Turni da dodici ore, competenze infermieristiche avanzate e parte del mondo medico che sembra voler bloccare lo sviluppo del sistema sanitario nazionale. Ne abbiamo parlato con il giurista Luca Benci, in occasione del 35° Congresso nazionale Aniarti.
La querelle con l'Ordine dei Medici
Intervistato in occasione del suo intervento al 35° Congresso nazionale Aniarti, il giurista Luca Benci ha toccato argomenti molto caldi per la professione infermieristica, a cominciare dalla contestazione della legittimità di porre in essere determinate attività, nonostante esse siano indicate e declinate da protocolli specifici.
Il riferimento è alla ben nota questione dell’Ordine dei Medici di Bologna, che ha agito contro alcuni dei suoi stessi iscritti: per l’esattezza 8 medici sono stati sospesi dall’esercizio professionale per sei mesi, uno per quattro mesi. Colpevoli solamente di avere redatto dei protocolli in sede aziendale
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Si tratta di una sanzione disciplinare sproporzionata – continua Benci – sopra i sei mesi è contemplata solo la radiazione, che viene applicata per indegnità all’esercizio della professione e stilare dei protocolli all’interno di un’équipe interprofessionale è cosa ben lontana da tutto questo
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Se si pensa anche alla bocciatura della delibera regionale che regolamenta le Case della Salute da parte dell’Omceo Bologna, fa riflettere l’osservazione di Benci secondo cui la strada è densa di difficoltà per le opposizioni di carattere professionale talvolta corporative attuate da una parte del mondo medico
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Si può mantenere l’attenzione per dodici ore continuative?
È arrivata in modo tardivo l’attuazione delle undici ore di riposo giornaliero, afferma Benci, dato al quale si aggiunge la mancata assunzione di nuovo personale in organico.
Mentre in Svezia gli infermieri lavorano con turni di sei ore e ne guadagnano in salute e felicità, in Italia gli infermieri arrivano a fare turni di dodici ore, vivendo una vita impossibile.
Si garantiscono livelli di qualità e di sicurezza con turni di dodici ore continuative? Il livello di stanchezza fisica può in qualche modo incrementare il numero degli errori e di infortuni sul lavoro?
Sono domande che vengono quotidianamente anche dagli stessi infermieri, che su un altro versante di “battaglia” stanno attendendo il riconoscimento di quelle competenze avanzate che nella pratica già sono poste in essere.
C’è ancora molto da fare, la strada è ancora impervia afferma Benci, ma la giurisprudenza ha recepito una serie di situazioni nelle quali l’infermiere, come nel caso dell’unità coronarica, agisce in regime di larga autonomia ed è in grado di agire autonomamente, come afferma la Cassazione
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