Una survey pubblicata su Recenti Progressi in Medicina ha mappato, tramite un’indagine online, in collaborazione con il Gruppo Italiano Data Manager, la presenza dell’infermiere di ricerca sul territorio italiano evidenziando quale ruolo svolgesse. Dalle risposte ricevute è emerso che solo nel 30% dei casi l’infermiere è in possesso di un master di ricerca clinica e le aree di studio maggiormente rappresentate sono quelle onco-ematologica e cardiologica.
Chi è oggi l’infermiere di ricerca in Italia
L’infermiere di ricerca o clinical research nurse è la figura che svolge attività di ricerca in contesti clinici, focalizzandosi sull’assistenza ai pazienti arruolati in protocolli sperimentali.
Una recente survey pubblicata su Recenti Progressi in Medicina ha mappato, tramite un’indagine online, in collaborazione con il Gruppo Italiano Data Manager, la presenza dell’infermiere di ricerca sul territorio italiano evidenziando quale ruolo svolgesse. Dalle 44 risposte ricevute il 70% ricopre il ruolo di study o clinical research coordinator, il 18% di data manager, il 9% di research nurse coordinator.
Quasi nell’80% dei centri intervistati l’infermiere svolge attivamente ricerca e nel 57% anche attività di pratica clinica. Solo nel 30% dei casi l’infermiere è in possesso di un master di ricerca clinica e le aree di studio maggiormente rappresentate sono quelle onco-ematologica e cardiologica.
Quasi la totalità degli infermieri di ricerca gestisce la fase dei prelievi relativi allo studio di ricerca mentre sono ancora scarsamente coinvolti nella spedizione e processazione dei campioni. L’infermiere di ricerca si occupa inoltre della consegna al paziente del farmaco sperimentale, della sua successiva resa e nel 70% dei casi anche del monitoraggio del paziente in tale periodo, soprattutto dei parametri vitali.
La particolarità dell’infermiere di ricerca è la sua capacità di fungere da anello tra lo studio e il paziente, in quanto, per la professionalità che gli appartiene, rimane sempre la figura più vicina al paziente. Una recente normativa in Italia ne ha previsto l’introduzione in tutti i centri che si occupino di sperimentazioni complesse, come quelle di fase 1, eppure la sua diffusione è ancora limitata.
Le cause possono essere diverse, tra cui la mancanza di riconoscimento del valore professionale e la sovrapposizione con altri professionisti che svolgono un lavoro simile, tipo il data manager. Un punto a favore per gli infermieri è la soddisfazione percepita anche dai partecipanti agli studi clinici, in relazione alla presenza di tale figura, che riferiscono come ottima. Sebbene questi dati siano parziali, è auspicabile che la diffusione delle competenze di ricerca aumenti sempre di più alimentando uno spirito collaborativo tra le varie figure professionali coinvolte.
Commento (0)
Devi fare il login per lasciare un commento. Non sei iscritto ?