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Libera professione Infermieristica: una scelta motivata o un dovere dettato dalle circostanze?

di Laura Brunelli

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CESENA. Negli ultimi anni, a causa della crisi economica e di conseguenza anche sanitaria, sul territorio è aumentata la necessità di avere un servizio complementare al SSN in sussidio al cittadino, in particolare nell'ambito delle cure primarie, della continuità assistenziale, delle cure a domicilio e dell'assistenza nelle molteplici strutture sanitarie ubicate nel territorio quali RSA, RSP, comunità alloggio e appartamenti famiglia.

Tutto questo, unitamente alla ridefinizione dei percorsi formativi, all'abolizione del mansionario ed emanazione del codice deontologico e all'innovazione dello status giuridico dell'infermiere, ha portato alla nascita dell'infermiere in libera professione.

 

L'attività libero professionale può trovare sbocchi occupazionali in diversi contesti quali la medicina del lavoro o carceraria, l'assistenza domiciliare o in struttura in forma singola o associata, l'attività di perito in tribunale per i casi di malpractice o, infine, all'apertura di ambulatori infermieristici.

 

Ma, in un contesto che offre così tante possibilità lavorative, qual è realmente la motivazione che spinge il singolo ad aprire una Partita IVA? Questa/e motivazione/i sono solo legate all'impossibilità di poter lavorare nel settore pubblico e, quindi, la libera professione rappresenta solo un “tappa buco” o c'è una forte propensione individuale riscontrabile in termini di affermazione professionale?

 

Ognuno di noi, crescendo, ha delle aspettative in merito al proprio futuro; aspettative che possono essere avverate o meno in base a quelle che sono le propensioni individuali e le condizioni ambientali, ovvero a quello che la realtà offre.

 

Quante volte tanti colleghi affermano: “..penso di esercitare in libera professione in attesa che il sistema pubblico si sblocchi..” oppure “..ho provato tanti concorsi perché vorrei lavorare nel pubblico..”; meno di frequente ho anche sentiti affermare che la libera professione rappresentava il modo per realizzare se stesso.

 

In Psicologia del Lavoro, la motivazione è definita come quel processo di attivazione dell'organismo finalizzato alla realizzazione di un determinato scopo in relazione alle condizioni ambientali. 

Deriva dal latino “movere”, muovere, e indica anche tutti quei processi psicologici di nascita, direzione e persistenza di azioni studiate e volontarie finalizzate a un obiettivo da raggiungere.

 

Le teorie sulla motivazione cercano di spiegare i motivi che originano il comportamento degli individui e i processi che lo attivano. Vi sono pertanto teorie di contenuto che sottolineano l'importanza delle cause che portano a un determinato comportamento; ci aiutano quindi a capire cosa motiva gli individui a compiere determinate azioni (esempio: bisogno di potere, elevata retribuzione, voglia di indipendenza, autonomia, flessibilità di orario,..).

 

Vi sono, poi, teorie di processo che descrivono e spiegano il modo in cui i comportamenti cambiano e il modo in cui una persona, come conseguenza, comincia ad agire differentemente.

 

Quindi, queste ultime analizzano anche gli aspetti negativi connessi all'attività lavorativa intrapresa quali, ad esempio, l'opinione negativa da parte di altri colleghi affermati, il mancato supporto da parte degli organi istituzionali, le complesse procedure amministrative o l'incertezza del futuro.

 

In base ai diversi aspetti pro e contro l'esercizio libero professionale, si è voluto tentare di studiare a livello nazionale i motivi che han spinto tanti colleghi a intraprendere questa strada. Tutto ciò è stato possibile tramite la creazione di un progetto diffuso ai collegi italiani e sponsorizzato dall'ente di Previdenza ENPAPI, che consiste nella somministrazione di un breve questionario a risposta multipla e in forma anonima, rivolto solo ai liberi professionisti.

 

Il progetto di ricerca di tipo qualitativo ha durata di sei mesi, con scadenza il 31 dicembre 2014. A decorrere da questa data i risultati verranno analizzati e posti in grafici; verrà stabilita una significatività statistica tramite elaborazione con T-Test o test di Student.

 

I ricercatori chiedono pertanto di dedicare qualche minuto alla compilazione delle domande qui sotto:

 

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