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lettere al direttore

Specialistica in Albania. Sarebbe più logico abolire il numero chiuso in Italia

di Redazione

ERICE. Gentile Direttore,

prendendo spunto da una lettera inviata dal collega Raffaele Recchia, che condivido tout court e nell'attesa di una presa di posizione degli organi di rappresentanza sia Infermiristica che medica, voglio aggiungere alcune considerazioni:

Per esempio, quale è il significato del numero chiuso in Italia dei corsi in Infermieristica e Medicina e chirurgia?

È, infatti, del tutto evidente che molti non riuscendo a superare l'ostacolo del numero chiuso scelgono questa opzione. Viene quindi spontanea domandarsi (citando un celebre farse del grande Antonio Lubrano), chi potrà permettesi questa opzione?

Poichè l'offerta formativa sembra andare al di la dei reali bisogni dei paesi ospitanti, non sarebbe più logico a questo punto abolire il numero chiuso in Italia?

O voliamo perpetrare un'altro scempio all'Italiana e quindi ritrovarci tra qualche anno con i figli dei benestanti tutti laureati e gli altri no?

In un paese dove l'ascensore sociale è perennemente guasto e che figli notoriamente intraprendono la stessa professione del padre, non vorrei ritrovarmi in una sanità dove i figli dei medici saranno tutti laureati cosa che non potrà accadere per esempio per i figli degli Infermieri, nessuna polemica con i medici per carità, solo una costatazione, visto gli stipendio che percepiamo sicuramente nessun infermiere potrà fare accedere i figli a quel corso. (ho letto di tasse universitarie di 7000/8000 € euro l'anno.) 

Mi farebbe piacere conoscere il pensiero, in merito, della Presidente Annalisa Silvestro.

Cordialmente.

Matteo Giuseppe Incaviglia

Infermiere Forense

Seg. Reg. "Avvocatura di Diritto Infermieristico"

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