Nell'organizzazione la risorsa umana costituisce uno degli elementi fondanti per il buon andamento della stessa. Se, da un lato, ogni nuovo assunto inizialmente costituisce un fattore di impegno, dall'altro rappresenta un investimento a lungo termine nell’economia aziendale. Si rende quindi auspicabile l'elaborazione di un adeguato programma di inserimento per favorirne l'opportuna gestione.
Infermieri neoassunti: Il processo di inserimento e le sue fasi
Per creare un processo di inserimento efficace e soddisfacente è necessario programmare ogni fase definendo preliminarmente obiettivi e responsabilità.
Diviene inoltre necessario che questo percorso sia sostenuto da una documentazione scritta in modo tale che sia costantemente consultabile (da chi guida e da chi è guidato) e assicuri ugual trattamento a chi si deve integrare nella realtà operativa.
L’inserimento del neo assunto ha quindi lo scopo di condurre gradualmente a un buon livello di efficacia ed autonomia nell’esecuzione del lavoro, alla consapevolezza della cultura aziendale favorendo l’inserimento nell'équipe e nel contesto organizzativo.
L’inserimento si concretizza come il primo intervento di formazione sul nuovo infermiere; costituisce la prima fase di un più vasto programma di formazione permanente.
Lo strumento operativo che consente di realizzare un percorso dettagliato e studiato in ogni sua fase è il protocollo.
Inserimento in un nuovo contesto operativo non significa soltanto acquisire abilità e competenze per far fronte alle diverse esigenze lavorative, ma anche fusione tra l’individuo e l’organizzazione, attraverso l’assunzione di norme, comportamenti, valori e cultura.
Spesso viene sottovalutata la delicatezza e difficoltà di questa fase di socializzazione. Per un nuovo assunto non sempre è facile riuscire ad integrarsi in un nuovo gruppo già consolidato e per questo è indispensabile la sinergia di tutti i professionisti.
Per riuscire a trovare soddisfazione nel lavoro è indispensabile sicuramente un buon rapporto tra colleghi, ma anche:
- riuscire a portare a termine le attività richieste
- vedere i propri risultati riconosciuti
- percepire che le responsabilità affidate aumentano di qualità
- realizzare che le proprie conoscenze accrescono.
Costruire un percorso di inserimento consente di:
- valorizzare la risorsa umana
- ridurre i tempi necessari all’operatore prima di essere e di potersi considerare autonomo all’interno del reparto
- uniformare l’approccio al paziente critico
- ridurre lo stress ed il disagio psicologico sia del nuovo infermiere di fronte alla nuova realtà lavorativa sia dell’équipe già presente, che deve “gestire” personale non pienamente competente;
- creare un’omogeneità di insegnamento e quindi di lavoro, ottimizzando i livelli di assistenza.
L’inserimento del personale infermieristico è un carico di lavoro aggiuntivo e un investimento di risorse (umane ed economiche) per l'unità operativa. Questa, successivamente, potrà recuperare quanto impiegato in termini di competenza professionale, qualora la risorsa umana sia adeguatamente inserita, formata, integrata e quindi autonoma nella gestione di tutte le attività.
Le strategie di inserimento del neoassunto
La definizione delle strategie di inserimento del personale infermieristico deve tenere conto:
- del livello di formazione e di addestramento minimi da raggiungere che consentano al professionista di garantire alla persona assistita prestazioni appropriate e tempestive rispetto alla situazione assistenziale
- dei requisiti e delle responsabilità dei professionisti coinvolti nel processo di inserimento
- della durata dell’intero processo.
Le fasi del piano di inserimento
Il piano di inserimento prevede più fasi, quali:
- scelta e formazione del professionista a cui verrà affidato il neoassunto
- accoglienza
- inserimento
- valutazione.
L’individuazione degli infermieri in possesso delle doti necessarie per divenire tutor va effettuata dal coordinatore/primario dell’unità operativa con particolare attenzione in quanto ricopre un ruolo determinante per la buona riuscita dell’inserimento.
