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Studenti Infermieri, lo stress colpisce un'alta percentuale di discenti

di Redazione

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Da uno studio compiuto dal Polo di Lucca dell'Università degli Studi di Pisa si evince che il problema è reale. Nasce così "Oltre le nuvole", un progetto volto a creare occasioni di peer­caching, ovvero un gruppo di studenti del terzo anno e infermieri neolaureati che possa fornire ai giovani studenti compagni formati e in grado di ascoltarli.

LUCCA. Recenti studi hanno confermato che lo stress colpisce un'alta percentuale di studenti, il numero maggiore però si evidenzia tra Studenti Infermieri. Infatti questi oltre a dover superare esami previsti dalla programmazione didattica, rispettare le tempistiche dettate dall'università, dover gestire emozioni personali, devono imparare a fronteggiare situazioni di stress emotivo che durante il tirocinio si presenteranno ai loro occhi come normale routine.

La morte, la sofferenza e il dolore fisico e psichico accompagneranno progressivamente lo studente, spesso completamente a digiuno da tali emozioni, essendo generalmente lo studente del primo anno poco più che maggiorenne.

Durante il nostro percorso formativo all'interno dell'ospedale ci siamo resi conto che la formazione degli studenti infermieri li espone ad uno stress psicologico dovuto al confronto con la sofferenza e con la morte, argomenti presi solitamente in scarsa considerazione dalla struttura universitaria infatti questa si sofferma più sull'aspetto teorico e pratico rispetto all'aspetto emotivo. Fin dal primo anno i giovani studenti si devono confrontare con la morte dei pazienti assistiti. Le possibilità di parlare di questo evento sono scarse sia perché gli infermieri nei reparti sono impegnati dai carichi di lavoro che lasciano sempre meno spazio alle relazioni sia perché la classe, in quanto luogo giudicante e competitivo non è adeguato al confronto e infine perché la relazione con i docenti è limitata dalle distanze generazionali.

È quindi a Lucca nel polo distaccato dell'Università di Pisa che nasce “Oltre le nuvole” un progetto volto a creare occasioni di peer­caching, ovvero un gruppo di studenti del terzo anno e infermieri neolaureati che possa fornire ai giovani studenti compagni formati e in grado di ascoltarli. Tutto questo per favorire i processi di empowerment mirati al benessere degli studenti, cercando di sostenerli nel caso in cui si sentano inadeguati di fronte ad alcune situazioni come la morte di un paziente o un rapporto difficile con gli infermieri di un certo reparto. Questo per cercare di rendere gli studenti consapevoli della scelta intrapresa, non lasciandoli soli nell'elaborazione del processo del lutto o di altri conflitti, condividendo le proprie esperienze, impressioni e competenze in modo da migliorare la propria gestione dello stress, il benessere psicologico, la fiducia in noi stessi e la propria soddisfazione in ambito lavorativo e universitario.

Ecco quindi cosa abbiamo fatto...

Come prima cosa gli studenti partecipanti al progetto hanno seguito il seminario “Comunicazione etica in medicina” tenuto presso il Polo didattico di Lucca dal Prof. Sergio Ardis, previsto dalla programmazione didattica. Questo seminario prevedeva argomenti come la morte , il morire il lutto e la comunicazione. A seguito di questa esperienza i membri del gruppo hanno chiesto allo stesso Prof. Sergio Ardis e al Dr. Moreno Marcucci, autorevole esperto della materia, di sostenere il gruppo con ulteriore formazione e con il monitoraggio delle attività e supervisione. La formazione, informale, ha toccato oltre ad argomenti già trattati nel seminario anche la relazione di aiuto.

La formazione si è svolta in maniera dinamica, spesso caratterizzata da “role­playing” grazie al quale gli studenti hanno potuto confrontarsi sulle proprie esperienze luttuose e sul proprio vissuto nei reparti, ricordando e condividendo i momenti di tirocinio più difficili che maggiormente li avevano campione di 20 persone che hanno usufruito del nostro sportello, gli argomenti maggiormente discussi sono stati:

- la difficoltà nel conciliare la tecnica e la relazione

- il carico di lavoro e il carico emotivo che il tirocinio porta con sé

- la paura di non essere in grado di affrontare le varie situazioni

- la paura di non apprendere

- l'atteggiamento negativo degli infermieri nei nostri confronti

­Il gruppo di studenti che si è rivolto a noi è stato ampio: abbiamo conosciuto l'esperienza di allievi dai diciannove ai trentuno anni, sia del primo che del secondo anno, prevalentemente ragazze (60%).

Anche quest'anno il gruppo dopo aver partecipato al consueto Meeting Nazionale della Società Italiana per la Promozione della Salute, tenutosi a Potenza, nei cui atti sono contenuti altri tre abstract del gruppo, ha dato il “via ai lavori” per il benessere dei futuri colleghi, in modo da sostenere tutte le prossime generazioni di studenti infermieri ed aumentare il benessere degli studenti in un momento di difficoltà della vita misconosciuto e talvolta ignorato.

I ragazzi di Oltre le nuvole

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