FIRENZE. Da quando Florence Nightingale ha dimostrato al mondo l’importanza del ruolo che l’infermiere riveste in prima linea nella risposta ai disastri, il campo dell’infermieristica in sanità pubblica e della medicina delle catastrofi ha continuato ad espandere il suo scopo e a definire il suo sviluppo, è quindi innegabile la rilevanza durante una catastrofe della presenza degli infermieri a livello capillare e durante tutte le fasi del disastro, specialmente per quanto riguarda la figura dell’infermiere di sanità pubblica.
Dalle numerose competenze che l’infermiere possiede, anche nella gestione delle maxiemergenze, derivano numerosi ruoli che si esplicano durante tutta la gestione in continuum del disastro, la quale si compone di diverse fasi, anche se quelle in cui l’attività dell’infermiere e il suo ruolo è maggiormente associato al disaster nursing (infermieristica delle catastrofi) come disciplina, è quello osservabile e attuato durante la fare di risposta, ovvero nell’emergenza vera e propria susseguente al disastro, dove il fine ultimo è quello di preservare la vita e mantenere la salute.
Quanto detto in precedenza riflette certamente l’importanza dell’infermiere nella risposta alla crisi, ma è fondamentale avere una visione completa di quella che è l’attività dell’infermiere, che partecipa a tutte le fasi della catastrofe, dal “pre-incident” al “post-incident”, andando ad intervenire in qualità di soccorritore, project manager e revisore di qualità, ruoli per cui si occupa rispettivamente della fase operativa nella catena dei soccorsi, della gestione, organizzazione e integrazione delle risorse e verifica gli outcomes (risultati) implementando le conoscenze e competenze professionali.
Indipendentemente dalla fase della catastrofe risulta quindi indubbia l’indispensabilità della presenza degli infermieri non solo durante la fase di risposta e mitigazione, che sono quelle iniziali e rappresentano la parte critica dell’emergenza, ma anche nella preparazione all’incidente maggiore e nella risposta alla ripresa nel lungo termine al fine di fronteggiare le conseguenze sulla salute determinate dall’evento disastroso.
Inoltre “gli infermieri sono spesso i primi sanitari a intervenire dopo un disastro e in queste situazioni in cui le risorse sono scarse, gli infermieri sono chiamati ad assumere ruoli di primo intervento, erogare e coordinare l’assistenza, fornire informazioni ed educare, agire da consulente per la salute mentale e operatore di triage”.
Il disaster nursing richiede l’applicazione di conoscenze infermieristiche di base e abilità tecniche in ambienti ostili con scarse risorse e condizioni in continua evoluzione. Gli infermieri devono essere capaci di adattare la pratica infermieristica alla situazione specifica del disastro lavorando al fine di limitare al minimo i rischi e i danni per la salute.
L’infermiere di sanità pubblica, specialmente per quanto riguarda il panorama anglosassone e statunitense, ha competenze delineate specificatamente per l’ambito delle maxiemergenze. Il suo ruolo è definito in maniera più approfondita rispetto agli infermieri in possesso di altre specializzazioni. Sulla base della letteratura riguardante le competenze dell’infermiere di sanità pubblica nel disaster management si sono in seguito sviluppate competenze anche per le altre specializzazioni dell’infermieristica.
Il ruolo dell’infermiere di sanità pubblica (PHN – Public Health Nurse) spazia dall’iniziale attività di soccorritore nella catastrofe a formatore con la creazione di interventi educativi per la popolazione e la comunità allo sviluppo di politiche e piani globali per condurre e valutare la risposta delle comunità alle catastrofi.
Ad oggi, in Italia, l’unico infermiere a cui sono riconosciute delle competenze specifiche nell’ambito delle maxiemergenze è l’infermiere specialista nell’assistenza intensiva e nell’emergenza urgenza, definito come il responsabile del governo assistenziale del percorso clinico dell'assistito in criticità e instabilità vitale, delle risposte assistenziali in situazioni di emergenza urgenza e della loro valutazione.
Tra le competenze specifiche in relazione alle maxiemergenze vi sono: la definizione con l'equipe multiprofessionale del percorso clinico assistenziale della persona in criticità vitale, in stabilità clinica e in situazioni di emergenza urgenza e nelle maxi emergenze e la gestione, in modo coordinato delle attività di soccorso (5).
Non sono riconosciute competenze specifiche per l’ambito delle maxiemergenze agli altri infermieri in possesso di titoli diversi da quello suddetto, anche se per ogni specializzazione dell’infermieristica è ipotizzabile la declinazione delle proprie competenze anche nel campo del disaster nursing in quanto i diversi professionisti acquisiscono abilità e conoscenze, proprie dell’esercizio professionale “specialistico”, utili in toto, per poter soddisfare i diversi bisogni assistenziali a cui bisogna rispondere durante una catastrofe.
Inoltre si rende necessaria, in quanto di fondamentale importanza, la collaborazione tra gli infermieri in possesso di diversi titoli di studio, così da poter unire gli sforzi ed ottenere in tal modo un corpus di abilità, conoscenze e competenze infermieristiche attraverso le quali diventa possibile gestire a tutto tondo, e con assoluta efficienza, le necessità della popolazione e della comunità al momento di un disastro, sia nel breve che nel lungo termine.
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