventilati o affollati perchè gli aerosol possono rimanere sospesi nell'aria o viaggiare più lontano della distanza di conversazione
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La comunicazione è stata un errore sin dall'inzio
A due anni dalla pandemia l'Oms non ha ancora comunicato chiaramente i rischi della trasmissione per via aerea, lo si legge soltanto sul suo sito ufficiale. Ripasso davanti al cartello. Ci siamo concentrati sul lavaggio delle mani e sulla pulizia delle superfici piuttosto che sulla ventilazione e sull'uso di mascherine adeguate al chiuso. Ci sono ancora persone che pensano che una chirurgica li protegga. Soltanto una ffp2 può farlo. I messaggi mutevoli hanno contribuito certamente alla resistenza alle misure anti contagio.
Non è una farsa, nel senso che intendono gli autori dell'imbrattamento. Riconosco che è una farsa perchè, pur imparando a conoscere il virus con le conoscenze aggiornate della scienza, la comunicazione non è ancora efficace. Ci vuole chiarezza e completezza per raggiungere le persone, per essere credibili e creduti. Il covid non è niente, sento ancora dirmi in giro. Non mi viene neanche più da piangere mentre la gente si diverte con tanta voglia di vivere, come se fosse finito tutto o niente fosse mai successo. Come se non capisse più il senso delle restrizioni.
Gli assalti esagerati alle città turistiche nei giorni delle vacanze di Pasqua mi hanno fatto tristezza. Non ci può essere nessun distanziamento, nemmeno di un centimetro, tra le calle veneziane, su e giù per i ponti, quando la città è invasa da 150 mila persone in un giorno. Allontanare dalla mente del giorno ciò che disturba, fa paura e stanca è un istinto di sopravvivenza. Desiderare la normalità, dopo quello che abbiamo vissuto, è naturalmente umano. È difficile chiedere alle persone rigore, come lo abbiamo inteso per tanti mesi duri.
A Shangai le persone, dopo troppo rigore, non cantano dai balconi, gridano. Urlano. Piangono. Passando ogni giorno davanti a quel cartello andando e tornando dal lavoro, mi rendo tristemente conto che ho lottato due anni per niente. Siamo punto a capo. I tamponi continuano, si riparla di vaccini in autunno. Si lascia tutti liberi, come ad ogni bella stagione, appena l'aria si scalda.
È una farsa perchè due anni fa ci dicevano di non mettere la mascherina per non spaventare le persone perchè non si trasmetteva assolutamente per via aerea, vabbè ancora non si era capito. Oggi, che si sa essere certamente un virus a trasmissione aerea, ci dicono di toglierla, per dare ed avere un senso di normalità.
È una farsa perchè certi ambienti chiusi, per l'utilizzo delle mascherine obbligatorie, sono considerati diversi da altri. Dal 1° maggio sì al lavoro e sui bus, no nei negozi e nelle discoteche. È una farsa. Se vivi libero con un patogeno così nell'aria, al contagio non si può davvero sfuggire. Basterebbe soltanto una ffp2. Invece sembra che basti fare finta di niente. E raccontarsi che va tutto bene. Anche stavolta.
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