Paura patologica dell’ombelico, l’omfalofobia può derivare dalla paura di "tagliare il cordone” con la mamma o il proprio nucleo d’origine. Si può manifestare con vero e proprio panico all’idea di vedere o toccare l’altrui ombelico. La terapia è di tipo cognitivo-comportamentale e mira ad affrontare la sintomatologia.
Cos’è l’omfalofobia
L’omfalofobia è la paura patologica dell’ombelico proprio o altrui e il soggetto che ne soffre ha repulsione nel toccarlo o anche solo nel vederlo.
Può essere presente anche la paura che qualcosa come sangue o organi possano uscire dall’ombelico o di provare dolore al semplice toccarlo. Il soggetto che soffre di omfalofobia può essere portato ad evitare luoghi nei quali questa parte del corpo è più esposta, come le palestre, le piscine o la spiaggia.
Cause di omfalofobia
Le cause dell’omfalofobia non sono note ad oggi, ma secondo alcune teorie si ipotizza un trauma doloroso al momento della nascita o nella prima infanzia. Più profondamente dal punto di vista psicologico potrebbe essere interpretata come un rifiuto a crescere e vivere una vita autonoma e indipendente rispetto al nucleo familiare originario e alla mamma nello specifico, quindi a “tagliare il cordone ombelicale”.
Come si manifesta l’omfalofobia
La sintomatologia varia a seconda della gravità del disturbo. Alcuni soggetti provano fastidio, bruciore all’ombelico, nausea, ansia o panico.
Nei casi più gravi l’omfalofobia causa disagio a lavarsi, a vivere l’intimità, a guardare un piercing all’ombelico o a frequentare dei luoghi dove possono essere presenti molti soggetti svestiti.
Trattamento dell’omfalofobia
La terapia è psicologica di tipo cognitivo-comportamentale e mira a individuare le possibili cause scatenanti e ad alleviare i sintomi affrontando la paura ossessiva. In alcuni casi possono essere prescritti dallo specialista anche dei farmaci mirati ad alleviare i sintomi.
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