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Risorse OSS

Posizionamento a letto del paziente

di Tania Buttiron Webber

La correttezza del posizionamento della persona allettata è fondamentale per garantire alla stessa oltre che un indiscutibile benessere, un adeguato allineamento del corpo, indispensabile alla prevenzione della comparsa di schemi posturali patologici, di contratture, di lesioni da pressione, di complicanze respiratorie e/o vascolari.

L'importanza delle posture

paziente al letto

Il movimento, come è noto, contribuisce a migliorare la funzionalità dei principali apparati dell'organismo:

    • apparato respiratorio;
    • apparato cardiocircolatorio.

Il prolungato allettamento comporta, invece, una riduzione della funzionalità degli apparati principali con conseguenze su:

    • polmoni: si verifica un'alterazione della ventilazione, perché si riduce l'espansione degli alveoli;
    • circolazione: viene rallentata in mancanza di movimento con conseguente insorgenza di flebiti e trombosi;
    • scheletro: vengono favoriti i processi di decalcificazione con comparsa di dolore;
    • muscoli: causando ipotrofia (riduzione dello stato di nutrizione), con riduzione del tono muscolare;
    • cute: in quanto la riduzione della circolazione, insieme alla pressione esercitata dal peso su specifiche zone del corpo, è causa della comparsa di lesioni da decubito.

Le posture principalmente utilizzate dal personale sanitario per posizionare la persona non in grado di mobilizzarsi autonomamente sono:

    • supina;
    • semiseduta;
    • seduta;
    • laterale;
    • prona;
    • semiprona.

La scelta della posizione dipende dalle condizioni del paziente. Ad esempio, in presenza di un paziente con problemi respiratori o cardiaci la posizione più indicata è la posizione semiseduta o quella seduta.

Anche il tempo di permanenza in una data posizione dipende dalle condizioni specifiche del paziente e comunque non dovrebbe superare le due ore consecutive per scongiurare l’insorgere di lesioni da pressione.

Va tenuto presente che per ogni paziente verranno date dal personale specializzato indicazioni differenti e personalizzate in base alla condizione clinica, considerando lo stato di vigilanza del paziente, la collaborazione, il deficit motorio, il tono muscolare, la presenza di dolore, le condizioni della cute, problemi circolatori, ecc. Tutto questo è di fondamentale importanza affinché il posizionamento del paziente sia davvero efficace.

Si ricorda, inoltre, che una postura è funzionale quando è comoda anche per chi la propone: non posturare mai un paziente in un modo che tu stesso non tollereresti al suo posto.

Posizione supina

È la posizione orizzontale assunta dal corpo quando è disteso su di un piano con il volto rivolto verso l'alto; si tratta di una posizione di mantenimento del riposo, che trova indicazioni in diverse condizioni cliniche, alternativa alle posizioni laterali, semi-seduta e prona.

Controindicata per i pazienti con dispnea o che presentano rischio di aspirazione.

L’allineamento posturale è indicato nelle persone prive di capacità motoria totale o parziale; si ottiene con le seguenti manovre:

    • portare il piano del letto in posizione orizzontale;
    • allineare testa e tronco;
    • posizionare gli arti superiori in questo modo: avambraccio esteso con il gomito leggermente flesso, il polso in posizione supina ed esteso, la mano aperta;
    • allineare gli arti inferiori, eventualmente ponendo sotto ai talloni un apposito presidio per evitare l’insorgenza di lesioni da decubito;
    • posizionare un archetto in fondo al letto per alzare le coperte evitando che le stesse gravino sulle estremità degli arti inferiori rischiando di provocare lesioni.

Posizione semiseduta

Per ottenere la posizione semiseduta si ricorre all’uso di cuscini e/o presidi appositamente fabbricati e seguendo alcuni passaggi:

    • portare il piano del letto in posizione orizzontale;
    • allineare testa e tronco del paziente;
    • posizionare gli arti in questo modo: porre un cuscino a sostegno degli arti su ciascun lato del tronco, avambraccio disteso e gomito leggermente flesso, polso in posizione supina ed esteso, mano aperta;
    • allineare gli arti inferiori o fletterli leggermente (la flessione degli arti inferiori va sostenuta dall’alzata della parte inferiore del letto o da un presidio idoneo posto sotto le ginocchia);
    • sollevare la testata del letto di 45°.

Questa posizione è consigliata per pazienti con problemi cardiaci e difficoltà respiratoria, in quanto permette una maggior espansione polmonare e facilita l’utilizzo dei muscoli accessori alla respirazione.

È possibile inoltre sollevare la testata del letto fino a 80-90°, ovvero raggiungere la posizione seduta per agevolare l’assunzione dei pasti e favorire la socializzazione.

Posizione laterale

Questa postura viene utilizzata per garantire un periodo di riposo alle zone cutanee sottoposte a pressione durante il decubito supino. Inoltre, permette una migliore espansione della parte superiore dell'emitorace.

Per mobilizzare il paziente dalla posizione supina alla posizione laterale sinistra occorre:

    • abbassare la testata del letto;
    • alzare e bloccare la sponda sinistra;
    • utilizzando il telo, spostare il paziente verso il bordo destro del letto;
    • posizionare il braccio sinistro più lontano dal tronco, in modo che nel movimento di rotazione non rimanga sotto il corpo del paziente; piegare il braccio destro sul torace. Se il paziente è collaborante, invitarlo ad afferrare la sponda con entrambe le braccia;
    • flettere il ginocchio destro;
    • utilizzando il telo, girare il paziente verso sinistra.

