Infermieri e Oss, Fials: non concordiamo su istituzione nuovo operatore XX
Una Oss assiste un'anziana paziente in Rsa
Ricorderemo la primavera del 2023 come una stagione in cui sono spuntate interessanti norme che, se confermate, produrranno di certo un impatto sulla quotidianità professionale o sulle prospettive future di professioni, professionisti e operatori del Comparto sanità. I campi di azione di tali norme, principalmente due, sono diversi.
C’è però una variabile indipendente comune che ne definisce il fine: superare la carenza o difficoltà di reclutamento o di mantenimento nel sistema di medici e di infermieri . Fatto che mette in grave difficoltà strutture e servizi impegnati per una risposta appropriata e pertinente ai bisogni e alla domanda di salute che proviene dall’insieme dei cittadini.
Alcune indicazioni discendono dalle norme del DL n.34/23 art. 13 di prossima conversione in legge, le altre sono conseguenti ai contenuti della proposta della Commissione salute della Conferenza Stato Regioni sull’aggiornamento del profilo dell’Operatore socio sanitario e l’istituzione di un nuovo operatore di interesse sanitario.
L’art. 13 del DL 34/23 riguarda il “quasi, forse, può essere, è un primo passo, è limitato, è vero che è temporaneo, ma poi si continuerà...” superamento del vincolo di esclusività per le professioni sanitarie del comparto .
Su tale superamento si è acceso un ricco dibattito e molte sono state le prese di posizione nei giorni scorsi che prevalentemente fanno emergere lo sconcerto, l’irritazione e l’insoddisfazione per un provvedimento che viene visto come un balletto poco dignitoso di passi avanti e retromarce , di volere ma non essere in grado, di piccole e confuse idee, di scarsa conoscenza della realtà operativa.
E comunque rivelatore dell’esistenza di alcune “manine” riferibili a diversi corpi ministeriali a cui, evidentemente, poco importa delle aspettative del comparto sanità, delle grandi criticità che rendono difficile l’erogazione di un’assistenza per processi integrati .
Che pensano di sopperire alla grave carenza o forse alla indisponibilità degli infermieri ad operare in alcuni setting assistenziali attraverso manciate di libere prestazioni svolte, se riusciranno a farle, oltre il normale orario di lavoro ma, sperabilmente, dentro basilari norme di sicurezza, competenza e buona qualità.
Non è proprio questo ciò che veniva chiesto da tante e più parti per superare il discriminante vincolo di esclusività che rimane di difficile fruizione solo per i sanitari del Comparto. Un piccolo grande pasticcio, dunque.
E un altro piccolo grande pasticcio rischia di essere la proposta di istituzione di un nuovo Operatore di interesse sanitario . La Commissione salute della Conferenza Stato - Regioni intende aggiornare il già esistente profilo dell’OSS e istituire una nuova figura “Innominata” di interesse sanitario che provvisoriamente viene indicata con la sigla “XX”.
L’aggiornamento del profilo dell’Oss con innovazioni migliorative inerenti i contenuti professionali, le relazioni operative, le modalità formative con un accenno anche alla formazione permanente, i luoghi di operatività, suscita un alto interesse stante la sempre maggiore rilevanza della figura in tutti i setting assistenziali e particolarmente nelle strutture e realtà territoriali socio sanitarie e socio assistenziali.
La sottolineatura del lavoro in team, dell’integrazione e di una corretta collaborazione interprofessionale nell’interesse dell’assistito è positiva ed è sperabile che non sottenda sconfinamenti impropri nel campo di operatività di altre professioni. Cosa che sminuirebbe il confronto e farebbe scivolare il dibattito sui diversi posizionamenti minimizzando il valore aggiunto all’obiettivo, invece condiviso, di adeguare la figura dell’Oss alle nuove sfide demografiche e sociali .
Forti perplessità suscita, di contro la proposta di istituzione di un nuovo profilo professionale di interesse sanitario, l’innominato o XX, appunto. L’XX nasce e si sviluppa sulle spalle dell’Oss, a cui è indissolubilmente legato, visto che il previsto percorso formativo di 500 ore per conseguire tale status può essere intrapreso solo dopo aver acquisito la qualifica di Oss e vantare un’esperienza lavorativa di almeno 24 mesi.
Con l’ulteriore formazione si trasferirebbero a XX le conoscenze necessarie per effettuare una serie di prestazioni professionali che possiamo definire “infermieristiche”. In ciò rendendo evidente che lo scopo dell’istituzione di XX è appunto quello di far effettuare attività, attualmente nominate e indicate come infermieristiche, a una figura indubbiamente ibrida.
Non più Oss, nemmeno lontanamente infermiere, ma altro . Utile però, evidentemente, per sopperire alla mancanza di attrattività che le strutture residenziali territoriali esercitano sugli infermieri. Strutture che, peraltro, dovranno essere ancor più, rapidamente e diffusamente attivate e implementate.
Si rende così interscambiabile la specifica competenza progettuale e la professionale e concreta capacità assistenziale degli infermieri con una attività di tipo ripetitivo e routinario appoggiata su una sottile lamina costituita da minime nozioni sanitarie e infermieristiche che non risolve certo il tema della competenza e capacità strettamente correlata alla situazione individuale della persona assistita.
Viene proposto lo schema dell’attribuzione delle attività di tipo sanitario da parte dell’infermiere che dovrà quindi rilevare, verificare, riprogettare, ridefinire… Ma quanti infermieri ci saranno effettivamente e costantemente nelle Strutture per dare garanzie a questo modus operandi?
Ma non ci avevano detto che con il superamento del vincolo di esclusività per i sanitari del Comparto si sarebbe attenuata se non addirittura risolta la carenza di infermieri nelle strutture residenziali o similari? Forse c’è una scarsa concertazione tra le diverse Istituzioni per l’operatività nel Ssn e nel privato e privato convenzionato. Per tutto ciò e altro ancora manifestiamo molte remore, a meno di significative e profonde modifiche, sulla proposta di istituzione della figura definita XX.
Non concordiamo sull’attivazione di un nuovo profilo professionale che ha l’obiettivo prevalente di coadiuvare (vicariare?) l’infermiere e non di assistere il paziente.
Non concordiamo su una figura che nasce embricata all’Oss, ma che ha contemporaneamente un suo specifico profilo professionale . È possibile che tra Oss e XX si producano tensioni di diverse tipologie che potranno distogliere l’infermiere dal suo mandato primario che è l’assistenza diretta, la pianificazione unitaria dei piani di assistenza individuale (PAI ) e dei diversi processi di presa in carico e di continuità assistenziale.
Non concordiamo su come è articolata l’attribuzione di attività da parte dell’infermiere a XX sia nel modo che per le responsabilità in carico all’infermiere stesso . È dunque necessaria, secondo noi, una approfondita riflessione su quanto proposto in merito all’XX proprio in relazione al patrimonio professionale degli infermieri e degli Oss e alle mutate condizioni dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria territoriale attuale e del prossimo futuro.
Coerentemente con queste riflessioni Fials presenterà le proprie formali osservazioni sulle proposte qui analizzate.
Annalisa Silvestro | Responsabile nazionale coordinamento professioni sanitarie e sociosanitarie Fials
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