Il ruolo del Tutor nella fase di inserimento del neoassunto
Il tutor è un infermiere già inserito nell’U.O a cui viene affiancato il neoassunto e a cui è affidata la responsabilità circa l’acquisizione di conoscenze ed abilità necessarie al raggiungimento della sua autonomia professionale all’interno del servizio.
Il tutor ha il compito di:
- informare e formare sulle dinamiche di lavoro proprie del nuovo contesto lavorativo;
- comprendere quali siano le carenze formative e mettere in atto interventi tali da colmare le lacune;
- valutare le performance;
- identificare, insieme all’interessato, quando questi può ritenersi autonomo.
Al tutor si richiede una professionalità specifica elevata con conoscenze teoriche approfondite e buone capacità operative. Nel dettaglio l’infermiere tutor deve mostrare: motivazione, abilità didattiche e valutative, elevate doti umane quali equilibrio, disponibilità e capacità di valorizzare i colleghi; disponibilità ad accogliere e informare il nuovo operatore e ad orientarlo nella complessa operazione di lettura dell’organizzazione, aiutandolo a esternare le proprie difficoltà e facilitandone l’integrazione; conoscenza dei propri limiti, e quindi coinvolgere, quando necessario, i colleghi nell’addestramento del nuovo infermiere.
Per tutta la fase di inserimento è importante che il tutor mantenga un orientamento libero e critico nei confronti del nuovo collega per assicurare una valutazione obiettiva e quindi efficace per evidenziare pregi e difficoltà.
Chi crea il percorso di inserimento dell’infermiere neoassunto
Un percorso di inserimento e di formazione dei nuovi assunti per essere efficace non può essere elaborato da un singolo, ma richiede l’intervento di un gruppo di progetto per avere connotarsi nella maniera più eterogena possibile.
Inoltre un lavoro prodotto o comunque revisionato dal gruppo che dovrà sostenere gli inserimenti sarà più facilmente accettato, condiviso e sarà sostenuto dal gruppo stesso.
La chiarificazione ed esplicitazione delle attività, come avviene nella job description, non intende creare una uniformità culturale delle persone e soprattutto non intende spegnere il potenziale e la cultura propria dei professionisti.
La definizione delle competenze standard da acquisire per erogare un’assistenza di buona qualità, viene considerato la piattaforma di un lavoro professionale. Questo proposito ha le caratteristiche della dinamicità e della flessibilità e richiede un costante aggiornamento che sia in linea con l’evoluzione della medicina e con la crescita esponenziale della professionalità infermieristica.
La gestione per competenze è divenuta oggi una forte necessità di tutti coloro che si occupano di gestione delle risorse umane: lavorare per e con professionisti significa, tra le altre cose, lavorare per obiettivi (e non più per compiti o mansioni ), cioè passare da una gestione in cui l’accento rispetto alla persona assistita è posto sulle “cose da fare” ad una gestione in cui tale accento è posto sulla responsabilità dei professionisti e che quindi usa le attività in vista dei risultati da raggiungere.
Introdurre il concetto di obiettivo in una struttura organizzativa abituata a lavorare per compiti, ovvero per adempimenti, vuol dire principalmente introdurre un cambiamento culturale che attraverso le persone si dirige verso l’impiego di un pensiero strategico, di una maggiore iniziativa e autonomia e di sviluppo delle proprie capacità e competenze.
Conoscere in anticipo i risultati da conseguire, determina un aumento della consapevolezza del tutore del discente rispetto alle proprie capacità, aspettative, motivazioni e potenzialità. Permette inoltre di evitare gli “appiattimenti” dell’organizzazione, lasciando spazio ad una maggiore creatività e motivazione al cambiamento.
Dott.ssa Sabrina Adami, Infermiera
Azienda Ospedaliero Universitaria di Perugia
Centrale Operativa 118 “Umbria Soccorso”
Comitato Direttivo Aniarti
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