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"Il Tempo senza Ore", primo romanzo dell'infermiere e scrittore Luca Favaro

di Redazione

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Lo scopo del libro, non è tanto quello di parlare dell'Alzheimer dal punto di vista medico, quanto piuttosto da quello assistenziale.

TREVISO. Luca Favaro è un infermiere diplomatosi nel 1990 e attualmente lavora all'ospedale Ca'Foncello di Treviso nel reparto di Ortopedia. Ha lavorato come infermiere in vari ambiti: casa di riposo nel nucleo per pazienti malati di demenza, in ospedale (dove lavora oggi), in centri di cura psichiatrici e come volontario in un'associazione di assistenza domiciliari agli ammalati terminali di cancro.

Oltre a questo è sposato con un'altra infermiera, con la quale ha concepito due figli.
Tra i tanti hobby e impegni, ha anche quello della scrittura; nel 2009 ha pubblicato una raccolta di racconti intitolata "Il sole in una lacrima", storie vere di ammalati che ha assistito nella sua carriera infermieristica, con cui aveva stabilito rapporti molto profondi che andavano un po' oltre la relazione infermiere-paziente. Il libro ha ottenuto un discreto successo, e ha ottenuto un bell'articolo su Famiglia Cristiana del 15 novembre 2009, che trattava della situazione infermieristica in Italia. A quel libro ne sono seguiti altri, il più importante si intitola "Ti ho visto" per edizioni La Gru, sempre raccolte di racconti.
Da qualche giorno è uscito il suo primo romanzo: "Il tempo senza ore" per la casa editrice Nulla Die.
La storia è quella di Marco Galeotto,cinquantenne, musicista e direttore di coro che all'apice della sua carriera, colto da episodi di amnesia sempre più frequenti e ingravescenti, scopre di essere malato di Alzheimer presenile.
L'altra protagonista è Margot, una giovane ragazza di origine francese, che si innamora di Marco al punto tale da decidere di sposarlo nonostante la diagnosi infausta, sacrificando i migliori anni della sua giovinezza donandosi totalmente all'assistenza del marito, andando incontro a un vero e proprio inferno.
Lo scopo del libro, non è tanto quello di parlare dell'Alzheimer dal punto di vista medico (ci sono dei cenni alla malattia, lo stretto necessario per poter costruire la storia) quanto piuttosto da quello assistenziale.
Nella storia infatti Luca riportato aneddoti reali che ha vissuto personalmente: suo padre è morto di Alzheimer presenile una decina di anni fa, e molti degli episodi sono stati realmente vissuti da lui e dalla sua famiglia in quel terribile periodo.
Altri aneddoti sono stati narrati all'autore da familiari di malati nel periodo in cui ha lavorato in casa di riposo nel nucleo Alzheimer, e nei numerosi casi che incontro tutt'ora in ospedale.
Lo scopo insomma - spiega Luca - "è quello di dare risalto alla dura quotidianità che si trova ad affrontare chi assiste in famiglia un malato di Alzheimer, e anche il titolo non è una casualità; quando si soffre, il tempo si deforma, i minuti diventano ore, le ore diventano giorni i giorni diventano mesi; il tempo non è più scandito dalle ore quanto piuttosto dalla sofferenza."
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