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Malori al 118, raddoppiano i casi e spunta ipotesi nonnismo

di Redazione

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Non solo sette i casi di avvelenamento tra gli operatori della Centrale del 118 Bologna-Est, ma almeno il doppio. E non c’è solo un problema di malori durante i turni di servizio, per i quali è indagato un coordinatore, ma anche di vessazioni, nonnismo e stalking subiti dal personale. È quanto denunciano in una nota inviata alla direzione dell’Ausl i legali di un folto gruppo di sanitari. Intanto il cerchio delle indagini si è ristretto attorno ad un'unica persona, alla quale è stato notificato un avviso di garanzia. Il direttore generale dall'Ausl di Bologna Paolo Bordon conferma l'evoluzione dell'inchiesta e la decisione presa da tempo di spostare l'indagato ad altro incarico, in attesa delle decisioni del giudice sull'eventuale rinvio a giudizio.

Caos 118 Bologna, Donini: nessun clima giustifica tutto questo

Avvelenamenti al 118, Donini: fiducia in pm, vicini agli operatori. Snami: tensioni colpi del management.

Nessun clima giustifica azioni del genere. A dirlo è l'assessore regionale alla Sanità dell'Emilia-Romagna, Raffaele Donini, che interviene così sul caso del 118 di Bologna, al centro di un'inchiesta della Procura per presunti avvelenamenti degli operatori.

Indagine da cui stanno emergendo anche ulteriori elementi su una situazione interna alla centrale a dir poco problematica. Alla magistratura affidiamo naturalmente la nostra più totale fiducia - ha sottolineato Donini, a margine della conferenza stampa in Regione di lunedì 15 gennaio - e siamo stati da subito solidali e vicini agli operatori del 118 che hanno subito questi fatti. Nessun clima giustifica azioni del genere.

L'assessore ha poi aggiunto: Che sia un settore oggi estremamente sotto pressione è del tutto evidente, stiamo cercando in tutti i modi di reggere e dare agli operatori una prospettiva di migliore condizione di vita lavorativa. Dopodiché questi fatti sono un'altra cosa, qui c'è un comportamento penalmente rilevante che deve essere accertato e sanzionato.

Sul caso torna a intervenire anche il sindacato medico Snami, secondo cui il clima al 118 di Bologna non è un problema nuovo. Non sappiamo se questo sia correlato agli avvelenamenti, ma quei fatti hanno fatto emergere un sistema e un clima disfunzionale, che oggi deve essere necessariamente corretto.

Lo Snami punta il dito contro precise scelte di politica gestionale di chi ha diretto il servizio negli anni, che hanno avuto un impatto non marginale sullo sviluppo di queste dinamiche. La direzione generale dell'Ausl non avrà un compito facile nel tentare di ricomporre questo caos.

Per anni, sostiene il sindacato, si sono coltivati modelli di gestione divisiva, imposizione di ideologie e visioni che hanno sempre più ampliato il distacco tra il management e gli operatori. Medici e infermieri di serie A e di serie B, bandi mancanti, funzioni contrattuali precluse, percorsi amministrativi nebbiosi e attività ordinarie, come l'elisoccorso, gestite in orario eccedente e pagate a parte, generando differenze retributive e malumori.

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