Le migrazioni sono parte essenziale dell’evoluzione di un Paese. Esse delineano i contorni di una società multiculturale, un intreccio di valori, simboli, credenze e comportamenti. È così che si presenta al giorno d’oggi l’Italia, che accoglie circa il 7% di persone di origine straniera. Si tratta di una fetta di popolazione non indifferente e che, al pari di ogni altro abitante, merita alti livelli di cura e di assistenza.
Il diamante culturale della salute e il modello del Sole nascente
I bisogni di salute si evolvono con la società e, di pari passo, il sistema sanitario deve riorganizzarsi. A tal proposito scrive l’antropologa e infermiera Madeleine Leininger che, intorno agli anni Cinquanta del ‘900, rende il fenomeno migratorio oggetto di riflessione delle scienze infermieristiche.
Questa teorica pone le basi del nursing transculturale, ovvero dell’assistenza terapeutica, palliativa, riabilitativa, educativa e preventiva rivolta all'individuo con una cultura differente.
L’obiettivo d’assistenza è centrato sul riconoscimento delle diversità culturali di cui la persona è portatrice, perché esse diventano il mezzo per elaborare il piano assistenziale personalizzato. Infatti, la cultura è in stretta relazione con il benessere bio-psico-sociale e, di conseguenza, con la salute. Si pensi, ad esempio, ad alcuni suoi elementi come la conoscenza e le norme e a quanto questi possano influenzare i comportamenti strettamente correlati al benessere come l’alimentazione, l’attività fisica, l’igiene e l’approccio al concetto di salute.
Il diamante culturale della salute
Per inquadrare il tema della multiculturalità all’interno del sistema di relazioni che si costituiscono nei differenti spazi sanitari, è necessario parlare del “diamante culturale della salute”. Il “diamante culturale” di Wendy Griswold è costituito da oggetti culturali, creatori culturali, destinatari culturali e mondo sociale. La correlazione tra i diversi elementi mette in evidenza lo stretto rapporto tra cultura e società.
Da qui si parte per spiegare il “diamante culturale della salute”, che ha come attori sociali la persona, il medico, l’infermiere, il mediatore transculturale ed il contesto della struttura sociale entro cui si attivano le azioni di salute.
Esso rappresenta un insieme di relazioni che esprimono la realtà sanitaria in cui i professionisti, consapevoli della peculiarità del proprio ruolo e portatori delle proprie capacità professionali, cooperano per raggiungere la salute della persona.
Si noti come medico e infermiere siano posti sulla stessa linea mediana, ad indicare la complementarità, la collaborazione e la condivisione dell’obiettivo verso il benessere del paziente, che è un attore consapevole, coinvolto in questo progetto/percorso a cui partecipa attivamente.
Il modello del Sole nascente
Al fine di comprendere come erogare l’assistenza culturale più adatta e come personalizzare il prendersi cura, l’autrice M. Leininger propone di utilizzare il modello del “Sole nascente”. Esso, attraverso l’analisi multifattoriale, evidenzia le diversità e le pone come fondamenta su cui progettare la cultura dell’assistenza. Ecco che l’infermiere può adoperare questo importante strumento per rilevare i bisogni di salute dell’assistito, affrontando quelle che inizialmente erano le difficoltà dell’accoglienza, dell’assistenza e del prendersi cura.
La chiave di lettura del Sole nascente è rappresentata dalla raccolta dati riguardante in primis la visione del mondo, cioè il punto di vista del paziente riguardo il contesto; in secondo luogo, i dati relativi alla struttura sociale che comprende, tra gli altri, fattori economici, religiosi e stile di vita; il passo successivo consiste nell’analisi degli elementi sopracitati per capire come questi possano influenzare la pratica assistenziale e in base al risultato decidere se conservare, adattare o rimodellare completamente il piano assistenziale.
Domanda e risposta
Come comunicare con un paziente che parla un’altra lingua? L’ideale sarebbe che gli operatori abbiano un eccellente livello della lingua in questione, ma non essendo questo possibile, un interprete saprebbe stabilire quanto meno una comunicazione verbale efficace. La comunicazione verbale è fondamentale affinché il paziente non si affidi completamente alle mani degli operatori lasciando che essi svolgano qualsiasi procedura medica o assistenziale senza averne compreso appieno (o affatto) il significato. Questo principio sta alla base del consenso informato.
Come relazionarsi ad un paziente con una cultura differente? Le parole chiave sono rispetto ed empatia. La presenza di un campo dedicato all’annotazione del Paese d’origine e della lingua parlata all’interno della cartella infermieristica è il trampolino di lancio per la creazione del nuovo modello assistenziale culturale personalizzato, che mette da parte la categorizzazione e la classificazione stereotipata.
Implicazioni pratiche nella professione
I concetti finora trattati sono applicabili e da applicare ad ogni campo che prevede l’assistenza infermieristica: ospedali pubblici, cliniche private, RSA e servizio domiciliare, ogni qualvolta vi si abbia a che fare con un paziente di cultura differente dalla nostra.
Le difficoltà di interrelazioni causate dalla diversità di culture, di lingue e di linguaggi sono il punto da cui partire per creare adeguate politiche di integrazione sanitaria che sappiano rispondere anche ai bisogni dei “nuovi” cittadini. Le presenze straniere sul territorio italiano aumentano e, conseguentemente, gli operatori sanitari si trovano sempre più spesso davanti a tali ostacoli. È fondamentale che l’infermiere possa ricevere una formazione multiculturale, transculturale per garantire un processo assistenziale efficace. Il primo passo per la comprensione dell’altro è la raccolta di tutte le informazioni individuali.
Quasi tutte le teorie del nursing propongono un approccio olistico alla persona incentrato su bisogni biologici, psicologici, socioculturali e ambientali. A questi si aggiungono, nel nursing transculturale, la ricerca della cultura del paziente attraverso strumenti come il modello del Sole nascente, l’accertamento di credenze sulle pratiche sanitarie e la personalizzazione del piano terapeutico.
L’aumento delle persone straniere ha creato nuovi bisogni di salute nella società e porta alla necessità di una nuova coscienza culturale nella professione infermieristica che presuppone il superamento di atteggiamenti di chiusura e l’apertura alle differenze culturali. Le differenze rappresentano un asse portante di qualsiasi società e possono diventare il punto di forza per un rinnovato welfare. Rinnovate strategie di policy ridurrebbero le difficoltà insite all’accesso, garantendo percorsi di cura ed assistenza. Assistenza che, ricordiamo, ha come centro la persona con i suoi vissuti e la sua identità etno-culturale, espressione della salute transculturale.
- Articolo a cura di Lara Porru - Infermiera
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