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salute mentale

Alzheimer, solo ieri c’eri

di Monica Vaccaretti

Aiutami a ricordare. Se non mi ricordo, non so chi sono. Tuttavia, mi restano le emozioni e i sentimenti. È con queste parole, appiccicate con una calligrafia incerta su un post-it bianco attaccato su un pannello viola, che vengo accolta all'ingresso della Residenza che ospita i malati di Alzheimer. Deve averle lasciate, dopo l'evento, un ospite che ha tanta paura di dimenticare tutto ciò che è stato ed ha amato. È una supplica che mi strugge il cuore, perché, pur nell'angoscia di avere smarrito identità e memoria, costui si sente ancora persona capace di emozionarsi, di pensare e di avere momenti di vita interiore. È un'ultima consapevolezza intima alla ricerca di un'affettività che non si vuole perdere, perché è tutto ciò che resta e che alla fine conta, anche se si smarrisce la testa da qualche parte, non ci si ricorda la vita di prima, si perdono le strade che riportano a casa e diventano progressivamente estranee le persone che abitano i nostri spazi.

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