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la valigia dei ricordi

Un bicchiere di vino rosso

di Ornella Ventura

Questo ricordo ha vita e forma nei primi anni ‘90. 
È una storia di grande amicizia e di rispetto e l’infermiera di cui parlo sono io. Certe malattie tendono ad allontanare la persona malata dalle persone sane. Perché certe malattie ci sollecitano distanza, per paura, imbarazzo oppure vergogna, a tal punto che ancora oggi troppe volte leggiamo e sentiamo dire sui giornali, in televisione, su internet, da parenti e amici che qualcuno se ne è andato a causa di “un brutto male”.
 L’AIDS era - e purtroppo in parte resta - una malattia che porta con sé la vergogna. Negli anni in cui questo racconto si snoda ancora molta strada doveva essere fatta per evitare che l’identikit dell’AIDS non trovasse nella vergogna e nella colpevolizzazione del malato una facile deriva. Allora non se ne conoscevano molti dettagli, la ricerca era intenta a studiarla per capirne la trasmissibilità, l’evoluzione. 
Il malato si nascondeva alla società, la malattia lo aveva colto perché aveva trasgredito, era sua la colpa! Oggi abbiamo imparato tanto, ma questo tanto non è ancora abbastanza.
 Le malattie non sono colpe, ma inciampi.

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