La scienza osserva, raccoglie, analizza i dati ed offre risposte, anche non buone. L’ignoranza invece strumentalizza e sicuramente richiede meno impegno ed applicazione. Sulle fonti, nel 2021, bisogna pretendere precisione.
Contrastare le fake news grazie alla metodologia della ricerca
Il bello della metodologia della ricerca è che rende gli studi riproducibili, segnala i vari limiti e sì, anche i conflitti di interesse
Riflettevo su quante poche difese e barriere abbiamo contro la cattiva informazione nel 2021. È il momento di fare una seria riflessione e di attivare i nostri scudi difensivi contro le notizie false o ambigue e verso le persone che le diffondono. In un mondo fortemente interconnesso stiamo piombando in una sorta di nuovo “medioevo culturale”. Poiché anche i più piccoli sono continuatamente sottoposti a stimoli continui dal mondo di internet la soluzione potrebbe essere quella di insegnare fin da subito la metodologia della ricerca . Una disciplina che può radicalmente cambiare il modo di approcciarsi al mondo. Acquisirne i principi, anche basici, può aiutarci ad ordinare le idee in questi tempi confusi.
Quante volte basiamo le nostre opinioni sul “sentito dire”, “me lo ha detto l’amico di”, “l’ho letto sul Blog di quel medico su internet”, “lo ha detto un influencer”, “guarda quel titolo in prima pagina”. Questi sono modi errati di approcciarci alle dinamiche di apprendimento e totalmente inadeguati per quanto riguarda l’estinzione di un dubbio che ci affligge o che ci tormenta. Molti indecisi, dopotutto, sono solo delle persone fortemente schiacciate dal peso opprimente di quello che sta succedendo. Se la vicina di casa vi suggerisce la ricetta per la torta della nonna è accettabile, ma se vi parla di vaccini, virus o plasma convalescente ed in voi si insinuano dei tarli, la cosa può diventare estremamente grave.
Alziamo le barriere e proteggiamoci. Riguardo determinati argomenti non vince l’opinione personale, ma il rigore della ricerca scientifica. Accettiamolo
Esiste, tuttavia, parallelamente anche un network sano che offre possibilità di informarsi in modo responsabile. Si tratta di un Network Bibliotecario Sanitario con tutti gli articoli scientifici sulla pandemia pubblicati dalle maggiori riviste. Pubblicare a quei livelli non è facile ed occorrono determinati requisiti, requisiti che invece non servono per scrivere castronerie sulla bacheca di un social.
The Lancet ha raccolto con accesso totalmente libero, tutti gli articoli del 2020 riguardanti: epidemia da nuovo coronavirus SARS-CoV-2 . Perché non dare un’occhiata quando si ha un lecito dubbio? Capisco che la lettura di articoli del genere non sia semplice ed in questo caso potrebbe subentrare il ruolo del giornalista che “traduce” in modo comprensibile le evidenze. Ma è sempre così? In questo periodo mi è parso più che mai di assistere a dinamiche da titolo sensazionalistico piuttosto che alla divulgazione di informazioni scientificamente accettabili e valide, valide fino al momento in cui altre evidenze subentreranno per spodestarle. E in questo che sta, a mio parere, la meraviglia. Un processo in continua crescita ed evoluzione . Vorrei esortare fortemente ad approcciarsi alla lettura di articoli scientifici, provando ad esempio BJM , NEJM e JAMA .
Effectiveness of BNT162b2 and mRNA-1273 covid-19 vaccines against symptomatic SARSCov2 infection and severe covid-19 outcomes in Ontario, Canada: test negative design study. 20 Agosto 2021 . Troverete sempre il titolo, l’anno di pubblicazione, gli autori con le loro referenze ed i contatti in modo da poterli facilmente trovare. La ricerca, dopotutto, è una rete interconnessa.
L’Abstract vi darà una breve visione generale, ma se siete degli impavidi invece di perdere tempo su tiziocaioesempronioconsigliano.com vi suggerisco di legger il full text, ovvero il testo dell’intero studio, ma preparatevi: è sempre in inglese, quindi armatevi di tempo e pazienza. No, non bastano i due secondi impiegati per leggere un titolo su Facebook.
