Ortoressia, il disturbo alimentare che fa del cibo sano un'ossessione

L'ortoressia nervosa è l'attenzione eccessiva al mangiare sano che degenera in un'ossessione. L'attenzione esagerata alla salubrità del cibo, che diventa fissazione, si accompagna ad un insolito interesse per la propria salute, associato a forti convinzioni alimentari, non sempre corrette, nonché all'adesione a regimi alimentari alternativi alla ricerca di un ipersalutismo, uno stile di vita sano solo in apparenza. La restrizione alimentare imposta può provocare infatti malnutrizione, squilibri nutrizionali, eccessivo calo ponderale con conseguente rischio di compromissione della salute fisica e mentale.

Disturbo alimentare che fa del cibo sano una vera ossessione

Seppur non ancora inserita in una specifica categoria diagnostica non essendo stati individuati chiari criteri di classificazione per riconoscerla come patologia nel DSM-5 - il principale manuale di diagnostica dei disturbi mentali - l'American Psychiatric Association considera l'ortoressia un disturbo della nutrizione e dell'alimentazione che presenta elementi comuni sia con l'anoressia e la bulimia sia con il dismorfismo corporeo e il disturbo evitante/restrittivo dell'assunzione di cibo.

I dati epidemiologici sono scarsi e discordanti, sia nella prevalenza nella popolazione generale che nella distribuzione di genere. Sembra tuttavia che il disturbo colpisca indifferentemente uomini e donne, soprattutto tra i 40 e i 50 anni di età.

Si tratta di un'attenzione malsana e una preoccupazione patologica verso il cibo sano che nasce dalla convinzione che solo questo tipo di nutrizione possa garantire un benessere duraturo.

Sintomi di ortoressia

Chi ne soffre manifesta un integralismo alimentare al fine di raggiungere uno stato di salute perfetto, preoccupandosi in maniera esagerata della qualità del cibo e delle sue proprietà nutritive piuttosto che della quantità.

Similmente all'anoressia e alla bulimia, il soggetto colpito tende al perfezionismo della propria immagine corporea e alla necessità di mantenere il controllo sul cibo. Si auto impone regole troppo rigide che riducono la varietà della dieta assunta. Evita in maniera ossessiva gli alimenti ricchi di conservanti ed additivi artificiali che potrebbero danneggiare la salute sino ad escluderli completamente, anche in assenza di intolleranze ed allergie.

I pasti vengono pianificati con eccessiva cura, dedicando ore con giorni di anticipo alla scelta degli alimenti di alta qualità da acquistare e da preparare con attenzione anche alle modalità di cottura.

Le persone affette da ortoressia manifestano intolleranza verso tutti coloro che non aderiscono allo stesso regime alimentare. Nella convinzione che il cibo da assumere debba essere necessariamente puro, l'ortoressico prova disgusto nel riempire il proprio corpo con sostanze non naturali e ha paura di contaminarlo, pertanto, sente il desiderio continuo di depurarsi.

I pensieri sulla selezione del cibo sano diventano ripetitivi e costanti rendendo evidentemente ossessivo l'atteggiamento. Nella convinzione maniacale e totale delle proprie scelte, vive un disagio sociale per la perdita del comune senso di convivialità che lo porta all'isolamento personale.

Insorgono senso di colpa, rabbia, depressione se le severe regole auto imposte non vengono osservate scrupolosamente. L'angoscia, l'ansia e la vergogna crescono ad ogni comportamento sempre più rigido che si infligge.

Se la condotta alimentare salutare viene rispettata e se ne ha il controllo, la persona ortoressica esprime invece soddisfazione, aumenta la propria autostima e migliora la propria percezione corporea.

Oltre all'eccessiva attenzione per la salubrità del cibo piuttosto che al suo gusto e al piacere del mangiare, l'ortoressico elimina progressivamente un numero crescente di alimenti, soprattutto zuccheri, carboidrati, latticini e carne.

Aderisce con rigore estremo al vegetarianismo, al veganismo e al crudismo. Si preoccupa persino degli imballaggi e della lavorazione del cibo che acquista. Ha bisogno di conoscere ogni ingrediente contenuto negli alimenti. Manifesta alti livelli di angoscia quando non ha a disposizione alimenti sani e sicuri. Prova disgusto per le persone che mangiano in maniera normale. Risulta molto attivo sui social partecipando a blog che trattano degli stili di vita sani.

Diagnosi di ortoressia

Per formulare una diagnosi è stato sviluppato uno specifico questionario, simile a quelli per diagnosticare altri disturbi alimentari, denominato test di Bratman, ritenuto tuttavia non adeguato come strumento di indagine in quanto privo di una convalida condivisa a livello internazionale.

Composto da 10 domande, il test risulta positivo se almeno quattro risposte sono affermative evidenziando una predisposizione all'ortoressia o confermandone una situazione, anche grave.

Come si tratta l’ortoressia

Poiché il soggetto ortoressico non ha percezione di soffrire del disturbo, la cura non è facile. Per iniziare un trattamento è necessario che la persona prenda consapevolezza di avere un comportamento disturbato.

Perdita di peso, assenza di relazioni sociali e la preoccupazione alimentare sono i primi segnali che il contesto familiare o amicale del soggetto colpito può essere in grado di cogliere per aiutarlo a riconoscere il problema ed intervenire precocemente.

L'approccio multidisciplinare coinvolge il medico, lo psicologo e il nutrizionista. La terapia cognitivo-comportamentale consiste nel gestire le emozioni legate al cibo, nel tenere sotto controllo il quadro clinico e nell'introdurre di nuovo gli alimenti eliminati cercando di far capire, con l'esposizione a cibi ansiogeni prima temuti, i reali benefici reali sulla salute piuttosto che individuare soltanto gli effetti dannosi.