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La Federazione IPASVI al Congresso nazionale Ait

di Redazione

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L'Associazione Infermieristica Transculturale fa il punto con la presidente Mangiacavalli sulle nuove direttive europee su competenza e tessera professionale.

ROMA. L'Associazione Infermieristica Transculturale (Ait), con la collaborazione del Collegio Ipasvi di Roma e il patrocinio del Centro di Eccellenza per la Ricerca e la Cultura Infermieristica (Cecri) ha celebrato oggi l'ottavo Congresso nazionale, ospitato dall'Azienda ospedaliera Policlinico Sant'Andrea e intitolato: “Infermieristica globale: i cambiamenti in atto nella società multiculturale e multietnica italiana”.

Ai lavori ha preso parte anche la presidente nazionale Ipasvi, Barbara Mangiacavalli, che ha illustrato alla platea i punti salienti del decreto legislativo di recepimento della direttiva 2013/55/UE sulla tessera professionale europea. Nel testo, tra l'altro, sono individuate le competenze che la normativa Ue prevede per gli infermieri. Un tema assai “caldo” e dibattuto a livello nazionale e professionale in genere. “In un momento in cui nazioni come l'Inghilterra dichiarano di voler diventare autosufficienti dal punto di vista del personale sanitario, in Italia dobbiamo presidiare con attenzione il recepimento della direttiva, garantendo ai nostri cittadini un servizio sempre all'altezza, sia da un punto di vista della conoscenza della lingua italiana, sia da un punto di vista di curriculum universitario dell'infermiere comunitario che approda sul nostro mercato del lavoro”, ha dichiarato Mangiacavalli. “Le competenze che il decreto legislativo richiede e che sono quelle previste nell’Ue per gli infermieri – ha aggiunto la presidente Ipasvi - potrebbero già di per sé chiudere la partita delle polemiche aperte su più fronti in quest’ultimo periodo verso la naturale crescita della nostra professione. Il decreto chiede agli infermieri ‘responsabili dell’assistenza’ di essere autonomi e avere competenze in questo senso per individuare le cure infermieristiche necessarie, pianificarle, organizzare e prestarle ai pazienti, di orientare famiglie e gruppi verso stili di vita sani, di intervenire, sempre ‘autonomamente’, per il mantenimento in vita e in situazioni di crisi e catastrofi, di fornire consigli, indicazioni e supporto a chi ne ha bisogno e a chi si cura di loro, di garantire e anche valutare la qualità delle cure infermieristiche. E chiede agli infermieri di partecipare con altre professioni alla formazione pratica del personale sanitario e di lavorare tutti a stretto contatto e in cooperazione: che dire, è quello che da tempo affermiamo, ribadiamo e chiediamo con forza”.

Il Congresso Ait ha rappresentato anche la cornice per la presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2015, a cura di Idos. Le ondate migratorie, infatti, rendono più che mai necessaria anche in campo sanitario una strategia di comprensione del fenomeno che integri diversi livelli e aree di conoscenza per rispondere alle sfide dell’integrazione in società multietniche, caratterizzate, da nuove forme di solidarietà, di condivisione, di corresponsabilità. “Con questa giornata – ha commentato il presidente Ait, Alessandro Stievano – abbiamo voluto condividere valori e costruire solidarietà tra gli infermieri e gli altri operatori sanitari che si trovano oggi di fronte a nuove sfide deontologiche ed etiche, che coinvolgono persone di differenti etnie, lingue, culture e religioni”.

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