Lo strumemto, non ancora in commercio, è stato ideato dalla collega sarda Nicoletta Sanna. È destinato ad essere utilizzato per l'assistenza ospedaliera, ambulatoriale, di pronto intervento, nelle ambulanze (utilizzando l'alimentazione a batterie) e nell'assistenza domiciliare.
Caro Direttore,
mi presento, sono Nicoletta Sanna e sono Infermiera dal 1968, attualmente presto lassistenza domiciliare ai malati oncoematologici in cura presso l'Istituto di Ematologia delle Cliniche Universitarie di Sassari per conto dell'associazione AIL ONLUS.
Dall'inizio della mia carriera vedo che l'assistenza agli ammalati migliora di giorno in giorno con tecniche e ausili che rendono le varie pratiche assistenziali più agevoli e meno invasive.
L'operazione molto frequente nella pratica infermieristica del posizionamento di aghi o cannule per qualsiasi terapia infusionale o prelievi di sangue, presenta spesso difficoltà come nei casi di vene che potremmo definire difficili. Ciò si verifica per esempio nelle vene rese fibrotiche da cicli di chemioterapie e quindi impenetrabili, vene di pazienti disidratati, ipotesi, obesi, anemici, con patologie polmonari, con patologie debilitanti, con vene sfruttate da terapie protratte nel tempo, con arti ghiacciati per cause climatiche o per stress psicologico, in pazienti in stato di shock, etc.
Nelle corsie di ospedale o nei laboratori di analisi, di fronte a casi difficili, si alternano più professionisti al capezzale del paziente nel tentativo di portare a termine l'intervento, ma ciò, inevitabilmente, comporta un ripetersi di tentativi che sottopongono il paziente ad ulteriori, quanto inutili, sofferenze fisiche e psicologiche, nonché una perdita di tempo per il personale e spreco di materiale.
Nella mia esperienza di assistenza domiciliare, mi sono spesso trovata di fronte a pazienti con vene difficili e non potendo contare sull'aiuto di altri colleghi, e dovendo portare a termine il mio lavoro ho dovuto ingegnarmi a trovare delle soluzioni.
Queste esperienze mi hanno portato ad ideare un MANICOTTO TERMICO vasodilatatore locale periferico funzionale al posizionamento di aghi o cannule per qualsiasi terapia infusionale o prelievi di sangue. In maniera artigianale ho costruito 4 prototipi di manicotto termico, affidando la parte elettrica a due docenti in elettronica dell'Istituto IPIA di Sassari.
Nel gennaio del 2003 ho depositato il brevetto e nell'agosto di quest'anno ho ottenuto la licenza dello stesso (parlo del 2010).
Ora spiegherò il funzionamento:
il manicotto prima dell'applicazione all'arto del paziente, viene riscaldato ad una temperatura variabile intorno ai 55-60°C. Il riscaldamento si ottiene mediante una serpentina in rame percorsa da corrente continua. Un opportuno circuito elettronico permette il distacco automatico dell'alimentazione una volta raggiunta la temperatura limite. Un LED di segnalazione di colore rosso o giallo sarà indicatore di riscaldamento in corso, mentre un LED di colore verde sarà indicatore di fine riscaldamento e di manicotto pronto all'uso.
L'apparecchio è destinato ad essere alimentato a bassissima tensione di sicurezza (12Vcc) ottenibile da un normale alimentatore o con comuni batterie e richiede un assorbimento di corrente intorno ai 3A. E' possibile dotare il sistema di uno sganciatore di massima corrente da collegare in serie alla serpentina. L'intera apparecchiatura non presenta parti conduttrici accessibili. Per la parte a contatto del paziente ho pensato ad uno strato di tela lavabile o disinfettabile per motivi di igiene.
Il MANICOTTO TERMICO avvolto al braccio o avambraccio del paziente, (eventualmente anche alla gamba o al piede) distribuisce uniformemente un calore che raggiunge la temperatura variabile da 37-38 °C ed in pochi secondi dilata e gonfia le pareti venose chiamando in superficie un volume maggiore di sangue rendendo i vasi più visibili e palpabili e facilitando, quindi, l'introduzione di aghi o cannule.
La funzionalità del manicotto consente di ottenere il risultato voluto in modo pratico, efficace, in brevissimo tempo ed in tutta sicurezza.
La temperatura del Manicotto termico che al braccio del paziente raggiuge max 38° non inficia il risultato di qualsiasi esame del sangue.
Esistono in commercio dei presidi molto costosi che evidenziano la trama delle vene attraverso i raggi infrarossi, il mio manicotto oltre che metterle in evidenza le dilata e le gonfia rendendo facile l'introduzione di aghi o cannule.
Il manicotto termico è destinato ad essere utilizzato per l'assistenza ospedaliera, ambulatoriale, di pronto intervento, nelle ambulanze (utilizzando l'alimentazione a batterie) e nellassistenza domiciliare.
Al Manicotto sono interessati anche i veterinari, per gli amici a 4 zampe, che hanno gli stessi problemi di tante persone.
Dopo aver ricevuto la licenza del brevetto, ho rilasciato un'intervista sul suo utilizzo, ad una TV locale e al giornale La Nuova Sardegna, da allora non passa giorno che colleghi, medici e sopratutto pazienti mi chiedano se è già in commercio, pazienti di oggi che hanno l'urgenza di possederlo.
Quando i pazienti arrivano nei Day Hospital per fare le varie terapie, una delle loro preoccupazioni è che l'operatore trovi al primo tentativo la via di accesso per non incorrere in ulteriori sofferenze. Il loro stato di tensione è talmente alto che subire svariate punture per il posizionamento delle cannule diventa insopportabile. Lo diventa anche per l'operatore che subisce lo stress di queste situazioni pur dando il meglio della sua professionalità.
Il Manicotto termico è un valido aiuto peraltro molto economico e sottolineo economico per tutti gli operatori del settore medico-infermieristico e per tutti i pazienti con vene difficili.
Dovunque abbia presentato il mio manicotto, laboratori analisi generali, unità operative delle malattie della coagulazione e lIstituto di Ematologia Clinica (primario prof. Maurizio Longinotti) che seguono un altissimo numero di pazienti, televisioni locali, ho riscontrato entusiasmo, interesse e necessità di dotarsi al più presto di questo ausilio.
A questo manicotto così semplice quanto indispensabile manca solo un produttore che lo metta sul mercato.
Chi si farà avanti?
Nicoletta Sanna, Infermiera
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