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Patologia

Sindrome di Sezary

di Monica Vaccaretti

Rara ed aggressiva forma di linfoma cutaneo a cellule T, la sindrome di Sezary è un tipo di linfoma non–Hodgkin ad esordio insidioso e a decorso cronico in cui le cellule tumorali sono in grado di infiltrare la pelle, il sangue e i linfonodi. È la seconda causa più comune di linfoma a cellule T, dopo la micosi fungoide dalla quale si differenzia per la presenza dei linfociti tumorali anche nel sangue oltre che nella pelle. La sindrome è caratterizzata da una tipica triade: eritroderma, linfoadenopatia e linfociti atipici circolanti definiti cellule di Sezary (dal medico che per primo descrisse la malattia).

Rappresenta il 3% di tutti i linfomi cutanei

La sindrome è caratterizzata da una tipica triade: eritroderma, linfoadenopatia e linfociti atipici circolanti .

Con un'incidenza annuale di un caso su 10 milioni, la sindrome di Sezary colpisce più comunemente i maschi, compare in età adulta attorno alla quinta decade di vita ed ha una progressione rapida.

La prognosi è sfavorevole: la sopravvivenza media è di circa 5 anni. L'aspettativa di vita, migliorata significativamente grazie alla terapia medica, è variabile in rapporto al quadro iniziale e all'evoluzione che dipende dallo stadio della malattia e dal tipo di lesione.

Seppure l'eziologia non sia ancora chiaramente nota, alcuni studi suggeriscono che la sindrome sia multifattoriale e multigenica, associata a varie anomalie e mutazioni genetiche, non ereditarie ma acquisite, che alterano soprattutto i cromosomi 8, 10 e 17.

Come si manifesta la sindrome di Sezary

La sintomatologia è legata principalmente alla cute. Compare eritroderma esfoliativo, ossia una eruzione molto pruriginosa e diffusa che si sviluppa in seguito ad infiltrazione quando le cellule di Sezary, che si trovano nella lesione della cute, riescono ad infiltrare la pelle raggiungendo il circolo sanguigno.

La linfoadenopatia è lieve o moderata, si perdono i capelli (alopecia), compare gonfiore cutaneo (edema) e una facies leonina. Può comparire un lieve cheratoderma, ossia una pelle ispessita e screpolata sui palmi delle mani e sulle piante dei piedi ed onicodistrofia, anomalia delle unghie.

È tipica anche l'insorgenza di ectropion, ossia palpebre inferiori che tendono a girarsi verso l'esterno. Può comparire anche epatosplenomegalia. I pazienti lamentano un affaticamento generale e spesso tremano per il freddo a causa della difficoltà a regolare la propria temperatura corporea rispetto alle persone sane. Febbre, sudorazioni notturne e perdita di peso compaiono in stadi successivi nel corso della malattia.

Diagnosi

La diagnosi differenziale si pone con le reazioni avverse ai farmaci, le micosi fungoidi, altre forme di linfoma cutaneo a cellule B ed altre cause di eritroderma quali la psoriasi(LINK), la dermatite atopica e la pitiriasi rubra pilare. La sindrome è diagnosticata attraverso l'esame fisico, che accerta la presenza di noduli e lesioni cutanee, e gli esami ematochimici con emocromo completo.

Può essere utile anche lo striscio di sangue periferico, per contare ed osservare l'aspetto delle cellule tumorali circolanti, e l'immunofenotipizzazione per identificare le cellule tumorali confrontandole con quelle normali del sistema immunitario.

Ai fini diagnostici si può eseguire anche il test di riarrangiamento del gene del recettore delle cellule T per verificare la presenza di un eccesso di copie identiche, dette cloni, tipicamente associate alla malattia. La citometria a flusso consente di misurare il numero, le dimensioni, la forma delle cellule tumorali (presentano un nucleo a serpentina) e la presenza di marcatori tumorali sulla loro superficie.

La biopsia cutanea, con un prelievo di cellule o piccoli frammenti di tessuto, può talvolta essere dubbia istologicamente nel verificare la presenza di segni della sindrome. Radiografia del torace, Tac, risonanza magnetica, PET e biopsia dei linfonodi completano la valutazione diagnostica per la stadiazione.

Attualmente i criteri che definiscono la sindrome sono:

  • un numero assoluto di cellule di Sezary pari o maggiore a 1000 cellule/mm3
  • un aumento delle cellule CD3 o CD4 positive con un rapporto CD4/CD8 di 10 o maggiore
  • un'espressione deficitaria di CD7 nelle cellule T
  • un aumento del numero assoluto o relativo di linfociti con evidenza di un clone di cellule T identiche nel sangue e nella cute (mediante tecnica Southern Blot o PCR)
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