L’arterite a cellule giganti, nota come arterite di Horton, è una infiammazione cronica a carico dei vasi sanguigni, delle grandi e medie arterie di testa, collo e tronco; in particolare, le arterie comunemente colpite sono quelle temporali che scorrono lungo il cuoio capelluto e arrivano ai muscoli delle guance e ai nervi ottici. La causa risulta sconosciuta, è comune nei soggetti femminili sopra i 55 anni spesso con già polimialgie reumatiche di base.
Arterite di Horton: sintomi
I sintomi associati all’arterite di Horton possono essere diversi:
- febbre, affaticamento, calo ponderale, malessere generale
- cefalea, che solitamente si presenta come intensa e pulsante, localizzata sul retro del capo (zona parietale, occipitale), con associato dolore localizzato alle tempie che possono risultare dolenti al tatto, così come il cuoio capelluto, dolente quando ci si pettina o tocca semplicemente
- disturbo del visus che può manifestarsi come diplopia o visione offuscata, fino ad arrivare alla cecità completa e improvvisa monoculare, quella di entrambi gli occhi è più rara
- dolore alla masticazione a livello della mandibola e della lingua, anche durante l’eloquio
Arterite di Horton: diagnosi e trattamento
Per poter fare diagnosi di arterite di Horton è necessaria un'attenta anamnesi e esame obiettivo del paziente, analizzando scrupolosamente i segni e sintomi che possono ricondurre alla patologia. Sono necessari esami ematici dove analizzare in particolare alcuni indici di infiammazione (PCR), VES e emocromo; possibilità di esecuzione di biopsia dell’arteria temporale per confermare la diagnosi. A livello di imaging può essere utile l’esecuzione di angiografia con risonanza magnetica (angio-RM) che è in grado di riprodurre immagini dettagliate dei vasi sanguigni che si vogliono andare a visionare.
Il trattamento dell’arterite a cellule giganti prevede la somministrazione di corticosteroidi (prednisone) ad alti dosaggi per interrompere il processo infiammatorio e prevenire in primis la perdita della vista; si tratta di terapie che possono protrarsi fino a due anni; in associazione, un altro farmaco utile a ridurre gli indici di flogosi è il tocilizumab (anticorpo monoclonale) che può essere assunto per ridurre il tempo o la dose di corticosteroidi. Infine, talvolta viene consigliata l’assunzione di bassi dosaggi di aspirina per evitare l’insorgenza di complicanze.
Dopo la terapia i sintomi possono scomparire, ma non è certo che essi non compaiano nuovamente a distanza di tempo.
Arterite di Horton: complicanze
Oltre alla cecità improvvisa, invalidante complicanza che può accadere, vi è la possibilità che si verifichino episodi di ictus a causa dell’ipoafflusso sanguigno cerebrale, oppure, formazione di aneurismi/dissecazioni aortiche a causa dell’infiammazione vasale.
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