Se diventare infermiere è solo un ripiego
Spetta a noi scegliere per quale professione concorrere basandoci solo ed esclusivamente sulle nostre passioni
Nel 2015 e nel 2016 provai il test di ammissione in un ateneo che aveva pochissimi posti disponibili rispetto al numero dei partecipanti e, con molto rammarico, non riuscii ad entrare. Successivamente mi sono dedicata ad altro senza mai accantonare il mio sogno di diventare infermiera .
Da un anno a questa parte la mia voglia di aggrapparmi a questo sogno è tornata a tormentarmi, più forte di prima, ma con molto dispiacere ho notato che la situazione spiacevole che avevo già riscontrato 4/5 anni fa non è affatto cambiata.
Tutti voi sapete che, al momento dell’iscrizione al test, si possono inserire più preferenze per quanto riguarda le diverse professioni sanitarie e il numero di preferenze varia da ateneo ad ateneo. Questa decisione a prima vista potrebbe rappresentare un’opportunità, ma si rivela, ogni anno, controproducente e denigrante per la professione infermieristica .
Molti ragazzi che aspirano ad altre professioni sanitarie, infatti, approfittano di questa possibilità per non rimanere un anno fermi nel momento in cui non riescono ad entrare nella loro prima scelta, che necessita di un punteggio molto più alto rispetto a quello necessario per accedere ad infermieristica.
Questo, di conseguenza, preclude la possibilità agli aspiranti infermieri (appassionati) di essere ammessi, perché, magari, hanno ottenuto un punteggio anche di poco più basso.
In poche parole, buona parte delle persone che ogni anno vengono ammesse ad Infermieristica sono lì per non perdere l’anno, non perché vogliano fare davvero gli infermieri. Sanno già che l’anno successivo tenteranno di cambiare C.d.L per entrare nella loro prima scelta mentre, nel frattempo, coloro che vogliono svolgere per passione questo lavoro si ritrovano a dover ricominciare tutto da capo dopo aver perso uno o più anni vedendo, al posto loro, gente che non ha il minimo interesse di diventare infermiere, con il rischio, magari, di svolgerla nel modo sbagliato (se dovessero concludere il percorso di studi controvoglia).
Certo, non c’è niente di illegale, visto che il Ministero offre questa possibilità, ma credo sia qualcosa che andrebbe rivista al più presto , togliendo questa assurda possibilità di avere più preferenze.
Ci sono tante persone di cui mi faccio portavoce che si ritrovano nella mia situazione, purtroppo sempre più ragazzi ricorrono a questo “trucchetto” per superare il test e lo trovo penalizzante per una professione che da sempre è importante per l’intera comunità e lo sta dimostrando ancora di più in questi mesi di emergenza Covid-19 .
Ritengo che, passata la maturità, la maggior parte abbia chiaro in testa ciò che vuole fare nella vita. Che senso ha, quindi, mettere più scelte? Se il test è uguale per tutti e si svolge nello stesso giorno, spetta a noi scegliere per quale professione concorrere basandoci solo ed esclusivamente sulle nostre passioni. Se i test di ammissione per le altre facoltà venissero programmati negli stessi giorni, le persone sarebbero costrette a fare una scelta, lo stesso dovrebbe essere per il test di ammissione alle professioni sanitarie .
Giulia Maruccia – Aspirante studentessa infermiera
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