Erika, 18 anni, frequenta l’ultimo anno delle scuole superiori e vuole intraprendere una scelta coraggiosa: iscriversi al Corso di Laurea in Infermieristica. Sa già che dopo la maturità dovrà passare l’estate a studiare per superare la selezione e accedere ai Corsi di Laure a numero programmato delle Professioni Sanitarie.
Una scelta difficile: le Professioni Sanitarie
La scelta post diploma di maturità
Erika è in fibrillazione, vuole diventare Infermiera ed ha appena iniziato a frequentare il quinto anno del Liceo Artistico nella sua città, Foggia. A 18 anni ha già scelto cosa vuole fare da grande: dedicarsi al prossimo così come fanno mia sorella, mia mamma e mio papà, tutti Infermieri .
Sono consapevole che l’istituto superiore che sto frequentando mi forma poco nel campo sanitario, ma mi offre molto dal punto di vista artistico e culturale e oggi non è poco, visto che si passano i quiz d’ingresso ai Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie anche con la cultura generale - ci spiega la nostra interlocutrice, incontrata nel capoluogo pugliese all’inizio dell’estate.
Ha le idee chiare Erika , o almeno questo è quello che vuole paventarci. Comunque sia è convinta di fare una scelta importante e di mettersi a disposizione di chi soffre.
Ecco cosa voglio fare da grande: dedicarmi al prossimo così come fanno mia sorella, mia mamma e mio papà, tutti Infermieri
Chi come me lavora con l’arte riesce ad andare oltre la dimensione puramente meccanica del corpo umano – ci spiega – oggi assistere una persona, per quello che posso capirne io, significa accoglierla anche sotto altre dimensioni. Parlo della dimensione umana, spirituale e, perché no, artistico-emotiva. L’uomo sofferente è un uomo che tende a pensare al male, è depresso, è spento dentro. Forse con l’arte e con la riscoperta della cultura dell’umano si potrebbero cambiare gli esiti di tante patologie. Lo ripeto, quello che conosco della malattia e dell’assistenza infermieristica è ereditata da una cultura familiare, non ho esperienze dirette. Per cui spero mi piaccia questa professione. Al momento, però, devo superare altri due traguardi importanti: prendere la maturità e superare il test delle Professioni Sanitarie .
Erika nella vita non studia solo al Liceo d’Arte, ma si dedica al volontariato in una nota Associazione Onlus foggiana e con la sua parrocchia, quando può, aiuta i migranti a trovare lavori saltuari e beni di prima necessità.
La sua è la vita di una diciottenne insolita, piena di speranza, che non pensa alle comparsate sui social-media, ma che cerca di vivere la vita guardando sempre al bene del prossimo.
Le mie amiche pensano a divertirsi, a sballarsi di alcool, a farsi le canne – continua Erika – io sono fidanzata da due anni e sono felice con il mio ragazzo, non ho bisogno di esaltazioni; con questo non dico che non mi piace divertirmi o andare alle feste oppure agli aperitivi, anzi ci vado volentieri; dico solo che tutto deve essere moderato. Lo sballo fine a sé stesso non porta mai da nessuna parte .
Ho assistito mia nonna morente a letto, giorno dopo giorno le offrivo la mia mano e il mio sorriso, lei mi sorrideva; non poteva parlare, ma so che mi voleva dire grazie e che mi avrebbe protetta da lassù – aggiunge commossa – è stata la mia prima esperienza diretta con la morte, quella di un parente, quella che non dimenticherò mai. Uscirne è stato difficile, ma mia nonna è stata una di quelle persone che ho apprezzato e apprezzerò di più nella mia vita. Nonostante il cancro la debilitasse attimo dopo attimo, lei era sempre pronta a darti dei consigli di vita e a dire che stava bene. So che il dolore che provava era allucinante, ma lei resisteva in attesa di raggiungere mio nonno in chissà quale Paradiso. Quando mi approccerò ad un paziente, ne sono convinta, porgerò sempre la mia mano e il mio sorriso. Sono consapevole che in qualche modo questa scelta è mediata dalla mia vita familiare, in casa si parla sempre e solo di lavoro infermieristico, ma è pur vero che fin da bambina mi occupavo di chi stava male; avevo un gattino che stava per morire, a 5 anni mi sono occupata di lui; ho pianto tanto quella volta...
Quando mi approccerò ad un paziente, ne sono convinta, porgerò sempre la mia mano e il mio sorriso
Non so cosa mi aspetta al Concorso per Diventare Infermieri – conclude Erika – ma sono convinta che ce la farò e che l’anno prossimo mi trasferirò dalla Puglia in un’altra regione. Io preferirei la Toscana o l’Emilia Romagna, perché ho saputo da amici più grandi che là si vive bene e che è possibile ottenere delle ottime borse di studio. Anche per questo e per ottenere la riduzione o l’azzeramento delle tasse universitarie sto cercando di studiare come una pazza e di maturarmi con il massimo dei voti .
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