BERGAMO. Dopo due mesi di angosciante silenzio, di Greta Ramelli (20 anni) e di Vanessa Marzullo (21 anni), non si sa ancora nulla. Le due cooperanti che si trovavano ad Aleppo, in Siria, per seguire progetti umanitari nel settore sanitario e idrico, sono nelle mani dei sequestratori da più di 60 giorni.
Nonostante gli appelli in arabo lanciati anche dall’imam di Firenze, per la studentessa di infermieristica e per la sua amica, la faccenda sembra più complessa del previsto.
La silenziosa vicenda angoscia due paesi, Brembate (Bergamo) e Gavirate (Varese), e due famiglie che sperano di riabbracciarle presto. Il silenzio è strategico, proprio per non compromettere la possibilità di un risvolto positivo, a cui continuano a credere i genitori.
Su indicazioni della Farmesina, anche Brembate insieme al suo sindaco, Mario Doneda, abbassa i toni. “In questo momento – racconta il primo cittadino – è necessario seguire le indicazione che arrivano da Roma. Non abbiamo dimenticato Vanessa e nemmeno Greta”.
Nessuna notizia, dunque, sulla sorte delle due ragazze: si aspetta solo un forte segnale dalla Farnesina.
“Anche se le notizie che arrivano dalla Siria sono tutt’altro che incoraggianti – interviene il papà di Vanessa – non voglio perdere la fiducia. Sono momenti delicati per chi deve trovare una soluzione.”
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