Rianimazione
La Camera si accinge ad approvare la proposta di legge che rende obbligatori i defibrillatori negli uffici, nei luoghi pubblici, nelle società sportive agonistiche e non. Promosso dal relatore e deputato Giorgio Mulè, il Dl introduce diverse, rilevanti misure per rafforzare il primo soccorso in caso di arresto cardiaco.
Città cardioprotette, Senato dà il nullaosta alla legge sui Dae
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Un defibrillatore semiautomatico esterno (DAE)
Una legge di civiltà e buonsenso
, come è stata definita dal suo promotore, primo firmatario e relatore, il sottosegretario alla Difesa e deputato di Forza Italia, Giorgio Mulè.
Che specifica: Ci sono voluti quasi due anni per l’approvazione
e oggi – dopo circa 24 mesi di stallo – anche il Senato ha dato il nullaosta alla normativa sui dispositivi salvavita.
Ed ecco il disegno di legge 1441 sui defibrillatori (“Disposizioni in materia di utilizzo dei defibrillatori semiautomatici e automatici in ambiente extraospedaliero”) che, appunto, dopo il voto alla Camera nel luglio 2019 è stato approvato all’unanimità in commissione Igiene e sanità del Senato. Rispetto al testo licenziato nel 2019 sono stati apportati emendamenti e pertanto occorre un ulteriore step alla Camera (ma tutto dovrebbe risolversi in sede di Commissione). Il testo normativo liberalizza l’uso delle apparecchiature, prevede l’iva al 5% sull’acquisto e introduce una best practice tratte dalla migliori esperienze nazionali.
Il Dl introduce diverse, rilevanti misure per rafforzare il primo soccorso in caso di arresto cardiaco: è previsto, infatti, uno stanziamento di 10 milioni di euro per la diffusione nei prossimi cinque anni dei defibrillatori automatici esterni (Dae) in luoghi particolarmente frequentati come aeroporti, porti, stazioni ferroviarie, scuole e università ma anche sui mezzi di trasporto (aerei, navi, treni).
Nei luoghi pubblici presso i quali è presente un Dae deve essere individuato un soggetto responsabile del corretto funzionamento dell’apparecchio e dell’adeguata informazione all’utenza
, riporta il Disegno di legge.
Intervenire con una defibrillazione precoce può salvare la vita di una persona, come ha dimostrato l’esperienza di Piacenza, che nell’ambito del “Progetto vita” è stata la prima città in Europa – a partire dal 1998 – ad occuparsi, in maniera importante, di defibrillazione precoce. Portando in Italia, dagli Stati Uniti, il primo prototipo di defibrillatore semiautomatico.
Ed è proprio questo l’obiettivo che si intende raggiungere nelle città del nostro paese, a partire dagli uffici pubblici con oltre 15 dipendenti; defibrillatori semiautomatici e automatici esterni, formando i cittadini fin dalla scuola, introducendo l’obbligatorietà dell’insegnamento delle manovre di rianimazione cardiopolmonare (come anche le società sportive professionistiche e dilettantistiche, che devono dotarsi di Dae).
Così vede finalmente il traguardo una legge attesa dall’Italia da 20 anni, permettendo di diffondere la cultura di prevenzione e il primo soccorso per gli attacchi cardiaci, che ad oggi causano la morte di circa 60mila cittadini ogni anno
, ha continuato Mulè.
Città “cardioprotette”, finalmente. E Andrea Scapigliati, past president e membro del consiglio direttivo di Italian resuscitation council (Irc) – che ha concorso alla definizione dei contenuti della legge grazie alle audizioni nella Commissione Affari Sociali della Camera – rimarca: L’approvazione normativa è basilare per rendere più efficace il primo soccorso e salvare più vite. Le novità previste contribuiscono a creare una più veloce “catena del soccorso”: i cittadini che assistono a un arresto cardiaco hanno adesso gli strumenti per intervenire immediatamente con il supporto del 112/118. Stiamo parlando di un aspetto fondante, considerato che la possibilità di sopravvivenza diminuisce del 10% per ogni minuto che passa. Auspichiamo che tali misure divengano al più presto operative
.
Un modello virtuoso da portare avanti, quindi, con il Dl a stabilire (appunto) che l’uso del defibrillatore semiautomatico o automatico è consentito anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare. In assenza di personale sanitario o non sanitario formato, nei casi di sospetto arresto cardiaco è comunque consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico o automatico anche a chi non sia in possesso dei requisiti di cui al primo periodo
.
Novità presenti anche all’interno delle nuove linee guida europee sul primo soccorso recentemente aggiornate e pubblicate da European Resuscitation Council (Erc) sulla base delle raccomandazioni di International Liaison Committee on Resuscitation (Ilcor), consenso mondiale sul trattamento dell’arresto cardiaco. E proprio su questo Federico Semeraro, presidente eletto di Erc e anestesista rianimatore all’ospedale Maggiore di Bologna, riconosce: È un’enorme soddisfazione, ci stiamo allineando agli altri paesi d’Europa
.
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