Sono state condannate a sei anni di reclusione le due infermiere dell'ospedale civico di Palermo accusate di non aver somministrato il vaccino anti Covid, gettandolo in una garza prima di fingere l'iniezione, quando erano in servizio presso l'hub della Fiera. L'illecito, compiuto in cambio di soldi, era stato ripreso dalla Digos nel corso di un'indagine sui falsi green pass, la certificazione verde richiesta in piena pandemia a tutela della salute pubblica.
Palermo, finti vaccini anti Covid in cambio di soldi. Infermiere condannate
Le prove del reato, raccolte anche con intercettazioni telefoniche, erano così palesemente evidenti che le due infermiere erano andate a processo con giudizio immediato per fatti commessi tra dicembre 2021 e gennaio 2022.
Al processo sono state condannate a 4 anni e mezzo di reclusione anche altre due persone, attiviste no vax, che avrebbero certamente pagato le due infermiere, anche se sono stati individuati altri sospetti, tra cui un poliziotto ed un pregiudicato, le cui cause sono ancora pendenti.
Durante l'interrogatorio soltanto un'infermiera aveva ammesso le proprie responsabilità giustificando di aver commesso il reato perché aveva bisogno di soldi per sostenere gli studi universitari del figlio. In cambio della finta vaccinazione Covid aveva intascato così circa 400 euro alla volta.
La seconda infermiera avrebbe invece agito illecitamente perché spinta da una forte convinzione ideologica no vax. Le immagini la riprendono mentre si faceva il segno della croce prima di procedere con la somministrazione. Dalle indagini era emerso inoltre che non aveva vaccinato, usando la stessa tecnica, altre 49 persone che invece il vaccino lo volevano e che erano capitate nella postazione vaccinale dell'infermiera nelle due giornate in cui vi ha lavorato.
Al processo, che si è svolto con rito abbreviato, il giudice del tribunale palermitano ha altresì disposto un risarcimento di 5mila euro per l'Ordine delle Professioni Infermieristiche e 7500 euro complessivi per cinque persone tra quelle che non erano state vaccinate a loro insaputa e che si erano costituite parte civile.
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