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Napoli-Oxford, la storia di un sogno da infermiere

di Pasquale Dente

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La storia di un infermiere Italiano, anzi di Napoli, precisamente della Napoli che non è in vetrina, il quartiere di “gomorra” il quartiere della malavita, Secondigliano un quartiere della malfamata area nord, il collega in questione ha deciso di cambiare la sua vita, o almeno ci sta provando.

Laureato da 4 anni, ho girato un po’ in cerca di lavoro più o meno stabile, contratti a tempo determinato, sostituzioni estive, lavori che richiedevano la “fregatura” della partita iva oppure la ritenuta d’acconto. Situazioni che proponevano pagamenti dopo 4, a volte anche 6 mesi.

Essere trattati con superficialità, sapendo che mettere la propria professionalità al servizio di queste persone è irrilevante, loro cercano un numero. Cercare di far cambiare idea a queste organizzazioni è pressoché inutile, se vai via tu, ne trovano altri 100 disposti a fare il tuo lavoro, magari per meno soldi econ meno pretese. A Napoli si usa una frase che credo sia distruttiva per chiunque abbia un po’ di orgoglio “Meglj e nient”. Ti pagano dopo 5 mesi? Vabbè meglio e niente. Ti danno 6 Euro ora per stare su di un ambulanza? “meglio e niente. Ti fanno lavorare 10 giorni in un posto, 7 in un altro e ti richiamano dopo 1 mese? Vabbuò meglj e niente. Meglio di Niente, meglio di stare a casa senza fare nulla,allora si accetta facendo il loro gioco.

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Pasquale Dente

Io non mi accontento! Io sono stato un lottatore. Facevo judo nella palestra di Maddaloni, uno che in quella zona ci è rimasto e combatte ogni giorno per cambiare le cose. Lui mi ha insegnato a puntare sempre in alto e volere il meglio, il sudore e la fatica prima o poi un risultato lo portano; lui lo dimostra tutt’oggi continuando a sfornare generazioni di campioni, ma oltre a campioni, ha formato persone con dei sani valori ed una buona mentalità. Non si danno per vinti, seguono i propri ideali e i propri obiettivi. Io fortunatamente in quella scuola di vita ci sono cresciuto, e quel background me lo porto ancora dentro.

Dopo aver fatto dei colloqui con le agenzie, ed averne superati alcuni, mi arriva la fatidica chiamata, ce l’hai fatta, ti abbiamo preso! Sei il nuovo infermiere del John Radcliffe, lavorerai per la famosissima University of Oxford. Hai un mese per decidere se accettare o meno.

A dire il vero, non me lo aspettavo. Proprio adesso che avevo un posto fisso! Lavoravo infatti nei centri dialisi Kidney, famosi per il loro operato nella zona di Napoli e provincia, è stato un mese tribolato, lasciare famiglia, amici, fidanzata e un lavoro fisso per seguire un sogno? Dopo un breve colloquio, prima con il direttore sanitario, il Dottor Giuseppe Matarese e poi con il boss del centro, Il Dottor Giovanni Capuano decido di partire, la loro disponibilità e la loro serietà sono state davvero di grosso aiuto in questa scelta,  colgo ancora una volta l’occasione per ringraziarli.

nhs-oxfordAdesso sono qui, in quel di Oxford, sono uno Staff Nurse del CTCCU (CardioThoracic Critical Care Unit) mi hanno collocato in questo reparto anche grazie all’esperienza fatta anni fa alla Clinica Mediterranea di Napoli, dove ho lavorato pressappoco nello stesso reparto. Il lavoro qui è molto bello, organizzato e soprattutto si prospetta possibilità di carriera che in Italia non esiste, nel senso vero del termine, in Italia l’infermiere non ha tante figure professionali come il “Nurse”, non esistono da noi tanti livelli e specializzazioni.

Qualche volta ho attimi di sconforto, mi manca Maria, l’affetto più grande che si possa incontrare nella vita. Anche se a tanti chilometri di distanza riesce a starmi vicino, mi ricorda che questo era il mio sogno, mi chiede di alzare gli occhi e vedere quello che mi circonda. Io lo faccio e mi guardo attorno, vedo i miei nuovi colleghi, persone che vengono da tutto il mondo solo per vivere il mio stesso sogno, abbasso lo sguardo e sulla mia divisa leggo “Oxford University Hospital”, mi torna il buon umore, e sono ancora più contento di aver fatto questa scelta.

Consiglio a tutti di non scendere a compromessi e di lottare per il proprio avvenire, non bisogna fare il confronto con il niente, ma ricordarsi le ore di studio passate sui libri per raggiungere la tanto agognata laurea.

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