Parere medico legale della Regione Emilia-Romagna: “Solo attraverso un meccanismo di collaborazione tra medico ed infermiere, nonché altri professionisti sanitari, l‘organizzazione ha indubbi benefici, nel caso specifico riferito al sistema di emergenza-urgenza”.
BOLOGNA. “Solo attraverso un meccanismo di collaborazione tra medico ed infermiere, nonché altri professionisti sanitari, l‘organizzazione ha indubbi benefici, nel caso specifico riferito al sistema di emergenza-urgenza”. Questo in sintesi il contenuto del “Parere medico legale procedure infermieristiche del sistema emergenza territoriale 118”, inviato dalla Regione Emilia Romagna alle Direzioni sanitarie delle aziende. Nel parere - in cui trovano riscontro alcuni dei temi trattati dai presidenti dei Collegi Ipasvi della Regione in occasione dell’incontro del 22 dicembre 2015 con il Presidente della Regione Bonaccini e l’Assessore Venturi - si riconoscono anche all’infermiere ambiti specifici di autonomia.
La questione, lo ricordiamo, era nata a ottobre 2015 dopo una denuncia alla Procura della Repubblica e provvedimenti disciplinari di alcuni OmCeo della Regione verso medici che avevano redatto procedure e istruzioni operative per regolare l'intervento di infermieri sulle ambulanze del 118, attribuendo al personale infermieristico compiti di diagnosi, prescrizione e somministrazione di farmaci giudicato dagli ordini accusatori “soggetti a controllo del medico”.
I Collegi Ipasvi dell’Emilia Romagna avevano subito preso posizione e richiesto l’intervneto della Regione rifiutando il concetto di “attribuzione di quell’ “atto medico” non meglio identificato e definito a cui si fa spesso strumentalmente riferimento”, ma chiarendo che si trattava “di una procedura operata dagli infermieri impegnati nel Servizio di Emergenza che garantiscono una professionalità e una risposta alla comunità, certificata da una costante e impegnativa formazione specialista secondo protocolli validati dalla letteratura internazionale”. “Nessuno ha agito in autonomia o secondo scelte non lecite – avevano a suo tempo dichiarato i presidenti Ipasvi - ciò che è stato fatto fa parte di un’organizzazione ragionata, concordata e sottoscritta da tutte le componenti professionali coinvolte nell’emergenza-urgenza. Chi ha agito, medici e infermieri, lo ha fatto n base a precise linee di indirizzo validate, nell’interesse primario del cittadino e dell’efficienza dei servizi, che caratterizza l’eccellenza nel settore sanitario propria della Regione Emilia Romagna”.
Ora il parere medico-legale della Regione lo conferma e i presidenti Ipasvi dell’Emilia Romagna esprimono soddisfazione per il Documento e in particolare apprezzano, oltre alle sue conclusioni, che si ripercorra l’evoluzione normativa dell’infermiere, incardinandola ai provvedimenti della Regione, dalla legge 42/99 alla Direttiva 2013/55/UE.
“Ci compiace il fatto – hanno dichiarato - che il gruppo di esperti abbia condiviso il documento SlMEU-lRC 2015 in tema di trattamento con farmaci o con manovre di emergenza da parte degli Infermieri dell’Emergenza Territoriale, che ha, tra l’altro, ricevuto anche l’endorsement degli infermieri tramite le proprie società scientifiche d’area”.
In attesa che tali interventi vengano estesi ad altri ambiti di interesse che saranno oggetto di analisi e studio, i Presidenti si impegnano a presidiare che le Direzioni acquisiscano tali indicazioni per tradurle in operatività.
Sul documento si è espresso a caldo l'assessore alla Sanità del Comune di Bologna Luca Rizzo Nervo, nella propria pagina Facebook.
"In questi anni - ha scritto - ho avuto modo di esprimermi sulla valorizzazione professionale degli infermieri e su un pieno utilizzo delle loro competenze come avviene, di più e meglio, in gran parte d’Europa. Avevo avuto modo di esprimermi, partecipando anche al #noisiamopronti Day organizzato dal Collegio Ipasvi di Bologna, anche in occasione di alcuni provvedimenti disciplinari di alcuni Ordini dei Medici che contestavano le procedure ed il coinvolgimento infermieristico nelle procedure di emergenza urgenza extraospedaliera (118), rivendicando come al contrario l’integrazione professionale e delle competenze infermieristiche e mediche fosse la chiave del successo e della capillarità del nostro sistema di Emergenza Urgenza che fa scuola in Italia."
Ora si esprime la regione in modo chiaro ed inequivocabile. Sia in modo diretto “solo organizzando le attività di soccorso extraospedalieri attraverso la collaborazione fra medici ed infermieri è possibile garantire adeguati livelli assistenziali”. Sia attraverso il parere medico-legale richiesto: “la posizione di garanzia che consiste nella situazione tipica della titolarità di un obbligo penalmente rilevante non è propria solo del medico ma attiene a tutti i professionisti della salute” e “il lavoro di equipe rappresenta quanto il sistema Nazionale richiede (…) per erogare prestazioni sempre più complesse e di alta specializzazione” ed ancora “l’infermiere lungi dall’essere un mero produttore di attività esecutive impartitegli (…) è concepito come professionista che agisce all’interno del gruppo di lavoro, detentore di una autonomia nella partecipazione” e quindi “in definitiva si condivide quanto contenuto nel documento SIMEU-IRC 2015 in tema di trattamento con farmaci o con manovre di emergenza da parte degli infermieri dell’emergenza urgenza, considerando che è garantita la possibilità di contatto telematico fra infermieri 118 e medici del dipartimento di Emergenza Urgenza, per condividere situazioni e segno che richiedano l’effettuazioni tempestiva di particolari manovre o terapie salvavita, senza che questo comporti diagnosi e con il rigoroso rispetto di criteri definiti e condivisi con il personale medico, ogni qualvolta sia necessario, nell’esclusivo interesse della tutela della salute della persona assistita”.
"Mi pare - conclude l'assessore - che il buon senso trionfi e che ciò consenta a medici ed infermieri di operare in sicurezza e finalmente con elementi di certezza. Bene così!".
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