Mi sono laureata nel 2013 e dopo aver tentato invano di trovare un lavoro in Sardegna, prima, nel Nord Italia, poi ho deciso di partire per l’Australia , dove sono finita a ricoprire un ruolo a metà strada tra l'OSS e l'infermiere.
Nel novembre 2015 ho invece iniziato a lavorare a Londra , presso l'ospedale di Kingston Upon Thames .
Vorrei fare alcune osservazioni e, perché no, un ennesimo confronto tra l'approccio italiano e quello inglese alla professione infermieristica .
Vorrei soprattutto calcare la mano sulle differenze dei metodi di assunzione . L'assunzione in Uk è diretta. Si va sul sito dell'ospedale che ci interessa, si scorre tra le posizioni disponibili, si seleziona il reparto che ci piace e ci si candida.
Ebbene sì, si ha giustamente il diritto di scegliere quale reparto si adatti meglio a noi stessi, dove vogliamo fare carriera o semplicemente provare per vedere se è quello che fa per noi.
Il passaggio successivo è la candidatura, il colloquio. Nessuno pone domande tecniche o organizza prove pratiche. Loro sanno che nessun infermiere può essere preparato per ogni singolo reparto esistente .
Le domande dei colloqui sono di tutt'altro genere.
Chi sei? Cosa ti porta nel nostro ospedale? Quali sono per te le caratteristiche fondamentali di un infermiere? Quanto sono importanti per te il lavoro di squadra, la professionalità, l'evidenza scientifica, la visione olistica del paziente?
E le risposte devono sempre essere orientate verso l'importanza e la centralità del paziente , nonché al lavoro in team, al rispetto reciproco, alle conoscenze, alle responsabilità che abbiamo.
Se il colloquio ha esito positivo, si inizia a lavorare anche nel giro di 10 giorni. Non esistono raccomandazioni o corse disperate per un posto , per il quale competono in 5000 o 10000 candidati, nessuno dei quali, tra l'altro, può scegliere il reparto di destinazione.
Non mi piace più il reparto in cui lavoro o semplicemente ho voglia di provare qualcos'altro? Non c'è problema. Ci si può assolutamente permettere di provare altre posizioni, fare altri colloqui e, nel giro di due mesi - questo il tempo previsto dalla legge, per dare modo al reparto in cui si lavora di cercare altro personale - lasciare il posto di lavoro.
Amici come prima. Cambio reparto, provo qua e là e pian piano capisco cosa voglio fare della mia carriera. Volendo posso anche avanzare di grado (la categoria D italiana corrisponde al ''livello'' 5 in Inghilterra), passando dall'essere Band 5 a Band 6, ovvero infermiera in carica del reparto, senza grandi difficoltà, con un semplice corso finanziato dall’ospedale .
O, addirittura, l'ospedale finanzia un master da me scelto, a patto che le mie conoscenze vengano sfruttate all'interno dell'ospedale. Ciò significa che sono obbligata a lavorarci per almeno 2 anni.
E poi ci si chiede perché da noi le cose non funzionino . Non sarebbe mille volte meglio se il personale infermieristico potesse orientare la propria carriera nel reparto in cui potrebbe dare il 100% in quanto si tratta dell'ambito preferito? Il rendimento dell'azienda non sarebbe migliore? Il paziente non usufruirebbe della massima qualità di assistenza infermieristica, se il personale fosse felice del proprio posto di lavoro?
E invece no. Sei fortunato se esce un concorso . Ancor di più se riesci ad essere tra i pochi che lo hanno vinto, sulle migliaia di partecipanti. Figuriamoci se puoi anche scegliere dove lavorare.
Insomma, quello che voglio dire è: ma quand'è che capiremo che stiamo completamente sbagliando metodi di assunzione? Che questa corsa al lavoro deve finire?
Basta con questi concorsi, che se vai a spiegarglieli, in Inghilterra, ti guardano con la faccia storta perché non capiscono il motivo per il quale si ricorra ad un metodo così cretino per l’assunzione a fronte di una così grande necessità di personale.
Francesca , Infermiera
frankc
1 commenti
qualche info a riguardo?
#1
mi sono appena laureato e sarei davvero tentato di provare la strada dell'inghilterra...ci sono articoli che spiegano come fare su Nurse24?