Modifica requisiti di docenza, l'incapacità di vedere in prospettiva
La posizione della SISISM sul decreto che modifica i requisiti di docenza a discapito degli infermieri
L’altra sera stavo navigando su FB steso sul divano, tranquillo, con un occhio alla televisione l’altro alle notifiche. Sapevo di dover montare in servizio la mattina del giorno seguente, non volevo far tardi né affaticarmi la vista.
Poi la notizia del decreto del Ministero dell’Università e Ricerca ; sì, proprio il decreto 82/2020 , quello striminzito, piccolo, fatto solo di due articoli che però riducono da cinque a tre i docenti di riferimento necessari per un corso di laurea in Infermieristica, ma soprattutto, nell’articolo due, dà la possibilità alle università di nominare come docenti di riferimento due medici ospedalieri per compensare questa riduzione.
Questa è grossa mi dico, e subito mi metto in contatto con i gruppi SISISM (la Società Italiana di Scienze Infermieristiche in Salute Mentale ), sento il presidente Andrea Gargiulo: Non esiste! Dobbiamo prendere posizione , mi risponde subito, e subito anche. Facciamo un comunicato, prova a pensarci su, ci sentiamo domani .
Ok, serata rovinata, ormai ho un lavoro da fare e la testa comincia a macinare; è bene che cominci subito questa cosa, almeno a pensarci su, visto che domani ho una pacca di studenti in tesi da sentire via Zoom e un bel po’ di tirocini da organizzare in unità operative stanche e ancora spaventate (mi presento: sono un ventennale infermiere di salute mentale, ventennale docente di infermieristica di salute mentale e attualmente tutor didattico di un corso di laurea in Infermieristica).
Seguo il flusso delle cose che stavo facendo prima di andare a letto e mi vengono in mente tanti meme dedicati agli infermieri: quelli colti di Banksy e Manara, quelli con le divertenti infermiere super hero, i segni delle mascherine FP3 sul volto, le teste accasciate sulla tastiera del pc, la stanchezza sui volti, i ringraziamenti delle istituzioni, del Papa.
Ma poi seguendo una parabola discendente verso il malumore, i miei pensieri sono andati ad altri meme più amare (forse più realistici?) o all’indennità di mille euro sparita dai decreti economici. Vabbè, dormiamo. È un nuovo giorno, ragiono facendo la strada: la riduzione di docenti all’art. 1 forse ci sta, ci saranno problemi di docenti universitari disponibili con tutti i tagli fatti in passato.
Sorrido pensando che le docenze universitarie strutturate e i posti di dottorato in Infermieristica non sono stati tagliati, perché sono sempre state così poche che tagliarle sarebbe stato come giocare a “sasso, carta, forbice”, cioè far finta di avere un sasso, una carta, una forbice. Ecco, mi ritorna il malumore .
Anche perché penso all’art. 2, quello dei due medici ospedalieri (ma allora il tanto decantato territorio? ) e allora il mio flusso di coscienza (scusate, ma sono un infermiere della salute mentale e mi vengono facili certe espressioni) mi porta ai tanti colleghi che insegnano a contratto (molti anche abilitati all’insegnamento MIUR), con la magistrale sudata e le pubblicazioni ritagliate alla vita privata, ai tanti coordinatori di corso di laurea che saprebbero tenere in riga e gestire corsi interi di medicina, alle discussioni con i colleghi tutor sugli approcci didattici e pedagogici agli studenti fatte a colpi di citazioni di letteratura e buonsenso manco fossimo teologi del medioevo, ai tanti dirigenti infermieristici che si sono raffinati con costosissimi master di II° livello in management, ai dottorandi italiani trovati per caso durante le teaching staff (docenze) all’estero.
Insomma tante cose di valore dissolte nella frasetta: (...) due medici ospedalieri da indicare come personale medico di riferimento coinvolto per ogni corso di laurea in infermieristica , come se fossimo alle vecchie scuole infermieri dentro gli ospedali generali, con veletta e cappellino, tanto buonsenso, professionalità e bravura, ma paternalismo a gogo. Andrea, sei sicuro di voler fare un comunicato duro? Si è già mosso mezzo mondo, l’Ordine si è già fiondato sul Ministro. E poi sai cosa? Sono un po’ avvilito , dico al presidente SISISM.
Sì, perché tutta questa storia è intrisa di mediocrità, ma non quella aurea, virtuosa, quella che permette l’equilibrio ed evita gli eccessi, bensì quella polverosa grigia, negligente, superficialità ministeriale mi vien da dire. Qui non ci sono complotti, medici in agguato, università che vogliono i posti di docenza.
Mi immagino due grigi impiegati ministeriali, uno di concetto con le mezzemaniche, che lo scrive. L’altro, il dirigente in cravatta demodé (ah no! è una donna, vabbè in tailleur anni ’80 del secolo scorso) lo controlla e di seguito lo porta alla firma di un ministro che in questo periodo ha montagne di cose da firmare, una più una meno (ma non dirò neppure sotto tortura “tanto sono infermieri, non controllo”).
Sciatteria, miopia, incapacità di vedere in prospettiva, di capire lo spirito dei tempi. Mediocrità insomma
Devo far contento il Presidente: certo che la SISISM condanna questo decreto e si auspica che venga cambiato . Ed in fretta anche. E meno male che il mondo infermieristico, a cominciare dall’Ordine fino al singolo post di qualche collega, si sia mobilitato e protesti. Ma mi viene in mente “Non ragioniam di lor, ma guarda e passa”, una frase di qualche poeta anche lui di malumore.
Camuccio Carlo Alberto , Infermiere - membro SISISM
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