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Kriss, Infermiera di Catanzaro: "capisco lo sfogo di Lucia, ma perché prendersela con l'Ipasvi di Verona?"

di Redazione

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"Purtroppo non è l'unica ad aver dovuto lasciare il proprio Paese per poter lavorare: ma il gioco vale la candela? Se ami la professione penso proprio di sì."

Egregio Direttore di Nurse24.it,

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sono una Infermiera di Catanzaro e le scrivo in merito alla lettera pubblicata da Lucia, la collega infermiera emigrata in Inghilterra. Credo che Lucia sia molto delusa e arrabbiata per aver dovuto lasciare forzatamente il suo Paese, la sua terra d'origine per svolgere il lavoro che ama, non considerando che ormai da parecchio tempo in Italia la richiesta di Infermieri è nettamente inferiore al numero di Infermieri formati ogni anno; pertanto ha preso come capro espiatorio il presidente di un collegio provinciale per fare di tutta l'erbe un fascio.

Purtroppo non è l'unica ad aver dovuto lasciare il proprio paese per poter lavorare: ma il gioco vale la candela? Se ami la professione penso proprio di sì.

Se ora Lucia si è affermata, se ora Lucia lavora e viene ben retribuita, se ora ha acquisito prestigio nello svolgimento della sua attività professionale, questo per un professionista è tutto ciò che conta. Se ami davvero il tuo lavoro e lo hai scelto arrivi in capo al mondo per poterlo fare come si deve e non importa se è dura... La professione se ce l'hai dentro la vuoi svolgere subito e al meglio.

È giusto porre l'accento sulle diverse problematiche che sta attraversando oggi la professione infermieristica, è giusto segnalare le carenze, le ingiustizie, la mancanza di metodologie nell'ambito della formazione, ma attenzione: l'emergenza posti di lavoro deve far riflettere prima l'aspirante professionista infermiere, prima ancora di formarsi.

Io partecipo alla formazione di allievi infermieri ogni giorno e molti non hanno alcuna prospettiva futura di dove e come potranno lavorare una volta laureati. Lucia doveva mettere in conto questa possibilità ancor prima di iscriversi al corso di laurea visto che già intorno al 2000-2001 si cominciavano ad avere le prime avvisaglie sulla carenza di posti (io personalmente dopo essermi formata nel 2000 e aver lavorato presso alcune strutture private, mi sono trasferita dalla Calabria in Emilia Romagna dove avevo vinto un concorso pubblico a tempo indeterminato e solo dopo qualche tempo sono riuscita a ritornare in Calabria).

Io mi auguro che questa fuga di cervelli possa essere di esempio a molti che intraprendono questa professione "solo" per ottenere un posto di lavoro. A mio avviso questa professione non è per tutti e la scelta di intraprenderla deve essere ben ponderata. Svolgere questo lavoro con dedizione e competenza ti premia nel quotidiano con il riscontro immediato nel ben essere dell'utenza. È questo ciò che conta e non importa se per lavorare devi fare sacrifici: ci avevano detto che sarebbe stata dura.

In bocca al lupo Lucia e sii fiera di essere un'Infermiera italiana che lavora in Inghilterra .

Grazie, saluti.

Kriss Cunego, Infermiera

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