L'Infermiere di Famiglia è una figura professionale formata per dirigere e incoraggiare la famiglia, identificando i sui bisogni di salute e indicando la strada migliore nell’utilizzo dei servizi sanitari. Gli obiettivi principali che l'infermiere di Famiglia persegue sono quello di promuovere e proteggere la salute dell’individuo e della popolazione per tutto l’arco della vita insieme a quello di ridurre l’incidenza delle malattie e degli incidenti più comuni, alleviando le sofferenze che questi causano. Quello dell’IdF è quindi un ruolo fondamentale per garantire la continuità assistenziale.
Infermiere di Famiglia e Comunità: La garanzia della presa in cura
La società cambia e con essa i bisogni assistenziali. I sistemi sociosanitari e i professionsti stanno sviluppando diversi modelli organizzativi e gestionali per rispondere ai nuovi futuri scenari con appropriatezza clinico-organizzativa e competenza.
A livello epidemiologico si possono rilevare una serie di fattori che hanno contribuito al passaggio dal modello ospedale-centrico al modello improntato sul lavoro territoriale in rete, quali la necessità di interventi più complessi e l’aumento della speranza di vita in relazione all’introduzione di nuove tecnologie.
I problemi di salute e l’aumentata speranza di vita della popolazione attuale, infatti, sono tali da richiedere interventi multidisciplinari e interprofessionali (comorbilità e pluripatologie), mentre l’aumento delle tecnologie sanitarie capaci di dare risposte immediate ai problemi di carattere acuto ha portato a nuove sfide di complessità assistenziale.
Altro tema da non sottovalutare, riguarda la sostenibilità dei costi e la limitatezza delle risorse disponibili che impone l’assunzione di un modello che permetta la gestione territoriale del paziente, in particolar modo della cronicità.
Anche per tali motivi i sistemi sanitari necessitano di capacità di dare una risposta adeguata e prolungata nel tempo, trasferendo i trattamenti sanitari dall’ospedale alla casa dell’assistito.
L’infermiere di famiglia e comunità (Idf): Un po’ di storia
Analizzando l’evoluzione della figura dell’Infermiere di famiglia e comunità da un punto di vista storico, possiamo trovare un accenno di quello che poi sarebbe diventato l’IdF nel 1974, quando l’Organizzazione mondiale della sanità (Who) pubblica il report Community Health Nursing, in cui viene sviluppato il concetto di assistenza a livello comunitario.
All’interno del report, inoltre, viene descritta la famiglia come la più antica e solida istituzione sociale, i cui membri condividono tratti genetici e stili di vita che influenzano lo stato di salute. Per questo motivo la malattia di uno dei membri del nucleo familiare condiziona anche la salute di tutti gli altri componenti a livello economico, sociale e psicologico.
Il Family Health Nursing si basa sulla capacità dell’infermiere di dirigere e incoraggiare la famiglia, identificando i sui bisogni di salute e indicando la strada migliore nell’utilizzo dei servizi sanitari.
Nel documento redatto dal Who si ribadisce inoltre la necessità di un cambiamento innanzitutto della formazione dell’infermiere, producendo professionisti con conoscenze di base e avanzate dal punto di vista scientifico, con abilità nella diagnosi clinica e abilità di tipo preventivo, curativo e riabilitativo.
Prosegue poi affermando che gli infermieri devono saper applicare le loro abilità di cura nei contesti familiari e di comunità usando conoscenze mediche non solo per garantire la miglior qualità di assistenza possibile sia al singolo che alla famiglia, ma dando anche la possibilità agli studenti di fare esperienza del lavoro all’interno di una comunità e di comprendere come questa influenzi lo sviluppo di determinate malattie e le modelli al suo interno.
Nella Dichiarazione di Alma Ata (1978) viene invece definito il concetto di assistenza primaria come quella assistenza sanitaria essenziale, fondata su metodi pratici e tecnologie appropriate, scientificamente valide e socialmente accettabili, resa universalmente accessibile agli individui e alle famiglie nella collettività, attraverso la loro piena partecipazione, a un costo che la collettività e i paesi possono permettersi ad ogni stadio del loro sviluppo nello spirito di responsabilità e di autodeterminazione.
L'assistenza sanitaria di base è parte integrante sia del sistema sanitario nazionale - di cui è perno e punto focale - sia dello sviluppo economico e sociale globale della collettività. È il primo livello attraverso il quale gli individui, le famiglie e la collettività entrano in contatto con il sistema sanitario nazionale e costituisce il primo elemento di un processo continuo di protezione sanitaria che necessita dell’avvicinamento dell’assistenza ai luoghi dove le persone vivono e lavorano.
Elementi fondamentali dell'area delle cure primarie sono dunque:
l'estensività ed equità nell'assistenza e nell'accesso alle cure
la prossimità delle cure ai luoghi di vita dei cittadini
l'integrazione tra attività sanitaria e sociale
la valorizzazione del capitale umano e sociale a disposizione dell'individuo
la partecipazione della comunità locale e dei cittadini alla programmazione dei servizi e alla valutazione delle attività e dei risultati di salute.
