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Lucia, Infermiera in Inghilterra: "Caro presidente Vallicella lei ci invitava a lasciare l'Italia, ma ora?"

di Redazione

Lucia

Il giorno stesso che mi sono recata all'ufficio dell'Ipasvi di Verona, l'unica offerta di lavoro in bacheca esortava a lasciare l'Italia per il Regno Unito ma non ci volevo credere.

VERONA. Sta girando sul web in queste ore una lettera aperta inviata al presidente del Collegio IPASVI di Verona, Franco Vallicella, da una collega Infermiera che attualmente lavora nel Regno Unito. Si tratta di Lucia Meneghelli, laureatasi nel 2013 presso l'Ateneo veneto. Ma vediamo cosa scrive e perché mai il su citato presidente le abbia risposto in maniera stizzita.

Locandina congresso

L'Ipasvi continua a pubblicizzare il Patto Infermiere-Cittadino, ma cosa fa per l'obbligo di tutela e di sostegno morale e professionale dei sui iscritti? Lucia meriterebbe o meno una risposta sostanziale dall'Ipasvi di Verona?

Egregio Presidente Vallicella,

sono un'infermiera iscritta al collegio Ipasvi di Verona e da tempo sto pensando di scriverle per raccontarle la mia storia e la mia indignazione. Forse non leggerà la mia mail e finirà nel cestino e nel dimenticatoio, senza ricevere alcuna risposta ma io ci provo lo stesso.
Mi chiamo Lucia, laureata all'Università di Verona il 4 dicembre 2013, regolarmente iscritta all'Ipasvi dal 8 dicembre 2013. Come vede non ho perso tempo ad iscrivermi perchè confidavo di poter trovare un lavoro e di esercitare la professione che io amo, quella di infermiere.
Tutti sappiamo che viviamo in un periodo di crisi con tagli drastici alla sanità ma speravo che un collegio come l'Ipasvi tutelasse i propri infermieri e cercasse di "lottare" per noi. Invece, il giorno stesso che mi sono recata all'ufficio dell'Ipasvi di Verona, l'unica offerta di lavoro in bacheca esortava a lasciare l'Italia per il Regno Unito ma non ci volevo credere. Ottenuta la mia matricola, ho consegnato curricula in tutte le strutture private di Verona, Mantova e Brescia e mi sono candidata a ridicoli concorsi per titoli ed esami per un posto per infermiere in qualsiasi regione d'Italia.
Dopo un po' di tempo a non ricevere risposta, ho cominciato a considerare seriamente il Regno Unito e mi è bastato fare una veloce ricerca per rendermi conto che stare in Italia era una follia. Il giorno 3 febbraio 2014 mi sono candidata per diverse posizioni nel Regno Unito e lo stesso giorno ho ricevuto cinque diverse offerte di lavoro. Ho sostenuto colloqui telefonici e via Skype in inglese, il giorno 5 febbraio ho firmato il mio primo contratto a tempo indeterminato per una nursing home. Nel frattempo mi sono iscritta al NMC e il giorno 7 marzo 2014 ho lasciato l'Italia. È scontato dire che non ho ricevuto alcuna offerta dall'Italia nel mentre.
Oggi, 18 luglio 2015 lavoro da 7 mesi in terapia intensiva cardiochirurgica nell'ospedale di Harefield (NHS) che come lei saprà è tra i più importanti in Europa per la chirurgia cardiaca e polmonare. Quando ho sostenuto il colloquio per essere assunta ad Harefield , il manager era sioccato perchè, con la mia formazione e preparazione, avrei dovuto trovar lavoro in Italia istantaneamente ed era felice che io potessi far parte del suo personale, ma dispiaciuto che l'Italia perdesse me e tanti colleghi validi quanto o più di me. 
Formazione per la quale io e la mia famiglia abbiamo fatto sacrifici e che ora regaliamo ad un altro Stato, non le sembra ridicolo?
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso e che mi ha convinto a scriverle è arrivata due giorni fa quando ho ricevuto il seguente messaggio da Privata Assistenza Villafranca di Verona:
"Ciao, ti può interessare per domenica fare 2 passaggi a Povegliano per una igiene e uso sollevatore? Posso darti 10 euro a passaggio.
Sto cercando anche una operatrice per la prossima settimana per una assistenza a domicilio dal lunedì al sabato 1.5 ore la mattina a Villafranca, ti può interessare?"
Vorrei veramente avere la sua opinione riguardo a questa "offerta" di lavoro. Io non ho nemmeno risposto ma son sicura che qualcuno lo abbia fatto perchè siamo disperati.
La mia rabbia e indignazione va verso lei e i suoi colleghi che mi invitate a convegni sulle competenze avanzate e specifiche dell'infermiere e lasciate che succeda questo schifo! Perché non vi concentrate e partite dal basso a curare il marcio che gira in queste agenzie? Non ci credo se mi dite che non ne siete al corrente perché, se queste persone possono permettersi di mandare questi messaggi, è colpa vostra che non vigilate abbastanza. 
Non è una questione di soldi, ma di mantenere il valore della professione infermieristica e di far valere quel documento per cui abbiamo tanto sudato che è il Profilo professionale dell'Infermiere.
Non mi si venga a dire che la colpa è mia perché non sono abbastanza umile per accettare tali offerte perché purtroppo non è così che si fa esperienza e si guadagnano i famosi 'titoli ed esami'.
Mi piacerebbe veramente avere un confronto con lei o chi per lei riguardo tutto ciò, partendo dalla fuga di infermieri per poi passare alle competenze avanzate e alle agenzie infermieristiche.
Infine, mi scuso se il mio linguaggio può risultare inappropriato o offensivo, ma questo è ciò che io penso e dopo quasi due anni in Inghilterra, ho quasi dimenticato l'Italiano.

Cordiali Saluti,
Lucia Meneghelli

 

* * *

 

La risposta in sintesi del Presidente Vallicella è stata (non possiamo pubblicarla per intero poiché è stato "evocato" il diritto alla privacy, ma chiediamo all'interessato di autorizzarci a farlo per buttare acqua sul fuoco delle polemiche):

1 - non vuole avere un confronto perché Lucia avrebbe lanciato un'accusa;

2 - se Lucia lavora in Inghilterra è grazie alla laurea ottenuta a Verona e agli "organismi professionali" che l'hanno resa possibile;

3 - ha ricordato a Lucia di non essere informata su quanto sta accadendo in Italia e su quanto sta facendo l'Ipasvi Veronese per l'occupazione; 

4 - ha invitato Lucia a riprendersi dalla propria delusione per poterla aiutare.

 

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Leggi la risposta del Presidente IPASVI di Verona: Franco Vallicella.


E voi cosa ne pensate di quanto scritto dalla collega Lucia e dal Presidente Vallicella? Scriveteci a direttore@nurse24.it
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