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Patologia

Osteoporosi, cause sintomi e diagnosi

di Domenica Servidio

L’Osteoporosi è una malattia sistemica dello scheletro caratterizzata da una progressiva riduzione quantitativa della massa ossea e da alterazioni qualitative scheletriche che provocano un incremento della fragilità ossea e di conseguenza un aumentato rischio di frattura.

Osteoporosi la malattia silente

Osteoporosi

Osteoporosi

Se ne conoscono due forme: la primitiva comprendente l’osteoporosi post-menopausale, la cui causa principale è un deficit estrogenico dovuto alla menopausa, che sfocia in un aumento della perdita ossea dovuta all’età e in una inibizione della formazione ossea, contribuendo all’insorgenza di fratture da fragilità a carico soprattutto delle vertebre e del radio distale.

L’osteoporosi viene anche definita “malattia silente”, perché evolve senza dare sintomi finché non provoca una frattura o il collasso di una o più vertebre.

Il British Medical Journal l’ha definita non malattia, in quanto è più correttamente considerabile una causa di malattia (frattura).

Le fratture da fragilità possono coinvolgere la maggior parte dei segmenti scheletrici, ma più frequentemente ad essere colpito è il corpo vertebrale, l’estremo prossimale del femore e dell’omero e l’estremo distale del radio.

La forma secondaria è invece causata da numerose patologie e farmaci.

Esiste inoltre la cosiddetta forma giovanile, che si manifesta nella fase infantile o adolescenziale, dovuta a mutazioni genetiche che causano alterazioni quantitative e qualitative della componente connettivale dell’osso.

Fattori di rischio dell’osteoporosi

Esistono diversi fattori di rischio che aumentano la probabilità che l’osteoporosi si manifesti.

Essi si dividono in non modificabili, come l’età, familiarità per fratture da fragilità, fratture pregresse, carenze ormonali, comorbilità, malattie ereditarie ed anomalie endocrine e modificabili come la dieta, BMD, basso peso corporeo, abuso di alcool, fumo di sigaretta, inattività fisica, iper-calciuria, iper-omocisteinemia e utilizzo di alcuni farmaci.  

È possibile attuare la prevenzione dell’osteoporosi fin dalla giovane età. L’obiettivo è quello di massimizzare il picco di massa ossea, ovvero la quantità di tessuto minerale osseo, presente alla fine della maturazione fisica, un momento che tra le ragazze si raggiunge tra i 16 e i 18 anni e nei maschi tra i 20 e i 22 anni.

Da questo momento in poi la densità e la dimensione delle ossa non aumentano più e si mantengono costanti per tutta l’età adulta. Nei soggetti in cui l malattia sia già stata dimostrata, è necessario impostare terapia con bisfosfonati, farmaci in grado di ridurre il riassorbimento osseo o con farmaci che ne stimolino la formazione. È altrettanto importante ridurre il rischio di fratture, per esempio eliminando le condizioni che possono favorire le cadute, incoraggiando una moderata attività fisica e l’eliminazione di fumo e alcool, ottimizzando l’apporto di calcio e vitamina D.

È oltretutto fondamentale agire sulla formazione del personale sanitario circa la conoscenza e la consapevolezza di questa vera e propria emergenza assistenziale ed economica. È necessario progettare infatti, nuovi modelli organizzativi capaci di superare la logica della prestazione per sviluppare la cultura della presa in carico globale, multi-professionale e multidisciplinare, della persona affetta da osteoporosi e colpita da fratture di fragilità, sia all’interno degli ospedali, nella fase acuta, sia attraverso la costruzione di percorsi di continuità assistenziale che l’accompagnino nella fase riabilitativa, nel proprio domicilio o nelle strutture appropriate.

Il personale sanitario deve inoltre formare il paziente affetto da osteoporosi, anche in merito a consigli comportamentali da adottare nella vita quotidiana:

  • Usare scarpe basse, preferibilmente con suole di gomma antiscivolo
  • Rimuovere eventuali ingombri dove si è soliti passare
  • Non lasciare gli animali domestici camminare troppo vicino
  • Non cercare di spostare mobili da soli
  • Mantenere la schiena dritta quando ci si piega sulle ginocchia e sulle gambe
  • Salendo le scale, reggersi alla ringhiera
  • Tenere luci notturne o una torcia per camminare di notte
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