Nel 1988 la Dichiarazione di Vienna sull’Infermieristica, incentiva lo sviluppo di percorsi basati non solo sulla cura della malattia, ma anche sullo sviluppo della salute. Nel documento viene inoltre introdotta la figura dell’infermiere generalista, professionista opportunamente formato sugli aspetti dell’assistenza primaria e quindi in grado di esercitare sia in ospedale che in comunità.
Nel 1993 nascerà il progetto “Nursing in Action” elaborato con lo scopo di rafforzare l’infermieristica affinché potesse supportare la politica europea della salute per tutti.
Successivamente nel 1998 l’Organizzazione Mondiale della Sanità, con la pubblicazione di Health21, Salute per tutti nel XXI° secolo, definisce la figura di un nuovo infermiere: l’Infermiere di Famiglia.
Le finalità della pubblicazione sono il raggiungimento del pieno potenziale di salute per tutti come diritto universale in relazione all’aumento della qualità di vita sia del singolo che delle comunità nel continuo sviluppo economico globale.
Il programma di Health21 definisce 21 obiettivi per il XXI secolo ed è stato approvato dal Comitato Regionale dell'Oms per l'Europa nel settembre 1998, a seguito di ampie consultazioni tra i 51 Stati europei membri ed altre importanti organizzazioni.
Questi obiettivi articolano le aspirazioni della politica regionale ed intendono fornire un quadro di riferimento per l'azione in ciascun Stato membro, in modo che ognuno possa adeguare la propria politica e strategie sanitarie in linea con quelle di Health21.
Alla base di questo documento troviamo alcuni principi, quali:
La salute è un diritto umano fondamentale
L’equità della salute e la solidarietà nelle azioni tra i paesi e all’interno degli stessi e tra gli ambienti
Partecipazione e responsabilità del singolo, dei gruppi, delle istituzioni e delle comunità per uno sviluppo sanitario continuo.
Sono state scelte quattro strategie d’azione per garantire che la realizzazione di Health21 si basi sulla sostenibilità scientifica, economica, sociale e politica:
Strategie multisettoriali per affrontare i determinanti della salute, tenendo in considerazione le prospettive fisiche, economiche, sociali, culturali e relative alle differenze di sesso e assicurando l’adozione della valutazione di impatto sulla salute
Sviluppo di programmi e di investimenti in salute e assistenza clinica orientati ai risultati in termini di salute
Assistenza sanitaria di primo livello integrata e orientata alla famiglia e alla comunità, sostenuta da una rete ospedaliera flessibile ed efficiente
Processo di partecipazione allo sviluppo della sanità che coinvolga partner specifici per la salute nelle abitazioni, negli ambienti scolastici e di lavoro, a livello di comunità e nazionale, in grado di promuovere decisioni congiunte, implementazione e responsabilità.
In questi due obiettivi l’Infermiere di Famiglia è identificato come la figura che, insieme al medico di famiglia, costituisce il perno sul quale incentrare l’assistenza sanitaria di base e che è in grado di fornire prestazioni che possono garantire il raggiungimento degli obiettivi base espressi nel documento. Le risorse umane sono definite come un elemento strategico.
L’Who sostiene che i diversi professionisti non siano ancora sufficientemente formati per le competenze che richiedono interventi di promozione ed educazione alla salute. Infatti, nell’obiettivo 18, sono identificate strategie finanziarie per migliorare le caratteristiche dei professionisti sanitari, finalizzando percorsi formativi allo sviluppo di competenze e capacità assistenziali.
Infermiere di Famiglia: Gli obiettivi
Gli obiettivi principali che deve perseguire l’Infermiere di famiglia sono:
promuovere e proteggere la salute dell’individuo e della popolazione per tutto l’arco della vita
ridurre l’incidenza delle malattie e degli incidenti più comuni e alleviare le sofferenze che questi causano.
Quello dell’IdF è quindi un ruolo fondamentale per garantire la continuità assistenziale dove devono combinarsi i diversi elementi già propri dell’infermiere di sanità pubblica e di comunità, migliorando e facilitando l’accesso alle cure primarie, integrandoli con gli aspetti dell’infermieristica di comunità.
Conoscere la comunità in cui si opera infatti permette di comprendere quali siano i reali e potenziali problemi di salute che la affliggono e di modulare la propria attività organizzandola a più livelli, integrando maggiormente le risposte e pianificando azioni consistenti, oltre che a costruire e rafforzare un rapporto di fiducia fra cittadini e istituzioni.
L’Infermiere di Famiglia deve quindi garantire una serie di funzioni fondamentali, tra cui l’esercizio autonomo e formalmente riconosciuto, favorire l’espressione di competenze avanzate ed esperte, avere capacità di decisionmaking e una buona capacità di creare connessione sistemica.
La figura dell’IdF dovrà essere in grado di:
Effettuare un’analisi della comunità oggetto di indagine
Realizzare un’assistenza infermieristica incentrata sui problemi di salute e le necessità della persona assistita e/o della famiglia in relazione all’età, al grado di autonomia, alla necessità di mantenere e sviluppare legami affettivi
Gestire il processo infermieristico di cooperazione con la persona, la famiglia, la comunità, nell’ambito del gruppo di lavoro
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