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cardiologia

Tachicardia parossistica sopraventricolare - TPSV

di Sara Pieri

La tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV) è un’aritmia da accelerazione improvvisa del battito cardiaco che origina dalle camere cardiache sopra-ventricolari: nodo atrioventricolare e atri con una frequenza rapida e regolare fra 140 e 280 bpm (battiti per minuto). La TPSV è caratterizzata da un esordio improvviso e può cessare spontaneamente oppure tramite trattamento farmacologico o manovre specifiche; di per sé la TPSV non è un’aritmia maligna, ma l’elevata frequenza può portare talvolta a situazioni di scompenso da gestire in emergenza (es. ipotensione, perdita di coscienza, ecc.). Può insorgere a tutte le età, prevalentemente nel sesso femminile e può essere favorita da assunzione di anfetamine, caffeina, alcol.

Segni e sintomi di tachicardia parossistica sopraventricolare

controllo ecg

Qualora gli episodi di TPSV dovessero essere ricorrenti e frequenti viene proposta in determinati casi un intervento di ablazione per tentare di risolvere definitivamente il problema.

La TPSV ha come sintomo cardine la sensazione di cardiopalmo/palpitazioni che il paziente avverte solitamente in associazione ad affanno respiratorio e dolore toracico oppressivo. La frequenza cardiaca così elevata è rilevabile in modo difficoltoso manualmente, mentre con l’ausilio di supporti elettromedicali risulta rapido ed efficace.

Diagnosi di TPSV e trattamento

Per poter fare diagnosi di TPSV è necessario l’esame obiettivo del paziente associato in maniera assoluta a un elettrocardiogramma che permetta di vedere in modo preciso la morfologia del tracciato, esami ematici di routine o in fase di urgenza, un’emogasanalisi venosa per valutare in prima battuta eventuali disionie da correggere. La diagnosi deve essere certa per poter intraprendere una terapia appropriata.

Il trattamento della tachicardia parossistica sopraventricolare prevede in prima battuta l’esecuzione di manovre vagali, che stimolando il nervo vago portano ad una diminuzione della frequenza cardiaca:

  • manovra Valsalva (buona efficacia in questa categoria anche se con un 20% circa di successo nei pazienti trattati)
  • massaggio del seno
  • manovra di Muller
  • compressione dei bulbi oculari

Negli ultimi anni sono stati proposti anche studi con una nuova versione della manovra di Valsalva modificata che ha riportato risultati ottimali (riferimento studio: “Postural modification to the standard Valsalva manoeuvre for emergency treatment of supraventricular tachycardias (REVERT): a randomised controlled trial”, anno pubblicazione 2015).

Terapia farmacologica per il trattamento della TPSV

Il trattamento con cardioversione elettrica non è preso in considerazione in modo routinario, ma può essere utilizzata in caso di paziente refrattario a terapia e soprattutto se instabile, ha efficacia valida con voltaggi minimi (50 joule).

Qualora gli episodi di TPSV dovessero essere ricorrenti e frequenti, diventa fastidioso e poco tollerato dai pazienti, per cui viene proposta in determinati casi un intervento di ablazione per tentare di risolvere definitivamente il problema. In cronico, nei pazienti non trattabili con ablazione, può essere impostata terapia farmacologica con antiaritmici come: beta-bloccanti, digossina, diltiazem, verapamil, propafenone e flecainide.

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