È da evitare, sempre per il rischio d’insorgenza di lesioni da pressione, il decubito laterale ad angolo retto sul trocantere; fare assumere, dunque, una postura obliqua di 30°. Distendere la gamba che poggia direttamente sul materasso, flettere il braccio corrispondente alla gamba, mantenendo il palmo della mano rivolto verso l'alto.

Flettere leggermente la gamba contro-laterale e farla appoggiare su un piccolo cuscino; flettere il braccio corrispondente e fare appoggiare il palmo della mano su un piccolo cuscino.

Per i pazienti emiplegici il lato da usare deve essere indicato dal fisioterapista, in quanto posizionare sul lato plegico da una parte è consigliato, perché aumenta la percezione sensoriale, ma richiede maggior vigilanza e attenzione; d'altra parte è sconsigliata, perché diminuisce la già scarsa ventilazione dell'emitorace e, soprattutto, perché tale lato è più suscettibile a sviluppare le lesioni.

Per mobilizzare il paziente dalla posizione supina alla posizione laterale destra eseguire le stesse manovre appena esposte in maniera speculare.

Posizione prona

Si tratta della posizione orizzontale assunta dal corpo quando è disteso su un piano con l'addome appoggiato su di esso.

La posizione prona ha diversi vantaggi: è la sola posizione al letto che permette la massima estensione delle articolazioni delle anche e delle ginocchia, se usata periodicamente aiuta a prevenire le contratture dovute alla flessione delle anche e delle ginocchia, conseguenze di altre posture, facilita l'espulsione delle secrezioni (drenaggio posturale) e offre sollievo alle zone cutanee colpite dalle lesioni da pressione.

Per ottenere la posizione prona, occorre:

    • predisporre il letto in posizione orizzontale;
    • evitare le frizioni fra la cute del paziente e il letto;
    • voltare il capo da un lato e porlo su di un cuscino per evitare il soffocamento, la flessione e l'iperestensione delle vertebre cervicali.

Posizione semiprona

Il paziente giace su un fianco con il peso distribuito verso l'osso iliaco anteriore, l'omero e la clavicola. Il capo è ben sostenuto dal cuscino, per assicurare la comodità al paziente e per mantenere in lateroflessione la colonna cervicale. Il tronco è ruotato in avanti.

Il braccio è sostenuto dal cuscino posto di fronte al paziente ad un’elevazione di circa 90° con la scapola ben protratta, il gomito leggermente flesso e l’avambraccio prono.

La gamba è leggermente flessa sia a livello dell'anca che del ginocchio, viene poi portata in avanti e completamente sostenuta da un cuscino facendo attenzione che il piede non cada oltre il bordo del cuscino stesso.

Mobilizzare il paziente nel letto

Per mobilizzare il paziente a letto, la prima operazione da fare è quella di porre il letto in posizione orizzontale e spostare tutti i cuscini e/o presidi utilizzati per la postura precedente.

Successivamente, flettere le gambe dell’assistito facendo poggiare le piante dei piedi sul materasso; posizionare un braccio sotto le spalle e l'altro sotto i polpacci del paziente. Se collaborante, invitarlo ad afferrare il trapezio con le mani e a fare forza con le gambe.

Concordare con il paziente il momento di inizio manovra e sollevarlo, facendolo traslare verso la testata del letto; fare sempre molta attenzione a non urtare, in particolar modo il bacino, che è a rischio di lesioni cutanee, o il capo.

Assistenza al paziente con deambulazione difficoltosa

In tale contesto l’operatore deve assolutamente tener conto delle caratteristiche individuali del soggetto e della patologia che presenta, osservando necessariamente alcuni fattori:

    • assicurarsi che il paziente abbia capito cosa è stato richiesto di fare e il livello di collaborazione che potrà offrire;
    • assicurarsi che l’assistito indossi sempre calzature chiuse e antiscivolo durante la deambulazione;
    • far indossare al paziente abiti non ingombranti, ma comodi, che offrano possibilità di prese di sicurezza (i pantaloni di una tuta da ginnastica sono ideali, perché si può sostenere la parte posteriore dell’elastico senza influenzare il soggetto durante il cammino);
    • prima di qualsiasi spostamento, ricordarsi di bloccare con gli appositi freni il letto, la carrozzina o il sollevatore;
    • il percorso deve essere privo di ostacoli, non disomogeneo, non scivoloso, non esposto a sbalzi di temperatura, al fine di garantire la sicurezza del paziente;
    • durante gli spostamenti del paziente, non ci si deve mai sbilanciare e si deve cercare di mantenere un corretto assetto della colonna;
    • nel rotolamento sul fianco, il paziente deve essere afferrato all’altezza del bacino e delle scapole per evitare danni a lui e per ridurre la fatica dell’operatore;
    • non imporre mai al paziente la propria velocità di marcia, ma lasciare che sia il paziente stesso a scandire il tempo;
    • far guardare l’assistito diritto davanti a lui durante la marcia e sostenerlo a livello del braccio libero;
    • prevedere delle pause durante la marcia e far sì che lungo il percorso ci sia sempre una zona per il riposo e punti di appoggio in caso di improvvisi malori;
    • non andare mai oltre le sue forze;
    • quando è possibile, cercare la collaborazione del paziente;
    • se previste, assicurare il corretto posizionamento delle ortesi prescritte (busti, collari, ecc.);
    • posizionarsi sempre correttamente nei confronti del paziente;
    • se necessario, utilizzare gli ausili in dotazione e chiedere la collaborazione di un collega.

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