L’obiettivo dello studio che ho portato come esempio è di valutare l’efficacia dei vaccini mRNA Covid-19 contro l’infezione sintomatica e gli esiti gravi (ricovero ospedaliero o morte). Viene sempre spiegato il disegno dello studio, una sorta di architettura del progetto di ricerca. Uno dei fini del ricercatore è quello di rendere riproducibile ed applicabile in altre realtà quello che dimostra. Niente segreti, niente sotterfugi, che esistono solo nelle teste dei complottisti e non di certo dentro quelle dei ricercatori.
Lo studio preso in esame specifica il luogo di reclutamento, in questo caso l’Ontario, in Canada nel periodo tra il 14 dicembre 2020 ed il 19 aprile 2021. Leggendo si capisce chi sono i partecipanti, la tipologia di popolazione, l’intervento e le misure di outcome; in questo caso la identificano come: efficacia del vaccino contro l’infezione sintomatica e gli esiti gravi. Vi è poi tutta l’analisi dei dati per arrivare alla conclusione, ovvero, le due dosi di vaccini mRNA Covid-19 sono efficaci contro l’infezione sintomatica e gli esiti gravi. Lo studio preso in esame osserva, inoltre, come l’efficacia di una sola dose di vaccino sia inferiore in particolare per gli anziani poco dopo la prima dose.
Adesso dico a te, tuttologo di Facebook: hai strumenti, mezzi, conoscenze e competenze metodologiche per condurre studi simili e dimostrare quello che condividi nel tuo post? Il mio algoritmo è breve: Se sì, bene, un confronto è possibile. Se no, evita di condividere e divulgare spazzatura
Voglio continuare il mio viaggio prendendo casualmente un altro articolo, questa volta dal New England Journal of Medicine: Early Convalescent Plasma for High-Risk Outpatients with Covid-19 . Anche qua, come nel precedente, ogni dato su autori, data, luogo di pubblicazione è correttamente riportato. Tracciabilità, sempre, perché lo scienziato non lavora con il favore delle tenebre .
I ricercatori si chiedono se la somministrazione precoce di plasma convalescente ottenuto da donatori di sangue che si sono ripresi dalla malattia Covid-19 possa prevenire la progressione della malattia in pazienti acuti e ad alto rischio con Covid-19. Vengono spiegati i materiali e metodi ed il famoso disegno ci dice che si tratta di uno studio randomizzato multicentrico in singolo cieco (assegnazione del trattamento ai soggetti con un metodo casuale).
Sono sempre gli RCT che producono le best evidence. In una famiglia reale dei disegni di studio gli RCT sono i Re. Voglio tuttavia tornare allo studio sul New England e mettere in un angolo la passione per la metodologia che ogni tanto prevarica. Gli sperimentatori hanno assegnato a pazienti trattati in Pronto soccorso per i sintomi di Covid-19 un’unità di plasma convalescente con alto titolo di anticorpi contro la sindrome respiratoria acuta grave da SARS-CoV2 e ad un altro gruppo un placebo (sostanza con lo stesso aspetto del farmaco senza principi attivi).
Abbiamo un gruppo caso ed un gruppo controllo, elementi indispensabili per l’RCT. Nel full text ovviamente troverete la descrizione dello studio in maniera approfondita come sempre. A questo punto ci si potrebbe anche interrogare lecitamente sull’eticità dei trattamenti placebo, ma questa sarà un’altra storia. Lo studio descrive, inoltre, la tipologia di pazienti (50 anni o più ed uno o più fattori di rischio per la progressione della malattia) e continua nel riportare accuratamente i materiali e metodi. Tutti si sono presentati in PS entro 7 giorni dall’insorgenza dei sintomi, in condizioni stabili per gestione ambulatoriale.
Come esito primario è stata studiata la progressione della malattia entro 15 giorni dopo la randomizzazione valutando (hanno scelto un outcome composito): ricovero ospedaliero per qualsiasi motivo, ricerca di cure di emergenza o urgenza, morte senza ricovero. Sono stati identificati anche outcome secondari che vengono spiegati accuratamente nell’articolo.
