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Potenza, infermiera del 118 violentata da un collega

di Redazione Roma

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Prima palpeggiata e poi violentata da un collega durante il turno di notte. È l’incubo che ha vissuto un’infermiera del 118, 34 anni, in servizio presso una postazione della Val d’Agri. L’uomo, di 46 anni, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Dura e immediata la condanna della Fp Cgil: Quanto avvenuto è inammissibile, ci stringiamo a questa donna. Occorre un cambio di passo culturale, attivare un protocollo sulla sicurezza.

Infermiera violentata dall'autista dell'ambulanza

Arrestato per violenza sessuale aggravata il 46enne materano che ha aggredito un'infermiera

Prima l’ha palpeggiata nelle parti intime all’interno dell’ambulanza, quindi l’ha costretta con la forza a subire un rapporto sessuale sul lettino della postazione del Pronto soccorso nel quale stavano lavorando. È stata una vera e propria notte da incubo, che si fatica anche a raccontare, quella vissuta da un’infermiera 34enne residente nel potentino.

La professionista sanitaria stava svolgendo il turno di notte presso la sede del 118 in Val d’Agri – pianura della Basilicata tra i monti Sirino e Volturino – quando l’aggressore, per giunta collega e autista soccorritore, l’ha prima molestata e subito dopo abusato di lei. L’uomo, un46enne del materano, è stato arrestato con l’accusa di violenza sessuale aggravata. Nell’indagine condotta dai carabinieri della compagnia di Viggiano, coordinati dalla procura di Potenza, sono infatti emersi gravi indizi di colpevolezza nei suoi confronti (gli inquirenti hanno svolto una serie di attività tecniche sui cellulari e, al contempo, ascoltato più persone informate sui fatti).

Il 46enne avrebbe anche intimato alla collega di non raccontare a nessuno quanto avvenuto, ma è stata la stessa vittima a denunciarlo alle forze dell’ordine. È giunta immediata e con durezza la reazione della Fp Cgil di Potenza per voce della segretaria generale Giuliana Scarano e Sandra Gugliemi, dello stesso sindacato: Siamo tutti scossi per quanto accaduto all’operatrice sanitaria del Dires Asp. È inammissibile che una donna debba subire molestie e violenza ed è inaccettabile che questo accada sul luogo di lavoro da parte di un collega.

E ancora: Come Fp Cgil non possiamo che stringerci a questa giovane donna, condividendo il suo dolore e la sua rabbia, mettendole a disposizione la nostra struttura e tutte le sue ramificazioni, inclusa la tutela legale. La violenza nei confronti delle donne è un reato odioso che reca un danno indelebile nelle vittime, ma sconvolge allo stesso tempo la condizione lavorativa e di vita di ogni professionista, facendo emergere paure e insicurezza.

Quanto è accaduto, secondo la Funzione pubblica della Cgil, riporta al centro dell’attenzione una priorità su tutte: fare dell’ambiente di lavoro un luogo sicuro e rispettoso della dignità non solo delle lavoratrici e dei lavoratori, ma di tutte le persone che vi operano con dedizione e senso di abnegazione.

Definendo l’episodio una pagina nera che rischia, in maniera errata, di macchiare l’immagine di operatori al servizio della salute pubblica, ogni giorno impegnati per salvaguardare le cure e l’integrità fisica e psicologica della popolazione, il sindacato chiede all’azienda sanitaria di Potenza l’istituzione di un tavolo per condividere un protocollo sulla sicurezza degli operatori.

In che modo? Introducendo un sistema stringente di controlli, soprattutto in quegli ambiti come il 118 e la continuità assistenziale che, prevedendo turni notturni in situazioni di isolamento – illustrano Scarano e Guglielmi – rendono oggettivamente più pericoloso lo svolgimento della propria attività lavorativa anche da parte di potenziali aggressori esterni.

Basti pensare alle misure che stanno adottando il policlinico Sant’Orsola e l’Azienda Usl di Bologna, sperimentando il gilet anti-aggressione per i sanitari che lavorano in solitudine. A tutto questo si aggiunge la proposta, concludono le sindacaliste, di inserire nel documento di valutazione dei rischi aziendale il rischio di violenza e molestie anche di genere, esattamente come ogni altro rischio connesso all'ambiente lavorativo, individuando le relative misure di prevenzione e protezione.

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