Giuseppe Midiri, USB Pubblico Impiego: ho sempre creduto nelle lotte per i diritti dell'intero comparto
In risposta a quanti mi hanno affibbiato l'ennesima etichetta errata, rispondo così, la linea adottata sia personalmente che dalla organizzazione sindacale della quale faccio parte (USB P.I.) è sempre stata la massima tutela di tutto il comparto.
L'infermiere come previsto dalla 739/94 è il professionista responsabile dell'assistenza infermieristica e pertanto mi trovano d'accordo tutti quelli che si battono per il superamento delle cosiddette mansioni improprie. Esiste però un altro problema ovvero l'espletamento di tutte quelle mansioni che l'infermiere in quanto professionista non è più disposto a fare.
I bisogni dei pazienti non cambiano però per decreto e i pazienti continuano ad alimentarsi, quindi qualcuno dovrà distribuire il vitto quando non addirittura imboccare. I pazienti continuano ad evacuare, ne consegue che qualcuno dovrà accompagnarli in bagno o assisterli a letto. Continuano poi ad avere bisogno di igiene. E poi semplicemente gli Halipack qualcuno dovrà pure chiuderli una volta pieni. Qualcuno dovrà anche rispondere ai campanelli portare le padelle e i pappagalli. Se l'infermiere, aggiungo legittimamente non vuole essere più quel qualcuno allora quel qualcuno dovrà essere qualcun altro, ad esempio come previsto dall'accordo Stato Regioni 22 febbraio 2001, l'operatore socio sanitario.
Allora delle due una o l'infermiere è disposto a farsi carico del processo assistenziale in maniera completa, volgendo tutte le operazioni necessarie oppure non può accanirsi quando si richiede l'inserimento di almeno un operatore socio sanitario in tutte le unità operative e ovviamente con turnazione h24.
Nell'interesse del paziente l'infermiere e l'operatore socio sanitario devono poter collaborare in maniera efficiente ed efficace, con buona pace di quanti vivono di continue inutili polemiche.
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