I risultati hanno parlato in questi termini. Su un totale di 511 pazienti arruolati, 257 nel gruppo plasma convalescente e 254 nel gruppo placebo. La progressione della malattia si è verificata in 77 pazienti (30%) nel gruppo Plasma Convalescente e in 81 pazienti (31,9%) nel gruppo placebo. Cinque pazienti nel gruppo Plasma ed un paziente nel gruppo placebo sono morti. I risultati legati alla gravità della malattia erano simili nei due gruppi. In conclusione, la somministrazione di plasma convalescente Covid-19 ambulatoriali ad alto rischio entro una settimana dall’insorgenza dei sintomi Covid-19 non ha impedito la progressione della malattia.
La scienza osserva, raccoglie, analizza i dati ed offre risposte, anche non buone. L’ignoranza invece strumentalizza e sicuramente richiede meno impegno ed applicazione. “Scienziati di Facebook”, avete condotto studi della stessa valenza a riguardo? Sulle fonti, nel 2021, bisogna pretendere precisione. In sintesi, cos’è che amo maggiormente della ricerca? È proprio il fatto che tutto cambia e si evolve. Uno studio tra anni o mesi, magari, potrà essere smentito o avvalorato da altre ricerche condotte con rigore metodologico, ma non di certo da opinioni basate sul nulla. Il bello della metodologia della ricerca è che rende gli studi riproducibili, segnala i vari limiti e sì, anche i conflitti di interesse .
Porto l’ultimo esempio da JAMA Network: Short-term Reactions Among Pregnant and Lactating Individuals in the First Wave of the COVID-19 Vaccine Rollout, pubblicato il 17 Agosto 2021 . Si prefissa di studiare le reazioni a breve termine tra le persone in gravidanza ed in allattamento nella prima ondata del lancio del vaccino Covid-19. Come presupposti (citando sempre altre evidenze):
i vaccini contro SARSCoV2 sono altamente efficaci nella prevenzione della malattia da Covid-19
la ricerca ha scoperto che Covid-19 è associato ad eventi avversi in gravidanza
le raccomandazioni includono l’offerta dei vaccini alle donne in gravidanza e in allattamento nonostante la loro mancanza di inclusione negli studi clinici iniziali
ad oggi esistono dati limitati sui vaccini e sugli esiti in gravidanza e allattamento
L’obiettivo dello studio è stato quindi quello di indagare le esperienze di soggetti in gravidanza ed in allattamento dopo aver ricevuto i vaccini Covid-19. Nel gennaio 2021 hanno avviato uno studio di coorte prospettico, on line, su adulti residenti principalmente negli Stati Uniti in gravidanza, in allattamento o in pianificazione di una gravidanza al momento della vaccinazione.
L’articolo continua con i materiali e metodi ed analisi dei risultati espressi in modo accurato e dettagliato. Parla anche di una possibile dispersione di dati ed identifica tre gruppi: 7809 individui incinte (44,6%), 6815 individui in allattamento (38,7%), 2901 individui in pianificazione di gravidanza (16,5%). I dati sono stati analizzati da gennaio a marzo 2021.
Lo studio prospettico di coorte non è uno dei migliori disegni di studio per dimostrare evidenze ed abbiamo già detto che il “Re delle evidenze” è l’RCT. È comunque emerso, con i numerosi limiti che rendono più debole lo studio, che i vaccini Covid-19 sono stati ben tollerati tra le persone in gravidanza , in allattamento o che pianificavano una gravidanza. I ricercatori concludono dicendo che sono necessari ulteriori studi. Magari, perché non degli RCT? La ricerca è anche questo: porsi dubbi ed evidenziare i punti sia di forza che di debolezza di uno Studio, perché spesso è proprio dalle falle che il ricercatore dalla parte opposta del mondo sarà spronato a fare meglio.
Io mi fido di questo mondo. Dopotutto se un uomo parte con delle certezze finirà con dei dubbi; ma se si accontenta di iniziare con qualche dubbio, arriverà alla fine con qualche certezza .
Martina Benedetti - Infermiera
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