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Trent’anni di 118, Rimini si illumina di blu

di Redazione Roma

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Il 27 marzo si festeggia il trentennale del Servizio nazionale di emergenza territoriale. Su iniziativa di Siems e Siiet i monumenti delle città anche della provincia di Rimini si illumineranno di blu, il colore rappresentativo dei lampeggianti delle ambulanze. Il referente regionale di Siiet, Rocco Mergola: Segno di rispetto e riconoscimento per il lavoro svolto dagli operatori del 118.

Rimini celebra i 30 anni del servizio di emergenza territoriale

Trent’anni di 118. E nell’ambito della settimana di festeggiamenti in tutt’Italia per il trentennale del Servizio nazionale di emergenza territoriale, che domenica scorsa ha preso il via a Roma con una parata di tutte le realtà del soccorso, il 27 marzo i monumenti delle città anche della provincia di Rimini si illumineranno di blu.

Siems (Società italiana emergenza sanitaria) e Siiet (Società italiana infermieri emergenza territoriale), insieme a tutto il volontariato nazionale, hanno coinvolto i comuni italiani – grazie alla collaborazione con l’Anci – per illuminare di blu, colore rappresentativo dei lampeggianti delle ambulanze, i principali monumenti delle città.

Da parte sua, il referente regionale di Siiet, Rocco Mergola, ringrazia i comuni di Rimini, Riccione, Cattolica, Coriano, Santarcangelo di Romagna, Verucchio, Misano Adriatico, Talamello, Novafeltria, Mondaino, San Giovanni in Marignano, Saludecio, San Leo e Bellaria-Igea Marina per aver aderito all’iniziativa di illuminazione dei monumenti comunali.

Un segno di rispetto e riconoscimento nei confronti dell’importante lavoro degli operatori del 118 che in trent’anni hanno svolto per i cittadini con dedizione, professionalità e spirito di sacrificio senza mai tirarsi indietro, anche a rischio della loro vita, soprattutto negli ultimi anni di pandemia, le sue parole.

Come anticipato, l’apertura dei festeggiamenti è iniziata lo scorso 20 marzo, con oltre 2000 operatori del servizio di Emergenza Territoriale che si sono trovati nella capitale e hanno sfilato in via della Conciliazione fino ad arrivare a San Pietro, dove hanno assistito all’Angelus di Papa Francesco. E le celebrazioni proseguono fino a domenica prossima in diverse città, con un calendario ricco di iniziative (per consultarlo il sito di riferimento è “trentennale118.it”).

A ringraziare l’intero personale, volontario e non, che opera nel servizio 118, con la premiazione simbolica di una ventina di donne e uomini che lo rappresentano, è stato alcune ore fa l’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini, mentre il presidente dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini precisa: Continueremo a investire per irrobustire il sistema sanitario pubblico e universalistico.

I numeri del servizio di emergenza dell'Emilia-Romagna

Ad oggi la Regione investe nel servizio 180 milioni all’anno, dei quali 105 destinati alle aziende sanitarie e 75 alle associazioni di volontariato. In Emilia-Romagna partecipano al servizio di emergenza, attivo 24 ore su 24, 3.200 tra medici e infermieri, 500 autisti soccorritori, circa 21mila volontari per un totale di 270 tra ambulanze e automediche. Nel 2021, inoltre, sono stati effettuati 475mila interventi e sono stati soccorsi 490mila pazienti.

Numeri rilevanti, questi, non dimenticando che l’Emilia-Romagna è la madre del primo soccorso organizzato in Italia. Alle 10.25 del 2 agosto 1980, alla stazione di Bologna, un gesto terroristico causò 85 morti e 291 feriti, facendo sì che tutte le ambulanze cittadine, ospedali ed enti di soccorso si rapportassero con una centrale unica dei soccorsi e che le attività legate a quell’evento avessero un coordinamento unico.

Dieci anni dopo (1 giugno 1990) venne attivato a Bologna, prima città in Italia, il 118 come numero telefonico unico di soccorso sanitario. Per arrivare al 27 marzo 1992, quando l’allora presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, firmò il Decreto di istituzione delle centrali operative di allarme sanitario 118, riproponendo per intero il modello organizzativo sperimentato in Emilia-Romagna.

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