Le quattro categorie di OSS che più frequentemente si incontrano in una struttura ospedaliera o di ricovero.
GENOVA. Sulla base della mia esperienza lavorativa, prima in casa di riposo e poi in ospedale, ho identificato 4 categorie di Operatori Socio Sanitari che ho avuto il piacere di incontrare lungo il mio cammino. Non si tratta di una classifica per determinare il più bravo o il meno bravo, ma solo una distinzione che permetta di mettere a fuoco le caratteristiche dei nostri collaboratori; le qualità su cui puntare, le capacità da valorizzare e nello stesso tempo gli aspetti su cui incentivare il cambiamento, il miglioramento o la crescita. Incentivo che dovrebbe partire anche dai coordinatori infermieristici.
1) Sono persone umili che credono nella propria professione e che tengono a svolgere il proprio lavoro nel modo migliore. Lavorano con metodo, con cognizione di causa, anticipano le mosse. Sono propensi al lavoro di squadra ed hanno la giusta empatia verso il paziente. Possono sembrare “infermieri mancati” ma rispettano i ruoli. Hanno capacità comunicative che gli consentono di destreggiarsi anche nelle situazioni più complesse come possono essere, ad esempio, quelle con i parenti. Creano un clima lavorativo sereno.2) Sono collocabili in una fascia di età che va dai 45 ai 55 anni, possiedono “mentalità vecchia”, ancorata a vecchi schemi, “si è sempre fatto così”. Sono impauriti dal cambiamento e li “ignorano” volontariamente perché non hanno interesse a migliorarsi ed a migliorare il loro lavoro. Non amano la competizione ma sono grandi lavoratori. Con i pazienti instaurano rapporti piacevolmente informali.
3) Sono persone “fredde”, distaccate sia con i pazienti che con i colleghi. Fanno il minimo indispensabile in modo molto meccanicistico stile fabbrica. Spesso molto ordinati nel loro lavoro; amano pronunciare la frase “non è di mia competenza”. Pronte a snocciolare i loro diritti imparati a memoria tralasciando qualche dovere. Raramente sorridono ai pazienti! Poco propense al lavoro di squadra.
4) Sono persone saccenti ed arroganti, spesso frustrate e frustranti. Si sentono strette nel ruolo che ricoprono. Conoscono molto bene il loro profilo. Tendono a voler imporsi soprattutto sul personale neo-laureato, visto quasi con invidia perché hanno raggiunto obiettivi che loro non sono riusciti a raggiungere per svariati motivi. Sono convinte che la loro esperienza sia sufficiente per poter giudicare il lavoro degli altri, sia medico che infermieristico! Sono dannose alla categoria stessa e per l’ambiente in cui lavorano perché inevitabilmente creano atmosfere cariche di tensione che si ripercuotono anche sui pazienti. La loro esperienza e sfacciataggine spesso li tira fuori da situazioni scomode!
Questa suddivisione permette di far emergere caratteristiche sia positive che negative di persone estremamente importanti per noi. In realtà ad elevata complessità assistenziale o dove l’infermiere si trova da solo con l’Oss e 15 pz la collaborazione con questa figura diviene fondamentale per il raggiungimento del fine comune, il benessere del paziente.
L’infermiere ha l’importante compito di valorizzare le capacità del suo collaboratore, di stimolarlo alla crescita professionale, non facendolo sentire “manovalanza”, ma parte integrante di un processo di grande valore.
Il mix di queste 4 categorie potrebbe creare l’oss perfetto? Magari da qualche parte esiste già?
Ma fatto sta, cari colleghi... che tutti noi abbiamo bisogno di un OSS al nostro fianco!
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