Il pacemaker è un device impiantabile sottocute costituito da un corpo batteria e da una componente elettronica che genera impulsi elettrici a cui vengono connessi elettrocateteri i quali trasmettono il potenziale direttamente all’interno delle camere cardiache.
Com'è fatto un pacemaker e a cosa serve
Sostanzialmente esistono due categorie di pacemaker e si distinguono in:
Categoria
Descrizione
Esempio
Monocamerali
Vanno a stimolare solo il ventricolo destro
Solitamente vengono impiantati su pazienti che soffrono di aritmie atriali, poiché in quest’ultima camera il ritmo è caotico e non sincronizzabile con il ventricolo
Bicamerali
Vanno a stimolare sia atrio che ventricolo destro
Vengono impiantati in tutti i pazienti che non hanno malattie atriali, rendendo la stimolazione più fisiologica possibile
La conduzione elettrica cardiaca
Il ciclo cardiaco di sistole e diastole è coordinato da cellule poste nell’atrio destro del cuore che generano impulsi elettrici e si propagano nei ventricoli attraverso il tessuto miocardico di conduzione. Se tali cellule o fibre vengono danneggiate da cause intrinseche o iatrogene si creano disturbi elettrofisiologici che possono portare ad aritmie ipercinetiche o ipocinetiche.
Nel caso delle aritmie ipocinetiche, gli impulsi, pur partendo dagli atri, non si propagano correttamente ai ventricoli determinando un abbassamento significativo della frequenza cardiaca con conseguente sincope dovuta alla situazione di bassa portata circolatoria, che può degenerare fino all’asistolia.
Per porre rimedio alle aritmie ipocinetiche, negli anni ‘50 venne brevettato il pacemakera transistor e nel 1958, presso il Karolinska Institute di Stoccolma, Arne Larsson fu il primo essere vivente a beneficiare di questa tecnologia (morirà nel 2002).
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