Rianimazione
Sventarono il suicidio di una giovane ragazza con eccezionale generosità e slancio umanitario: premiati con un riconoscimento ufficiale un medico, un'infermiera e un autista del 118 di Napoli.
Premiati gli eroi del 118 che sventarono il suicidio di una giovane
Ventotto anni, di Napoli, faccia pulita, Anna Lombardo è infermiera dal 2014.
Laureata alla Sapienza di Roma, ha seguito un master abilitante in emergenza/urgenza. Anna è uno dei tre angeli del 118. Con lei il medico, Ferdinando Catuogno e l’autista soccorritore Giosuè Perna. Un’équipe affiatata e silenziosa, protagonista oggi di una giornata di gloria.
Nella Sala "Caduti di Nassiriya" del Consiglio regionale della Campania è stata consegnata loro una targa e un encomio solenne alla presenza del Presidente del Consiglio regionale della Campania, Rosa D’Amelio, del consigliere Francesco Borrelli e del direttore dell’Unità operativa complessa 118 dell’Asl Napoli 1 centro, Giuseppe Galano.
Tre angeli. Tre eroi silenziosi. Il 23 maggio scorso, l’équipe del 118 postazione San Gennaro, andò oltre i propri compiti. Con generosità e slancio umanitario sventarono un suicidio salvando una ragazza che si voleva gettare da un cavalcavia del Centro Direzionale di Napoli, tra Via Nuova Poggioreale e Via Giovanni Porzio, in corrispondenza del carcere.
L’ambulanza giunse sul posto in pochi minuti. Furono i primi ad avvicinare la giovane disperata. Aveva intenzione di togliersi la vita lanciandosi dal cavalcavia. Una delusione sentimentale la stava portando verso l'estremo gesto. L’opera di mediazione dei sanitari fu decisiva.
Soprattutto Anna, l’infermiera dalla faccia pulita, fu determinante. Tra i soccorritori era l’unica donna. Fu più facile entrare in sintonia con la giovane, usando dolcezza e prudenza nell’avvicinarla. Un abbraccio come tra sorelle segnò la fine dell’incubo.
Ad Anna va il mio personale apprezzamento, l’elogio del consiglio direttivo ed il grazie da parte dell’intero corpo professionale.
Gesta come quelle compiute dalla collega del 118 fanno onore ad un’intera professione e sono da stimolo e da esempio per tanti giovani che esercitano questa professione con spirito di servizio e di vicinanza nei confronti dei cittadini.
Dopo i flash e le congratulazioni oggi Anna ricorda: Nel vedere quella ragazza al limite della disperazione ho visto mia sorella, la mia più cara amica, io stessa in grave difficoltà. È stato un impulso istintivo, incontrollato quello di tenderle una mano, di avvicinarla con dolcezza. Ero l’unica donna presente tra i soccorritori. E tra donne ci si capisce. E poi, il nostro lavoro non può essere fatto solo di professionalità, di codici, di protocolli. Ci vuole passione e cuore. Altrimenti tante difficoltà impreviste che si presentano quotidianamente mentre lavori non si potrebbero superare
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