Ho ripreso quei vecchi appunti, quelli scritti in fretta su quei banchi universitari...
Quelli che quando li scrivevi ti facevan sognare, perché in fondo pensavi: "ecco i modi per cambiar le cose!"
E ti sentivi un potenziale Dio, capace di cambiare la storia.
Sto rileggendo quelle pagine, ricordo di averci messo qualche mese per preparare quell'esame, ma sorrido ancora ricordando la musica in festa nella mia testa dopo aver sentito quel voto.
Quelle leggi le avevo lette e ripetute e studiate persino sotto la doccia, eppure ora faccio fatica a ricordarle, pochi anni per dimenticare.
Sarà che le cose nella realtà sono così diverse.
Ed eccoci qui la prima resa dei conti si avvicina.
Un insieme e un contrasto di emozioni, forse paure o piene convinzioni di quello che alla fine sarà.
Potrebbe cambiare tutto, ma non cambierà niente.
Ancora una volta di fronte a quel banco.
Chiederanno; chissà cosa chiederanno.
Saranno poi davvero due domande a poter decidere se sei adatta a quel ruolo? Chi lo decide?
Non lo so.
E allora tu che farai? Cosa dirai? Che faccia farai?
Capita mai di sentirsi pronti per un esame? Ma quanti ne devi affrontare?
Eppure qualunque esso sia, qualunque cosa comporti, qualunque risultato abbia, cambierà un pezzo di te, avrai fatto un passo in più o forse uno in meno.
Sarai sempre tu, ma non sarai più lì dov'eri.
E allora non resta che chiudere questi libri e godersi queste emozioni perché in fondo domani tutto cambierà, potrai essere felice o incazzata ma finalmente nuovamente libera di sentirti migliore.
"I buoni rideranno e i cattivi piangeranno, quelli del Purgatorio un po’ ridono e un po’ piangono. I bambini del Limbo diventeranno farfalle. Io speriamo che me la cavo." (dal libro poi film "Io speriamo che me la cavo", 1990)
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